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CITAZIONI dal film INCEPTION

Creato il 28 settembre 2012 da Mente Libera

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Qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale? No, un’idea. Persistente, contagiosa…

Una volta che si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un’idea pienamente formata, compresa, si avvinghia qui dentro, da qualche parte.

Nel sogno le difese coscienti si abbassano. Questo rende i pensieri vulnerabili al furto. Si chiama estrazione… noi possiamo addestrare il suo subconscio a difendersi perfino dal più abile degli estrattori.

Nel mio sogno dovete giocare secondo le mie regole.

Il dolore è nella mente.

Il seme che pianteremo nella mente di quell’uomo, diventerà un’idea che lo condizionerà per sempre. Potrebbe cambiarlo… può arrivare a cambiarlo radicalmente.

Il sogno nel sogno… Tutti quei sogni dentro un sogno sono instabili. 

Scendere è l’unico modo per risalire. 

Un’idea è come un virus… persistente, altamente contagiosa. E il più piccolo seme di un’idea può crescere… può crescere fino a definirti o a distruggerti.

Se si può rubare un’idea dalla mente di un altro, perché non se ne può innestare una?”

“Ok. Adesso provo a innestarle un’idea. Se io le dico: non pensi agli elefanti. A cosa pensa?” “Elefanti?” “

Esatto, ma non è una sua idea perché lei sa che gliel’ho trasmessa io. La mente del soggetto può sempre rintracciare la genesi dell’idea. Non si può falsificare l’ispirazione.” “Non è vero.

“Quanto è complessa questa idea?”

“Molto semplice.”

“Nessuna idea è semplice quando devi impiantarla nella mente di un’altra persona.”

Dicono che usiamo solo una frazione del vero potenziale del cervello. Questo quando siamo svegli. Quando dormiamo, la mente può fare quasi ogni cosa.

I sogni sembrano reali finché ci siamo dentro, non ti pare? Solo quando ci svegliamo, ci rendiamo conto che c’era qualcosa di strano.

 Il subconscio è spinto dalle emozioni, giusto? Non dalla ragione.

 Credo che le emozioni positive superino sempre quelle negative. Tutti aspiriamo alla riconciliazione… alla catarsi.

  • Dom Cobb: Voglio farti una domanda. Tu non ricordi mai esattamente l’inizio di un sogno, vero? Ti ritrovi sempre in mezzo a quello che sta succedendo.
    Ariadne
    : Credo, sì.
    Dom Cobb
    : Allora come siamo arrivati qui?
    Ariadne
    : Bè, siamo venuti prima… [si guarda intorno confusa]
    Dom Cobb
    : Pensaci, Arianna. Come sei arrivata qui? Dove sei in questo momento?
    Ariadne
    : …Stiamo sognando?
    Dom Cobb
    : In questo momento sei nel centro dello studio, stai dormendo, e questa è la tua prima lezione di sogno condiviso. Sta’ calma. [Arianna si spaventa e il sogno comincia a sgretolarsi]

Dieci anni. “A chi piacerebbe restare tanto in un sogno?”

“Dipende dal sogno.”

Eames: Qual è il problema, ehi? Sta agonizzando, perché non lo svegliamo?

Dom Cobb: No. Non si sveglierà, Eames.

Eames: Che vuol dire che non si sveglierà, che significa? Quando siamo in un sogno e muoriamo, ci svegliamo.

Yusuf: In questo sogno no. Siamo troppo sedati per svegliarci così.

Eames: E quindi che succede quando muoriamo?

Dom Cobb: Cadiamo in un limbo.

Arthur: Stai scherzando?

Ariadne: Un limbo?

Arthur: Spazio onirico grezzo.

Ariadne: E che cosa c’è li sotto?

Arthur: Solo puro, infinito subconscio. Non c’è niente li sotto. Tranne qualcosa lasciato da qualcuno che sta condividendo il sogno e che ci è rimasto intrappolato prima, quindi nel nostro caso [si rivolge a Cobb] solo da te.

Ariadne: E per quanto potremmo rimanere bloccati?

Yusuf: Non pensare di poter scappare finché non hai smaltito il sedativo.

