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Città raccontate: Roma n. 7 – Augusto battuto dalla Vergine (su Cartaresistente)

Da Icalamari @frperinelli

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Teatro_Marcello_Neve

Era un vivacchione, un uomo di mondo, giocava a fare il divo, Augusto. Amava gli spettacoli del circo e, sotto la sua reggenza dell’Impero, si celebrarono giochi ovunque e di continuo, fossero recite, lotte, o anche naumachie. Quel giorno sedeva tenendosi ben stretto il suo saccellus popiccorniorum (Chi va a Roma perde la poltrona – detto cristallizzato parecchio tempo dopo, ma lui lo conosceva già, e il seggio lo inchiodava a terra col suo peso), gustando l’inaugurazione del Teatro Marcello (completare l’opera intrapresa da Cesare fu un suo incaponimento, era nato a settembre, sotto la Vergine, il segno dei cocciuti), quando, a detta di Svetonio, “le connessure della sua sedia currule si allentarono ed egli cadde supino.”* Tutti i poppicornia disnocciolaronsi perdirintorno alla sua augusta mole, e in un attimo fu neve anche d’estate. Il setto del bel naso alto e adunco gli fremette e, dall’alto delle sopracciglia unite fin giù alle froge, giurarono di aver visto prorompere un getto d’aria bollente. Non era ira, ma un’ulteriore idea, quella che ribollì nella divina testa, fluendosene fischiante in modo tanto vigoroso. Augusto fu folgorato dal fermo immagine della sua Caput Mundi tutta tinta di bianco nel mese al quale aveva elargito il proprio nome a memoria della sua eccellenza. Pensò: “Credo che al Divo Augusto convenga tosto far nevicar di Agosto sopra la capitale dell’impero… Sai che spettacolo!”

Ma poi accaddero tanti altri fatti ben più importanti e si dimenticò l’idea, lasciando quella poltrona incustodita saecula saeculorum. O almeno per trecentocinquant’anni, finché non se ne impadronì il papato, che edificò la basilica di Santa Maria Maggiore dove si disse che avesse avuto luogo una nevicata agostana. L’evento però accadde all’Esquilino, e attribuito a un gesto della Vergine, divinità novella. Lì, sotto il Campidoglio, d’estate, non nevicò mai affatto. E poi, parliamoci chiaro, la neve a Roma è tanto poetica, ma è una mostruosità. Meglio cercare sollievo in una mostra. Potrebbe far piacere visitare quella che si aprirà in ottobre, presso le Scuderie del Quirinale*, che farà rincontrare Augusto duemila anni dopo la sua morte.

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Testi di Francesca Perinelli
Fotografia di Luigi Scuderi


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