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Città Maledette: Covenant di John Everson e Serenity Falls di James A. Moore

Creato il 17 maggio 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Città Maledette: Covenant di John Everson e Serenity Falls di James A. MooreUn plot molto utilizzato nella letteratura horror ricalca le storie di piccole città che vivono tra oscuri segreti e antiche maledizioni.
John Everson nel suo romanzo Covenant sceglie di raccontare la sua maledizione a Terrel, una piccola città del Texas.  Il protagonista della storia è il giornalista Joe Kieran, che si trasferisce da Chicago in questa piccola realtà. Un uomo razionale, pragmatico. Inizia a indagare su strane vicende, molti giovani si tolgono la vita gettandosi da una scogliera, chiamata Terrel’s Peak. Joe Kieran scoprirà un'orribile segreto che come un’ombra avvolge da sempre la città e i suoi abitanti. John Everson disegna un orrore senza volto, senza denti. Un demone che non sembra avere un corpo fisico, che nessuno ha mai visto. Una creatura che per la sua invisibilità è ancora più spaventosa. Solo la sua voce traspare nell’oscurità, risuona nelle menti, lasciando lavorare l’immaginazione al cento per cento. Everson non ha bisogno di esplicitare violenza e sangue, la sua narrativa riesce a evocare puro terrore utilizzando una lente di ingrandimento sull’ignoto, un buco nero in cui il lettore si calerà autonomamente
Città Maledette: Covenant di John Everson e Serenity Falls di James A. MooreLa maledizione creata da James A. Moore per il suo romanzo Serenity Falls ha radici ancora più tradizionali rispetto a Everson.  Una donna bruciata sul rogo trecento anni fa che maledice la città di Serenity Falls, dove Moore ambienta la sua storia, un piccola cittadina nello stato di New York. L’economia in crisi ha colpito gli abitanti, ma la riapertura di una cava di granito sta migliorando le cose. Moore riesce a animare con potenza i personaggi, lo sceriffo, l’alcolista, riuscendo a portare il lettore all’interno delle vicende. La complessità di descrizione dei dettagli e degli ambienti può essere descritta come una vera e propria vivisezione di un piccolo microcosmo, che conferma le grandi capacità di Moore e la bellezza di questo romanzo. Poi arriverà l’orrore, una presenza malvagia e demoniaca, il suo duello con l’articolato personaggio di Jonathan Crowley,  descritto magnificamente come un cacciatore di cose che si perdono nella notte, eroe e nello stesso tempo antieroe. Maledizioni, agonie, lussuria e avidità, inferni di altre dimensioni. Una storia tentacolare che partendo da plot classici riesce a trasformarsi in un grande e inaspettato viaggio nell’orrore.

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