Ciro Esposito non ce l’ha fatta

Creato il 26 giugno 2014 da Makinsud

Dopo cinquanta giorni dai tragici scontri avvenuti in occasione della finale di Coppa Italia a Roma, Ciro Esposito non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia disperata tra la vita e la morte. Si è spento a causa di un’insufficienza multi organica nel centro rianimazione dell’ospedale Gemelli di Roma. Si è spento lasciando intorno a sé grandissimo dolore e sgomento, per una giovane vita spezzata dalla barbarie, dalla follia omicida, senza motivo alcuno. Lascia il lutto nella sua città, nella Napoli che per mezzo del sindaco De Magistris proclama il lutto cittadino “per Ciro, per i familiari e per il nostro popolo, per dire no al binomio calcio-violenza” e per mezzo del presidente della squadra Aurelio De Laurentiis che lancia un pesante monito ai vertici del calcio italiano, affinchè riflettano attorno a ciò che è accaduto. Non si può morire per una partita di calcio, non si può morire in occasione di una partita che dovrebbe rappresentare un momento di svago e di stacco dai problemi della vita reale. Non può morire una giovane vita, lasciando nei suoi genitori, nei suoi familiari e amici, nella sua giovane fidanzata il dolore più straziante.

Un’assurdità in termini, senza ombra di dubbio. Eppure, è accaduto. Eppure, Ciro Esposito è stato vittima di tutto questo. La famiglia, nel suo dolore straziante, chiede ora le dovute risposte, le dovute azioni contro i responsabili, affinchè sia fatta giustizia alla memoria di Ciro Esposito e che si scavi a fondo alla vicenda che, finora, vede un solo colpevole in Daniele De Sanctis accusato di omicidio volontario: “Daniele De Santis non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi, nella gestione dell’ordine pubblico, ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l’incolumità dei tifosi napoletani. Chiediamo al presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di ciò che è successo”.

Le istituzioni, poi, non saranno gradite nel giorno del dolore, nel giorno dell’ultimo saluto, anche considerando che nei lunghi 50 giorni di agonia del giovane Ciro Esposito si sono rivelate colpevolmente latitanti. Dopo gli esami autoptici che in tali casi si rendono necessari, la salma di Ciro Esposito verrà restituita in breve tempo alla sua famiglia. La camera ardente di Ciro Esposito verrà, dunque, allestita a casa sua, nella sua Scampia e in particolare all’interno dell’auditorium del quartiere della periferia napoletana affinchè tutti possano portargli un ultimo saluto.


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