Scoperto ieri a Vignole Borbera un laboratorio di confezioni clandestino in cui 10 operai (di cui 5 senza permesso di soggiorno) erano costretti a lavorare in condizioni di vera e propria schiavitù. Il locale, gestito da una donna 38enne di origine cinese residente a Vignole, è stato scoperto dai carabinieri di Novi Ligure. Si tratta di un ambiente del tutto inospitale e privo di qualsivoglia requisito per tale utilizzo, all’interno del quale erano stati allestiti un dormitorio, una cucina, sommari servizi sanitari e un’ “area lavoro” in cui sono state trovate decine di cucitrici. Gli operai, anch’essi di origine cinese, erano costretti a ritmi di lavoro disumani, privati di qualsiasi diritto e totalmente esonerati da tutele infortunistiche, sanitarie e legali.
Ora il laboratorio tessile è stato posto sotto sequestro mentre la titolare è stata denunciata da carabinieri e ispettorato del lavoro per favoreggiamento della permanenza di stranieri illegali sul territorio nazionale al fine di trarne ingiusto profitto, utilizzo di manodopera clandestina e violazioni in materia di prevenzione antinfortunistica.