Clap, clap, clap…

Roberto Saviano

Fino a ieri sera pensavo che la televisione intesa come mezzo di comunicazione, non come elettrodomestico, fosse incompatibile con l’idea di dare spazio alla libertà di pensiero.

Pensavo che la forma squadrata, limitata e circoscritta dell’elettrodomestico più guardato, suggestionasse anche il contenuto del messaggio fino a rendere impossibile la trasmissione di punti di vista aperti a nuove possibilità.

Immaginavo i pensieri suscitati da qualsiasi programma televisivo come palle in un biliardo che, rimbalzando decine di volte sulle quattro sponde laterali, faticano ad evadere in spazi dove poter rotolare liberamente senza freni e senza condizionamenti se non per andare a finire in qualche buca d’angolo dove la mente si spegne e il corpo si addormenta sul divano.

Ieri sera ho capito che non è così.

Ho capito che con la televisione si può fare cultura e poesia, si può emozionare e testimoniare, ma soprattutto si può lasciare a ciascuno, alla coscienza di ciascuno di noi, la libertà di farsi un’idea propria dotata di sufficiente energia da poter prendere il volo verso universi inesplorati che inesorabilmente tendono a planare tra le pieghe di un’interiorità con la quale troppo raramente ci confrontiamo.

Ieri sera alla fine della trasmissione “Vieni via con me” per la prima volta in vita mia è stata forte la tentazione di rendere omaggio a quello che ho visto e sentito con un poderoso applauso.

Applaudire a un elettrodomestico forse è il segno che i miei neuroni cominciamo ad andare in pensione ma un ringraziamento pubblico a un campione di coerenza, di comunicazione e di impegno civile come Roberto Saviano è d’obbligo.

L’idea di usare liste per comunicare è una trovata geniale e decisamente molto efficace poiché le liste sono aperte e sempre disponibili a essere ampliate, contestate, interpretate e fatte proprie; spesso sono descrittive e tendenzialmente poco prescrittive.

Per fortuna la sezione liste utili di questo blog è nata prima della trasmissione.