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Classifica dei primi 30 siti culturali d’Italia: dov’è finito il Sud?

Creato il 08 aprile 2014 da Vesuviolive

Cappella Palatina di Palermo

Quella che potete vedere in apertura è una foto della Cappella Palatina situata all’interno del Palazzo dei Normanni di Palermo: pur non avendo la pretesa di dire che si tratta della cosa più bella che l’occhio umano possa vedere, perché è impossibile fare paragoni quando la bellezza raggiunge certi livelli , mi sapete tuttavia dire dove trovare uno splendore pari a quei mosaici bizantini risalenti al 1143, al soffitto in legno intagliato in stile arabo, all’oro che inonda lo sguardo? Ma al Sud non abbiamo solo la Cappella Palatina a Palermo, abbiamo aree archeologiche, castelli, musei, bellezze paesaggistiche disseminate in tutto il territorio; è impossibile al Meridione non trovare qualcosa di notevole non soltanto nelle città maggiori, tra le quali Palermo, Messina, Agrigento, Catania, Siracusa, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Matera, Bari, Lecce, Taranto, ma perfino nei centri più piccoli, che nulla hanno da invidiare in quanto a bellezza e importanza alle città d’arte più rinomate – al Sud c’è cultura passo dopo passo, qui le arti si contaminano con il paesaggio e tra di loro, a testimonianza della Storia.

Nonostante questo discorso, tuttavia, nella classifica dei 30 luoghi più visitati d’Italia nel 2013 pubblicata dal MIBAC, il Ministero dei beni e delle attività culturali, non figura nessun sito del Mezzogiorno fatta eccezione per la Campania, che pure vede esclusioni eccellenti come le Regge di Capodimonte e Portici o il Palazzo Reale di Napoli. È mai possibile che i templi di Agrigento o il Museo della Magna Grecia siano meno appetibili del Museo Nazionale del Bargello, trentesimo, o del Castello Scaligero di Brescia, senza nulla togliere a questi due posti straordinari?

Piazza del Duomo a Lecce

Piazza del Duomo a Lecce

Una domanda, secondo me, ci dobbiamo fare: se al Sud ci fossero più aeroporti internazionali, se ci fossero più autostrade, se i Media nazionali pubblicizzassero anche le iniziative meridionali e non solo quelle settentrionali, se non avessero industrializzato e cementificato senza ritegno, se si smettesse la propaganda denigratoria e diffamatoria nei confronti di questa zona d’Italia, se si lavorasse a seri e veri circuiti turistici, quanto spazio rimarrebbe alle città da Roma in su, con le dovute eccezioni? E chi si dovrebbe, a quel punto, nutrire delle briciole?

Però non bisogna dare tutta la colpa agli altri, perché i Meridionali non sono turisti della propria città, la sporcano, la vandalizzano, non studiano la propria vera storia, non si oppongono al mal governo e alla malavita che spesso, se non sempre, coincidono. Tanto si sta lottando, molto è l’impegno per informare ed educare, qualcosa si sta muovendo, ma tanto, spero non troppo, manca all’emancipazione dalla convenienza, dall’opportunismo, dall’ignoranza, dalla schiavitù.


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