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CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

Creato il 10 maggio 2014 da Anncleire @anncleire

 CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

Poi questa è la prima Challenge che organizzo. Ho creato una pagina apposita per la “CLASSIC READ CHALLENGE” dove trovate anche il regolamento che terrò aggiornata con i nomi dei partecipanti, i vari post riassuntivi e i libri letti da ognuno… così giusto per stare informati. Tutto senza impegno perché come dicevo prima l’importante è leggere e divertirsi. Se si ha bisogno di conforto psicologico potete sempre twittare con l’hashtag #PABCRC.

Sono molto dispiaciuta, perché credevo che questo fosse un progetto meraviglioso, non ho minimamente pensato che tra tutti quelli che porto avanti non sarei riuscita a gestire tutto.

 

CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

Sono davvero impegnatissima qui a Bruxelles e ho a mala pena il tempo di respirare, vivere e uscire di casa. Credo moltissimo nel motto “Dove arrivo strucco” nel senso che se non ce la faccio a fare una cosa mi fermo e cerco di non soffrirne. Purtroppo sapevo già che avrei dovuto mettere un freno ad alcune cose, sapevo che stando in Erasmus non sarei riuscita a gestire il blog nella stessa misura in cui lo facevo lo scorso anno. In realtà mi ritengo abbastanza soddisfatta perché nonostante tutto sono riuscita a tenere insieme il flusso dei post, con una rubrica saltata certo, ma con la voglia di mettercela tutta. Prima di tutto per me c’è la lettura come forma di relax, come recupero fisico e mentale della mia vita e solo in un secondo momento c’è il blog. Lo so è una delle mie passioni più grandi ma è comunque secondario alla lettura. Ma soprattutto, e detesto ammetterlo, è secondario rispetto alla mia vita vera. Ecco che allora molte cose passano in secondo piano, come questa challenge. Pessima me.

 

CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

Uno dei miei buoni propositi allora è di riprendere in mano seriamente qualcosa e fare di più per il mese di maggio… si lo so siamo già al dieci! Cosa? Non lo so, ma sicuramente leggere, leggere, leggere classici. In realtà ho già deciso la mia prossima lettura “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, che ancora non ho letto, shame on me.

Allora che cosa succede con questo post???? Che ho accorpato i post di FEBBRAIO, MARZO & APRILE in unico riassunto, visto che comunque la partecipazione è stata scarsa. 

Ringrazio immensamente @Kiadalpi e @Mirya_76 che hanno partecipato a questa iniziativa e hanno accettato di condividere il loro pensiero con noi.

Se avete idee o proposte o volete leggere un classico come un mini RA commentate qui o sulla pagina facebook, non sia mai che diventi realtà. Io non so davvero come incentivare la partecipazione.

Buona lettura guys!

FEBBRAIO

KIADALPI

 

Il piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry

 

CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

Trama:

Un aviatore è costretto da un guasto ad atterrare in pieno deserto: sabbia, solitudine e, sopra il suo capo, le stelle… Ma a tratto, una voce: “Mi disegni, per favore, una pecora?”. Di dove viene? Chi parla? Cosa significa quella domanda strana? È un ragazzino, il Piccolo Principe, che ha abbandonato il piccolo pianeta in cui viveva e vaga per gli spazi. E che racconta i suoi viaggi. 

Il pensiero di @Kiadalpi:

Lo avevo letto da piccolina perché lo avevo trovato tra i libri di mia mamma e mi piacevano un sacco i disegni. Non mi era piaciuto gran che… probabilmente non riuscivo a capirlo. Con la scusa delle #PABCRC ho deciso di dargli una seconda possibilità considerando la media di voti che ha. Morale: questa volta mi è piaciuto un sacco, mi ha fatto venire gli occhi lucidi e pensare molto. Detto questo, per fortuna che ho deciso di riprovarci. Penso sia una libro che ti apre la testa pur essendo piccino.

 

Le sue citazioni preferite:

Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.

Possedeva due vulcani in attività. Ed era molto comodo per far scaldare la colazione al mattino.

"Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano cosi belle." "Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare"

"Si è soli anche con gli uomini" disse il serpente.

"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"

"No"

"Questo mi interessa! E delle galline?"

"No"

"Niente è perfetto" sospirò la volpe.

"Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi." #IlPiccoloPrincipe #PABCRC

MARZO

ANNCLEIRE

 

La morte a Venezia di Thomas Mann

 

CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

La Trama:

Il famoso scrittore tedesco Gustav Aschenbach, che ha basato la sua vita e l’intera opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell’estetica e dell’etica, è spinto a Venezia da un misterioso impulso. Nell’attimo in cui balena sulla spiaggia del Lido la spietata bellezza del ragazzo polacco Tadzio, Aschenbach avverte il definitivo segno del destino: l’anelito allo sfacelo. La morte a Venezia, oltre che un romanzo, è una cerimonia.

Il pensiero di @Anncleire:

Thomas Mann è uno dei miei scrittori preferiti, non solo perché è un uomo pieno di risorse e si ritrova a vivere in un periodo di passaggio, quello tra l’ascesa della borghesia tedesca e le due guerre mondiali, ma anche perché a soli 24 anni scrive il capolavoro che gli è valso il Premio Nobel per la Letteratura nella 1929, “I Buddenbrook”, uno dei miei romanzi preferiti di sempre. In questo caso, però si tratta di un romanzo breve, di solito si trova accoppiato al “Tonio Kröger” e il “Tristano”, altre due splendide storie. Mann esamina la vita di uno scrittore, stanco della propria attività che decide di andare in vacanza a Venezia, senza un reale motivo. Aschenbach si strugge tra realtà e fantasia, tra amore e razionalità, sia con l’incontro con Tadzio, sia con le riflessioni sulla sua attività in un oscillare pericoloso e instabile. Ma lo sfondo è tragico, Venezia è braccata dalla morte, che con la sua falce arriva a mietere vittime ovunque. La morte non guarda in faccia nessuno, né per età, né per condizione sociale, né tanto meno ascolta le suppliche di un uomo immerso in un ambiente lugubre. Le giornate al mare, il camminare per le calle diventa una sfida, una sfida continua che si getta nella disperazione. Un romanzo breve amaro, che non perdona e non regala sconti, ma che apre gli occhi sulla vita e su cosa vuol dire scrivere.

 

Le sue citazioni preferite:

“La solitudine fa maturare l’originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. ma genera anche il contrario, lo sproporzionato, l’assurdo e l’illecito.”

“Niente è più singolare, più imbarazzante che il rapporto tra due persone che si conoscono solo attraverso gli occhi, che si vedono tutti i giorni a tutte le ore, si osservano e nello stesso tempo sono costretti dall’educazione o dalla bizzarria a fingere indifferenza e a passarsi accanto come estranei, senza saluto né parola.”

“Un’evoluzione è un destino.”

 

APRILE

MIRYA_76

 

Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

 

CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

La Trama:

L’autoritratto ironico ed essenziale di imbroglioni pentiti e onesti delusi, suicidi e prostitute nei racconti poetici dei defunti che riposano sulla collina del piccolo centro di Spoon River. Una galleria di personaggi indimenticabili che mettono a nudo angosce, contraddizioni e ipocrisie della vita. Il capolavoro di Masters (1869-1950), il libro più letto della poesia americana moderna.

Il pensiero di @Mirya_76

Non sono un’assidua lettrice di poesie, ma questa è un’antologia che merita davvero.

Non solo perché eredita la tradizione sepolcrale e la rilancia con un’ironia attualissima, ma perché la base di partenza è che la morte parli della vita, denudandola e mostrandone tutte le falsità, costringendola alla verità nuda e cruda della tomba.

Così, attraverso le lapidi dei suoi abitanti, la perbenista cittadina di Spoon River rivela il suo marciume, la sua corruzione, i suoi delitti, ma anche i suoi sogni e le sue speranze. Ogni morto ha una storia da raccontare e lo fa a modo suo, difendendo il suo punto di vista, ma senza bugie, semplicemente ammettendo i motivi per cui ha vissuto e i motivi per cui è morto – alcuni idealisti e altruisti, altri meschini ed egoisti, ma comunque tutti uguali, di fronte alla morte, che tutto cancella e tutto parifica – e spesso l’anima di un poveraccio ride perché il suo corpo è stato sepolto accanto a quello di un facoltoso.

