Una buona notizia:
È questa la proposta che Pippo Civati, deputato del Partito democratico, lancia al Movimento 5 stelle. Uno spunto che prende le mosse da un post su Facebook del deputato grillino Alessandro Di Battista, che questa mattina aveva scritto: “Civati, Madia e altri del Pd più (a quanto mi dicono a Montecitorio) tutti i deputati di Sel sostengono la battaglia del 5 stelle sull’apertura immediata delle Commissioni permamenti! Siete “nuovi”, determinati, seri e non soggetti agli apparati? Bene, dimostratelo! Fuori gli artigli, fatevi sentire, inventate qualsiasi cosa per poter far partire i lavori in Parlamento”.
Anche la veltroniana Marianna Madia si dice concorde con la proposta del collega: “Civati ha risposto, intergruppo per il cambiamento. Sono con lui”. Prove di vero dialogo tra i Democratici e i 5 stelle dopo lo stallo delle scorse settimane? Forse.
Di Battista parlando con HuffPost recepisce positivamente l’apertura: “Sono contento che si siano dimostrati persone non di apparato. Porterò la proposta di un intergruppo all’attenzione della nostra assemblea”. È storia dell’altro ieri che il l’ex consigliere lombardo dei Dem, insieme ad una manciata di suoi colleghi, sia rimasto dentro l’aula mentre andava di scena l’occupazione dell’emiciclo della Camera, provando ad ascoltarne le ragioni.
Il filo del dialogo con i 5 stelle è una delle questioni dell’attualità politica che si muove carsica nei meandri del Pd. Pier Luigi Bersani continua a strizzargli l’occhio insistendo sul governo del cambiamento. Una pistola probabilmente ormai scarica, alla quale la proposta di dialogo su temi concreti della coppia Civati-Madia potrebbe fornire qualche pallottola in più. Ma anche i renziani nelle ultime 48 ore hanno iniziato a diversificare il proprio approccio nei confronti del tema. “Perché non incontrarli, sederci a parlare su cose concrete come potrebbe essere l’agenda digitale, sulla quale potremmo trovare una posizione comune?”, si domanda Lorenza Bonaccorsi. Che sottolinea l’incapacità del proprio partito nell’instaurare un vero canale di comunicazione con gli stellati: “Sbagliamo linguaggio, parliamo utilizzando dei codici vecchi, in questo modo sarà difficile fare qualcosa insieme a loro. Dobbiamo cambiare comunicazione e forse anche comunicatori”.
Più in generale i renziani nella dialettica interna con il Pd si sono schierati su posizioni grilline per quanto riguarda lo sblocco dell’attività parlamentare e delle Commissioni. Una posizione in parte strumentale, studiata far saltare il tappo del dibattito interno e mettere Pier Luigi Bersani in difficoltà nella complicata partita che comprende Quirinale e Palazzo Chigi. “Il segretario parla ancora di governo di cambiamento – afferma un onorevole vicino al sindaco di Firenze – ma sotto sotto sta lavorando per le larghe intese”. Rimane pur vero che il bersaniano Vasco Errani continua a mantenere contatti con l’area di Beppe Grillo. E che pontieri come Michele Emiliano e la senatrice Laura Puppato insistono sulla necessità di mostrarsi collaborativi nei confronti del M5s. Insomma, una vasta fetta dei Democratici si sta interrogando sul fatto che per scardinare il muro dei 5 stelle non si debba parlare di scenari macro-politici, ma ‘andare a vedere’ sulle singole proposte. Se lo spunto dell’eterodosso Civati farà breccia è presto per dirlo. Anche perché gli sherpa al lavoro per trovare una composizione con il Pdl continuano nel loro lavoro di mediazione. Ma è pur sempre utile avere a portata di mano un’ipotesi B”.