Nell’intervento “Corruzione, evasione fiscale e ludopatia”, il segretario politico dei Popolari Liberi e Forti, Giovanni Palladino, propone alcune considerazioni sulla dipendenza patologica dal gioco d’azzardo, ricordando la campagna condotta dal quotidiano Avvenire. Per chi fosse interessato, segnaliamo alcune iniziative che si stanno diffondendo grazie alla rete.
È vero che “l’azzardo usa sempre più la Rete per diffondersi come un virus, con lusinghe rivolte proprio ai ragazzi”; tuttavia, i giovani “oggi si sono ribellati, mettendo in circolo i primi anticorpi”: è il messaggio diffuso dal movimento “No slot”, che sta proponendo una “guerriglia virtuale” che “consiste nel condividere un’immagine, un pensiero o uno slogan che metta in guardia dai rischi provocati dal gioco patologico”. I modi per rendere visibile la protesta sono molteplici: “C’è chi si ritrae con una t-shirt con tanto di ‘divieto di gioco’, chi mette a confronto una famiglia felice con un triste e spento videopoker, chi pubblica dati e grafici sul dilagare dell’azzardo”. Si tratta in sostanza di “Una reazione spontanea, partita proprio dai più giovani, che invitano anche gli adulti a non diventare vittime della ludopatia”. A questa iniziativa, definita “Una vera alleanza virtuale contro quello che si sta rivelando uno dei mali peggiori della nostra società”, aderiscono anche alcune associazioni tra cui Unione nazionale consumatori e Uisp di Firenze.
Ricordiamo inoltre lo “Slot mob” (messo in campo da vari esponenti della società civile, tra cui Next – Nuova Economia x Tutti) che si ripropone tre finalità: “Richiedere una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili; non aspettare i tempi, a volte troppo lunghi della politica, ed agire subito, e soprattutto insieme, dando vita ad uno slot mob, recandoci insieme in tanti, decine o magari anche qualche centinaio di persone, a fare colazione in un bar che ha scelto la disinfestazione dalle slot e/o altri giochi d’azzardo; curare il cattivo gioco con il buon gioco, che è sempre un bene relazionale, organizzando, in concomitanza dello slot mob, un torneo di calcio balilla per giocare stando insieme in un clima di ‘sano e buon caos’ per un paio d’ore”. Una risposta pratica contro un fenomeno a causa del quale “si rovinano famiglie, si riempiono i centri di cura delle ASL, si arricchiscono le multinazionali del gioco d’azzardo e si crea un terreno fertile per l’azione della criminalità organizzata”.
MC