In più, Masters racconta una storia corale, intrecciando i nomi, e la ragazza delle prime pagine si riallaccia all’uomo delle ultime, e pian piano i conti tornano, le versioni si accordano, e si ascolta parlare una cittadina e narrare un romanzo d’amore e soldi, politica e religione, perversione e purezza.

Il sorriso di fondo è quello del decadimento che vince su tutto, ma senza versare una lacrima; in mezzo piccole perle di riflessione e saggezza, che si depositano nel lettore e non lo mollano più.

La sua citazione preferita:

“Questo è l’amaro della vita: / che solo in due si può essere felici; /| e che i nostri cuori sono attratti da stelle / che non ci vogliono.”

 

ANNCLEIRE

 

Il Grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald

 

CLASSIC READ CHALLENGE: Febbraio, Marzo & Aprile

 

La trama:

Chi è il misterioso e ricchissimo vicino di casa di Nick Carraway, a West Egg? E perché passa tanto tempo a fissare quella piccola luce verde che brilla su uno dei moli dell’altra sponda della baia? Il filo conduttore del capolavoro di Francis Scott Fitzgerald è il sogno impossibile cullato da Jay Gatsby. L’ambizioso giovanotto, che ha saputo conquistarsi con tutti i mezzi, leciti e no, prestigio, ricchezza e rispettabilità, vuol far rivivere l’amore fiorito un tempo tra lui e Daisy che un giorno lo ha respinto, povero e senza prospettive, per sposare il rampollo di una delle grandi famiglie americane. Ma i sogni più sono belli e meno hanno la possibilità di avverarsi. E Jay Gatsby non solo non riuscirà a strappare Daisy a Buchanan, pur gettando sulla bilancia tutto il peso del suo fascino e del suo potere, ma finirà addirittura col cadere, vittima innocente, sotto i colpi di un marito tradito messo sulle sue tracce, per vendetta, dal perfido rivale. Al di là dei riferimenti autobiografici, “Il Grande Gatsby” è soprattutto il ritratto di un epoca in cui il mondo dei contrabbandieri di alcolici si mescolava allegramente con quello dei banchieri e delle ‘flappers’ dei “Roaring Twenties”, in attesa che la Grande Crisi seppellisse tutto sotto le macerie dell‘“American Dream”.

Il pensiero di @Anncleire:

Siamo negli anni venti, in un’America all’apice, che ancora non conosce le brutture di un mondo allo stremo e che trae profitto da qualunque cosa, preparando il terreno per la crisi del ’29. È proprio Nick Carraway che racconta la storia di questo enigmatico personaggio, il Signor Gatsby, che vive proprio di fianco a lui in una villa megagalattica, organizzando feste stratosferiche e sontuose e sempre circondato di personaggi poco raccomandabili o interessati solo ai suoi soldi. Nick si ritrova testimone inconsapevole di una guerra d’amore che lo porterà lontano. Atmosfere quasi struggenti, in un percorso a ritroso fatto di avanzamenti e false partenze. Lo stile di Fitzgerald è lineare anche se mi sono resa conto che nella traduzione  in italiano molti concetti si sono persi, ecco perché il prossimo classico lo leggerò sicuramente in lingua originale. D’altronde la storia sembra basarsi sulla vita dello stesso scrittore che quegli anni li ha vissuti con la moglie Zelda. L’America si è ormai affacciata sul mondo e che non ha nessuna intenzione di essere da meno degli altri. Gatsby incarna l’arrivista che cerca in qualsiasi modo di spuntarla, ma allo stesso tempo è un uomo che vuole solo realizzare i suoi sogni. Il fine giustifica i mezzi? È la domanda che dovremmo porci in un mondo che finisce sempre più sulla cattiva strada.

 

Le citazioni preferite:


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