città sottile
testo F. Di Giacomo, V. Nocenzi
[Tu chi sei, città non città che vivi appesa in giù alle tue corde d'aria ferma. Travi, tubi senza dimensioni, freddi quarzi invecchiati. I tuoi mille ascensori di carta velina che vanno su e giù senza posa, nessuno che scende, nessuno mai sale. Sottile non città che reggi tutto su niente : ogni retta poggia su se stessa, ogni curva su se stessa, assurdi equilibri spostati. Luci opache le tue rare stelle, il tuo sole è spirato. Che altro ti resta se non l'uomo nudo che io vedo ogni giorno quel pazzo padrone, poeta o predone che vive sull'ultima trave. Si frega le mani poi ride, o non ride... saltella leggero dal trave a una curva ma oggi l'ho visto tuffarsi nel vuoto così d'improvviso però non so dire se urlasse o ridesse. Qui il vento non soffia i rumori ma c'è il silenzio che sa scrivere nell'aria ferma. Sottile non città fra i tuoi perenni grigi sola]
musica G. Nocenzi. Banco del mutuo soccorso, Io sono nato libero, 1973