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Città raccontate: Roma n. 2 – Stazione Termini (su Cartaresistente)

Da Icalamari @frperinelli

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Città_Raccontate_Roma-Staz-Termini

Si lanciava dal trespolo sospeso nel vasto spazio di un’enorme voliera, che era aperta, ma anche così bella che non ne usciva fuori. Suoni di campanelle, specchietti e vetri colorati, e aria, aria, aria, nella quale si librava ad ali aperte ed occhi chiusi. Compiva giri in tondo, passando sulla testa della gente, ignara di quel volo. Planava verso il basso, sfiorava il pavimento, poi risaliva in alto, non si fermava mai.
Restò un uccello finché fu dentro il sogno, e quando si svegliò provò un gran senso di liberazione. Stava partendo, l’estate era alle porte. L’atrio della stazione, gremito e rimbombante, la troppa confusione, la stordirono. Ma era in anticipo, salì al piano di sopra a fare colazione. Fu qui che vide la scena del sogno. Scatole di cristallo variopinto erano i negozi sottostanti; gli avvisi al pubblico, smorzati nel brusìo, le campanelle. Forse sognava ancora? Con tanto spazio vuoto sulle teste in moto costante, a stento si trattenne dal lanciarsi.
Chiamarono il suo treno: era in partenza, e mentre si gettava per le scale, si ritrovò le labbra su quelle sconosciute di un uomo che saliva. Fu il flash di un istante, poi vide tutto nero. Subito dopo stava schiacciando il naso al finestrino del vagone, le rotaie scorrevano al contrario, si allontanava in fretta dalla stazione.

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Testi di Francesca Perinelli
Fotografia di Luigi Scuderi


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