Circuiti stradali in Italia...un pezzo di storia fino al 1971
Da Motociclistidatavola
Visto che il 23 ottobre parleremo di
Isola di man e del Circuito del
Mountain ho provato a fare una ricerca per vedere se anche da noi ci
sono stati circuiti stradali.
Sono partito dai
circuiti che ho trovato citati nei libri di Donnini, quello di
Cesenatico e quello di Marina Romea.
Mi sono limitato
alla Romagna perchè in Italia i circuiti sono tantissimi, anche
quelli stradali. I circuiti stradali sono ormai scomparsi dal
calendario delle gare, sia internazionali che nazionali o locali. Poi vedremo quando.
Resta comunque la
loro storia e le leggende dei piloti.
Partiamo da Sud,
dal circuito di Cattolica capostipite dei circuiti cittadini
Romagnoli. La gara sorse negli anni eroici del dopoguerra a partire
dal 1948 ed aveva risalto internazionale. La nascita della gara è
conseguente la fondazione del primo motoclub della zona che si fece
promotore del tutto. Nei favolosi anni '60 il circuito cittadino
diventa uno degli appuntamenti immancabili della stagione dei motori,
che sui circuiti cittadini della Riviera anticipa le sfide del
mondiale.
Stiamo
parlando della Temporada
Romagnola, ovvero di quella serie di gare che si svolgevano nella
terra de mutor. Le gara si svolgevano a Primavera e comprendevano
Milano Marittima, Cesenatico, Lugo, Riccione, Rimini.
La Mototemporada
non fu mai parte del campionato mondiale ma veniva considerata una
sorta di prologo dove testare e capire i livelli di preparazione per
il mondiale alle porte di piloti e mezzi. Al via si trovavano tutti i migliori, Ago in testa.
In
ordine cronologico dopo Cattolica arriva il circuito di
Cesenatico. Cesenatico prende il via nel 1958 e nel corso degli
anni subisce diverse modifiche. In questo circuito si correva anche
con le auto. Nota di colore, nel circuito era famosa la Curva
Kamikaze fra via Carducci e via dei Mille.
Rimini.
Il circuito cittadino, usato fino al 1971. La storia attorno a questo
percorso è fumosa, il tracciato originale non l'ho trovato, forse
perchè cambiava. Anche se mi pare strano che una corsa stradale
cambi così tanto “faccia”. Boh. Se avete notizie.
l
circuito motociclistico di Milano Marittima era intitolato alla
memoria del giovane Lorenzo Seragnoli, un giovane prematuramente
scomparso per una grave malattia, i cui genitori erano assidui
frequentatori di Milano Marittima. A MiMa si comincia a correre nel
1964 fino al 1971 (poi vi racconto cosa è successo nel 1971). Le
fonti segnalano un un epico incidente che vide coinvolto
nientepopodimenoche Giacomo Agostini che cadde a tutta velocità,
alla staccata della Prima Traversa e si infilò, pare secondo
leggenda, fra i tavolini del Bar Centrale dove ruppe la gamba a un
signore che lavorava in Comune.
Veniamo a
Riccione, il circuito che decretò la fine di queste gare. Il
circuito si chiamava, evidentemente, “Circuito Perla Verde
dell'Adriatico”. Correva l'anno 1971 e Angelo Bergamotti, in sella
ad una MV, mentre era in lotta contro il soltio Agostini, perse il
controllo del mezzo, causa anche della pioggia, e perse la vita.
Quell'episodio segnò la fine delle corse motociclistiche su strada
in Italia e la fine della Mototemporada.
A onor del vero
bisogna dire che a Riccione si cominciò a correre prima della
Mototemporada, addirittura già nel 1946, con l'Italia ancora da
fare.
Poi c'è Lugo.
Ora, ho provato a cercare ma non ho trovato nulla. Esiste una
rievocazione ma non è chiaro se si rifaccia al percorso citato o
meno. Se qualcuno ha notizie...sarebbe bello integrare.
Poi c'è qualcosa
anche a Marina Romea ma non ho trovato proprio nulla oltre ad una citazione nel libro di Donnini (che devo andare a rivedere, non vorrei aver letto una boiata).
Bene, eccoci in
fondo. Quella dei circuiti stradali è stata una pagina importante
del motociclismo e anche da noi sono state scritte pagine importanti
ed epiche, non solo in Romagna.
Questo tipo di
corse da noi è sparito più di quarantanni fa mentre perdura un
campionato fatto di corse stradali in giro per il mondo.
Il TT è
sicuramente la corsa più famosa e più rappresentativa. A
ricostruire i percorsi dei nostri circuiti direi che il TT è stata
anche l apiù complessa ed avvincente. Le nostre corse erano per lo
più degli “ovali” con lunghi e veloci rettilinei e poche e
impegnative curve, quasi totalmente in piano. Nulla a che vedere col
Mountain. Però il fascino e la pericolosità (rigorosamente in
quest'ordine) sono notevoli.
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