Eames: Quanto tempo, Yusuf?

Yusuf: Decenni. Un tempo infinito, non lo so! Chiedi a lui [indica Cobb], è l’unico che c’è stato.

Eames: Perfetto. Grazie. Quindi siamo intrappolati nella mente di Fischer, dobbiamo combattere il suo esercito provato, e se ci uccidono cadiamo in un limbo finché il cervello non diventa una frittata?!

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Vengono qui per essere svegliati [uomo indica persone che dormono sotto effetto di potente sedativo]. Il sogno è diventato la loro realtà. Chi è lei per dire altrimenti?

Dom Cobb [ad Arthur]: Dacci altri cinque minuti.

Ariadne: Cinque minuti? Ma io e te abbiamo parlato per almeno un’ora.

Dom Cobb: Nei sogni la mente funziona con più rapidità perciò il tempo sembra scorrere più lento.

Arthur: Cinque minuti nel mondo reale sono un’ora nel sogno.

Eames: Senti: per fare un innesto serve prima di tutto la fantasia.

Dom Cobb: Voglio chiederti una cosa: l’hai mai fatto altre volte?

Eames: Ci abbiamo provato. Abbiamo impiantanto l’idea, ma non ha attecchito.

Dom Cobb: Non era abbastanza in profondità?

Eames: Non è solo la profondità: è che l’idea deve essere semplice per svilupparsi naturalmente nella mente del soggetto. È un’arte molto sottile.

Che accidenti di subconscio che hai, Cobb! 

Dom Cobb: Immagina di progettare un edificio, d’accordo? Ne crei consapevolmente ogni aspetto, ma a volte sembra quasi che si stia creando da solo, non so se mi spiego.

Ariadne: Sì, sì, come se lo stessi scoprendo.

Dom Cobb: È pura ispirazione, giusto? In un sogno la nostra mente lo fa di continuo, senza interruzioni. Noi creiamo e percepiamo il nostro mondo simultaneamente e la nostra mente lo fa così bene che neanche ce ne accorgiamo. Questo ci consente di inserirci nel mezzo di quel processo.

Ariadne: E come?

Dom Cobb: Assumendo la parte della creazione ed è qui che ho bisogno di te. Tu crei il mondo del sogno, noi portiamo il soggetto dentro quel sogno e lui lo riempie con il suo subconscio.

In effetti credevo che progettare un sogno riguardasse l’aspetto visivo, ma ha più a che fare con le sensazioni, l’atmosfera. Ma che succede quando cominci a giocare con la fisica di tutto questo?

Come vi faccio cadere senza gravità?

Arthur: Vogliamo dare un’occhiata a qualche architettura paradossale? Dovrai imparare alcuni trucchetti se vuoi costruire tre livelli completi di un sogno.

Ariadne: Che tipo di trucchetti?

Arthur: Nei sogni, puoi ingannare l’archittetura realizzando forme impossibili. Questo ti permette di creare dei circuiti chiusi, come la scala di Penrose, la scala infinita. Vedi? Paradosso. Un circuito chiuso come questo ti aiuta a dissimulare i confini del sogno che crei.

 Se uno di noi porta dentro le sue proiezioni è meglio che non conosca i dettagli del labirinto.

Nei miei sogni, siamo ancora insieme.

 ”Non ricreare mai dalla tua memoria. Immagina sempre posti nuovi.” “Devi attingere alle cose che conosci.” “Usa solo i dettagli. Un lampione o una cabina telefonica. Mai intere zone.” “Perché no?” “Perché se parti dai ricordi per costruire un sogno, perdi la cognizione di ciò che è reale e ciò che è un sogno.”

 ”Un calcio.” “Che calcio?” “Questo, Arianna, sarebbe un calcio.” “E’ quella sensazione di cadere che ti sveglia di soprassalto. Ti fa uscire dal sogno di colpo.” 

 Lo sai che significa amare all’estremo? Essere la metà di una cosa sola.

“Dio, perché ricordare è così complicato?” “E’ come cercare di ricordare un sogno dopo che ci si è svegliati.” 


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