In questi giorni la blogosfera scientifica italiana si sta interrogando sui metodi di valutazione che sarebbe meglio utilizzare in due ambiti abbastanza diversi, tra i quali però vedo un interessante parallelismo: la revisione di articoli scientifici e le classifiche dei blog. Fondamentalmente esistono in entrambi i casi due possibili approcci per premiare gli autori: un approccio aristocratico (governo dei migliori) e uno democratico (governo del popolo).
L’approccio aristocratico prevede che siano i migliori a decidere il valore di uno scritto, sia esso un semplice post o un approfondito lavoro scientifico che punta alla pubblicazione su Nature. In quest’ultimo caso i “migliori” sono i referee, un gruppo di esperti del settore che si assumono la responsabilità di approvare o bocciare l’articolo nel classico meccanismo della peer-review (o “revisione dei pari”). Ovviamente, anche i migliori possono sbagliare, come abbiamo visto recentemente. Nel caso dei blog, l’approccio aristocratico è quello che si basa sul numero di link che puntano al blog presenti su altri blog, link che hanno un peso proporzionale alla posizione in classifica del blog da cui il link parte. Se il primo blog della classifica cita, per un qualsiasi motivo, un blog nelle posizioni sottostanti, automaticamente il blog citato riceve una poderosa spinta verso l’alto. L’approccio democratico è quello dell’open access peer-review, dove gli articoli sono valutati da tutti i lettori solo in un momento successivo alla pubblicazione. Per quanto riguarda i blog, un metodo di questo tipo potrebbe basarsi sul numero di visite al sito (dato di difficile reperibilità), sul numero di iscritti al feed RSS, sul numero di condivisioni su Facebook o sul numero di retweet. Ma qual è, insomma, il metodo migliore e più meritocratico?
Se si parla di articoli scientifici, mi astengo da un giudizio perché ritengo la questione molto più complessa di quanto sembri. Parlando invece dei blog reputo molto più efficace e giusto un sistema democratico, e vi spiego perché. Innanzitutto, non è detto che un link abbia sempre il significato di “Ehi, guardate quanto è bello e interessante questo articolo!”. Nel mio caso, i link che inserisco sono generalmente delle semplici fonti d’informazione alternative che possono interessare al lettore, nell’ambito dell’argomento di cui scrivo in quel momento. Paradossalmente, potrei linkare un altro blog per criticarlo e parlarne malissimo. Il modo in cui gli italiani usano Twitter e Facebook, invece, mi fa stare un po’ più tranquillo riguardo al significato nascosto dietro gli “share” e i “retweet”: se qualcuno condivide un mio post su Facebook, tendenzialmente lo fa perché gli piace. Oltretutto, considerando solo i link presenti su altri blog si dà per scontato che la valutazione di uno scritto spetti esclusivamente a una ristretta minoranza di persone (i blogger sono pochissimi rispetto al totale degli utenti di Internet). Infine, se il mio blog tratta di un argomento molto diffuso nella blogosfera è più probabile che venga citato.
La classifica di Wikio (l’unica che, per quanto ne sappia, organizza i blog scientifici italiani) adotta un sistema che prevede link, retweet, voti su Wikio e che presto includerà anche le condivisioni su Facebook. Un meccanismo ibrido del genere potrebbe anche funzionare, ma tutto dipende dal peso che riceve ciascuno di questi fattori: sebbene dichiarino di utilizzare i retweet, ad esempio, io ho provato personalmente che non hanno praticamente nessuna influenza sul Wikio score. Voi cosa ne pensate? Come andrebbero elaborate questo genere di classifiche?