Questa mattina ci siamo tutti quanti svegliati con una notizia che ci ricorda che anche se puntiamo ogni giorno all’immortalità rimaniamo sempre umani e anche i grandi attori che hanno segnato la nostra storia ci lasciano. Ieri è stato Robin Williams che ha deciso di lasciare questo mondo suicidandosi, questa la notizia battuta dai giornali di mezzo mondo. Robin è stato per tutti il clown che avremmo voluto vedere in ogni ospedale, il Peter Pan dei più giovani, la Mrs Doubtfire dei giovani da un tempo. Un attore che ha saputo recitare i più svariati ruoli lasciando in loro un poco della sua arte. Arte, quella del comico, che però nasconde insicurezze e problemi come dimostra la depressione che lo perseguitava e che per molti è stata la causa del suicidio. Mille e mille ancora sono le frasi che in poche ore hanno affollato i social network e sono certo che i siti di citazioni abbiano il classico boom di like. Nulla da togliere a coloro che si sono inventati fan dell’ultima ora ma in questo post non voglio ridurmi alla semplice critica del sistema social network ma bensì dare uno spunto che proprio parte dal leggere le citazioni.
Si, perchè lo stesso Williams da buon stand-up comedian aveva centinaia di citazione “non sue” nel repertorio. In merito mi voglio soffermare su una citazione che ho colto quasi per caso ne “L’attimo fuggente” – non la sempreverde “Carpe diem” -. L’intero film poggia sulle citazioni e sulle poesie di alcuni autori tra cui il più “in voga” è Walt Whitman (lascio a Wikipedia ulteriori informazioni sull’autore).
Il tanto citato “O Capitano! Mio Capitano!” è proprio uno dei componimenti del suddetto autore che potete trovare completo qua sotto.
“O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito, La nave ha superato ogni tempesta, l’ambito premio è vinto, Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante, Gli occhi seguono la solida chiglia, l’audace e altero vascello; Ma o cuore! cuore! cuore! O rosse gocce sanguinanti sul ponte Dove è disteso il mio Capitano Caduto morto, freddato. O Capitano! mio Capitano! alzati e ascolta le campane; alzati, Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla, Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti, Qua Capitano! padre amato! Questo braccio sotto il tuo capo! É un puro sogno che sul ponte Cadesti morto, freddato. Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra, Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere; La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito, Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave; Rive esultate, e voi squillate, campane! Io con passo angosciato cammino sul ponte Dove è disteso il mio Capitano Caduto morto, freddato.” – Walt Whitman
Poesia. Di quelle che al giorno d’oggi non se ne vedono più. Uno degli insegnamenti che più rimangono dei suoi personaggi e delle sue opere – di Williams si intende – dovrebbe proprio essere l’andare oltre, il guardare il mondo da un altra prospettiva. Prospettiva che da semplice citazione a caso contiene poesia e bellezza, che tra l’altro il professore ricorda sempre citando il buon Whitman. «O me o vita, domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli. Città gremite di stolti. Che v’è di nuovo in tutto questo, o me o vita? Risposta. Che tu sei qui, che la vita esiste, e l’identità, che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso.»
Trovate il vostro verso, tenete per voi almeno quello. Perchè alle volte le cose migliori non vanno condivise.
Andrea Contratto
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