L’800 volge al termine. I contorni delle figure spariscono dalle tele e la nebbia arriva per confondere le persone con i paesaggi. Non si capisce più dove finiscano gli uni per dare spazio agli altri. Il sole abbaglia e si staglia prepotente sugli specchi d’acqua. Non vi sono più certezze nell’arte e nella vita dell’uomo. Realismo e Romanticismo rompono con la tradizione. Le emozioni dell’artista prorompono con rapidi colpi di spatola. L’immagine impressa sulla retina viene pennellata sulla tela, nel primo apparire alla coscienza. L’apparenza della cosa non è più la realtà della cosa stessa. È Impressionismo e nel suo cuore troviamo Claude Monet. Di fronte ad un uomo che sconvolge le regole accademiche della pittura ci si chiede chi era e com’è diventato il caposcuola di una corrente artistica che ha segnato il cambiamento di un punto di vista. Ed è questo lo scopo della mostra in corso a Pavia Monet, au cœur de la vie, un percorso narrato attraverso la voce di sei personaggi che hanno segnato Monet, l’artista e l’uomo.
Le Scuderie del Castello della città lombarda ospitano fino al 2 febbraio alcune importanti opere del periodo impressionista. La semplice esposizione di un quadro per quanto generi sensazioni non sempre infilza l’anima dello spettatore. Per questo motivo Philippe Cros, curatore della mostra, ha deciso di coinvolgere i sensi del visitatore con suoni e profumi. Ogni personaggio presenta in video il proprio volto e una voce fuoricampo racconta il suo punto di vista su Claude Monet. Lo spettatore viene contemporaneamente immerso negli odori che lo caratterizzano: pipa e cuoio per Adolphe Monet, il padre; una fragranza soave e rilassante per Eugène Boudin, il maestro; profumo di erba tagliata e prati in fiore per Camille Doncieux, la musa, amante e moglie. Lungo la mostra incontriamo anche Georges Clemenceau, il politico che difese il lavoro di Monet, Alice Hoschedé, seconda moglie e amore degli anni maturi di Monet, e Blanche Hoschedé, figliastra dell’artista e unica allieva.
Nella prima sala dunque con i primi disegni realizzati da Monet, che iniziò con le caricature di professori, amici e uomini politici, troviamo il padre avvolto da una nube di fumo che racconta della «foga e ostinazione di un ragazzo che sa di avere talento». Fu Boudin, che lavorava a diretto contatto con la natura e con il mare, a invitare Monet a dipingere “en plein air”, scontrandosi con le difficoltà del paesaggio che cambia col mutare di luci e condizioni atmosferiche. Assieme a lui Monet imparò a guardare la natura indifferente alle richieste degli artisti. Camille fu l’unica vera modella e il suo amore inquieto. Alla sua prematura scomparsa, sparirono dalle tele anche le figure umane. Monet decise di non rappresentare più le persone nella sua produzione artistica. La tenda della sala successiva a quella che ospita il racconto della moglie si apre con il ritratto di Jean Monet, figlio dell’artista e dell’amata Camille. Le guance del bambino sono perfette, lo sguardo è serio e a conferirgli maggiore compostezza anche il papillon che indossa il fanciullo.
La visita alle Scuderie è anche affondare dentro un pouf e perdere lo sguardo ne La cattedrale di Rouen, un olio su tela datato 1892. La chiesa perde i contorni e diviene un tutt’uno con il cielo, rosa, come se ci trovassimo di fronte al sorgere di una nuova alba. È la resa dell’istantaneità con l’eternità del monumento. Monet non è interessato ai paesaggi in sé, né alla scena. Lo attraggono lo studio della luce e dei colori nel trascorrere del tempo. Dietro ad ogni quadro ci sono centinaia di studi preparatori. Al contrario di quanto si possa credere niente è lasciato al caso. In Waterloo Bridge, dipinto a Londra nel 1900, la luce azzurra confonde e amalgama il paesaggio. Le ciminiere delle fabbriche non sono più protagoniste della città della rivoluzione industriale, ma è la nebbia la prima attrice, la natura predomina sull’uomo. Anche il ponte e le barche si intravedono appena. Noi forse non segneremo la storia dell’arte, cambiandone il corso, ma sicuramente abbiamo sei persone che hanno cambiato il corso della nostra esistenza e che possono raccontarlo. Quali sono le vostre?
Claude Monet - Marine, Pourville (Marina, Pourville), 1881
olio su tela, 57 x 72,8 cm
Conservation Départemental du Patrimoine et des Museès – Abbaye de Flaran – Coll. Simonow
Claude Monet - Portrait de Jean Monet (Ritratto di Jean Monet), 1872 ca.
olio su tela,42 x 33 cm
Fondation Bemberg, Toulouse – France
Claude Monet - Cathédrale de Rouen (La cattedrale di Rouen)
olio su tela, 100 x 66 cm
The National Museum in Belgrade
Claude Monet - Waterloo Bridge (Il ponte Waterloo), 1900
olio su tela, 65,4 x 92,7 cm
Santa Barbara Museum of Art, Bequest of Katherine Dexter McCormick in memory of her husband, Stanley McCormick
Claude Monet - Passerelle à Zaandam, 1871
olio su tela, 47 x 38 cm
Cliché P. Tournier, Musées de Mâcon
Claude Monet - Printemps (Primavera), 1873
olio su tela, 60,5 x 81 cm
Johannesburg Art Gallery
Donazione di Otto Beit, 1910
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L'autore
Maria Veronica