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Class action contro i creduloni

Creato il 23 novembre 2011 da Albertocapece

Class action contro i creduloniAnna Lombroso per il Simplicissimus

Tutti sanno che esercitare compassionevole indulgenza costituisce  un modo, nemmeno tanto sottile,  di stabilire una paternalistica superiorità rispetto a soggetti considerati più deboli e influenzabili. Lo sanno tutti,  all’infuori forse del Tribunale di Milano che ha stabilito che  le 29 ospiti “note”  delle cene eleganti  di Arcore, sono da considerare “ parti offese”  in base alla giurisprudenza che tutela  la libertà della persona umana e  regola il reato di sfruttamento della prostituzione.

 Se abbiamo gioito che Al Capone sia stato incarcerato per frode  fiscale, potremo esultare per il  golpista punito in quanto magnaccia, che  in fondo è lui che ci ha abituato a non guardare troppo per il sottile.

Pensate che io invece vorrei una class action dei cittadini contro chi si è venduto al patetico ma rovinoso tirannello per una comparsata, un paio di stivali, una collana dell’Unoaerre “piùdiierimenodidomani”, perché poi non guardavano per il sottile nemmeno loro. E anche se se la pigliavano irridenti con il culo molle e il muscolo frollo, arraffavano avide e implacabili, schifate ma determinate.

È che se vale il principio di Milano, allora dobbiamo riconoscere parte offesa il giornalista Fede, l’aedo Bondi, il porte parole Capezzone, l’artista di corte Apicella, la favorita Santanchè, il direttore Minzolini e via via tutti quelli che, proprio come le sciacquette dell’Olgettina hanno rinunciato giulivamente  a scrupoli e dignità, sacrificandoli in cambio di regali e privilegi, prebende e omaggi.

Anzi, per estensione dobbiamo riconoscere come parte lesa, offesissima e vulneratissima, tutti gli italiani che hanno dato voto e consenso all’ex Presidente del Consiglio comprati da un sogno effimero di accumulazione di beni inutili, di appartenenza a un sistema di licenze, esonero dagli obblighi e dalle responsabilità, televisori al plasma e cellulari di nuova generazione, strizzatine d’occhio in cambio delle ricevute, diffusione di corruzione e consumismo, che ha compreso anche la compravendita di corpi e pensiero.

Il Tribunale di Milano rischia di offendere le ferite delle ragazze africane che sono costrette a vendersi sull’Aurelia da rispettabili italiani e a rispettabili italiani, le adolescenti dell’Est sfruttate e malmenate dai meno influenti ma altrettanto spietati profittatori. E di chi si trova nell’orrenda condizione di prestare i suoi servigi rasentando la schiavitù senza tutela, senza diritti, senza assistenza: uomini, donne, italiani o stranieri, i cui figli non avranno un dignitoso futuro e nemmeno cittadinanza.

Se l’ex premier finisce in galera solo grazie a Ruby c’è da essere poco compiaciuti  come c’è poco da essere gratificati da una informazione e un’opinione pubblica guardona che contempla e ascolta la sceneggiatura delle serate in villa, della competizione di ragazze   impegnate in performance spericolate per farsi notare dal satrapo, di teenager che ubriacano il vecchio cialtrone a colpi di Sanbitter, come in una brutta imitazione di film scollacciati.

Mentre andava a pieno tempo a spietate puttane ha mandato a puttane spietatamente un paese. E se diamo retta al tribunale di Milano ha sfruttato la tendenza di molti di noi a prostituirsi … e alla credulità,   che, in mancanza di sogni, abbiamo finito per fidarci degli incubi.


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