Questo articolo sarebbe potuto cominciare con diversi argomenti, tutti legati alla sicurezza internazionale e alle minacce che il regime iraniano pone quotidianamente alla stabilità mondiale. Invece no, vogliamo iniziare questo pezzo con una notizia diversa, legata ai diritti umani. Il sito Payvand, in questi giorni, ha diffuso la notizia della reazione da parte di una donna ad un clerico iraniano che – in maniera oppresiva – l’aveva inseguita per importe di sistemare il suo velo. La donna, prima ha chiesto più volte al clerico sciita di allontanarsi poi, coltà dalla rabbia, lo ha spinto facendolo cadere a terra. Ovviamente la questione è diventata di dominio nazionale e, il clerico “ferito”, ha accusato la donna di averlo picchiato e costretto a tre giorni di ospedalizzazione.
Non vogliamo diventare retorici e reiterare la solita manfrina sulla “condanna della violenza”. E’ fin troppo ovvio che l’uso di metodi violenti, se possibile, deve essere evitato. La verità, però, è che in Iran esiste un regime che perseguita le donne e una polizia morale che, particolarmente dopo la presa del potere di Ahmadinejad, ha fatto della persecuzione delle donne, deglio oppositori politici, dei gay e delle minoranze, una prassi quotidiana. Purtroppo, nonostante le mille parole, il mondo ha sinora fatto troppo poco per difendere il popolo iraniano.
Il sostegno dell’Iran ad Assad: ormai, purtroppo, siamo alle comiche
Lo sappiamo: se Bashar al-Assad è ancora al suo posto, il “merito” è quasi tutto dell’Iran. Il sostegno di Teheran al dittatore siriano è, praticamente, incondizionato e sinora ha prodotto oltre 27,000 morti. Adesso, in aggiunta, sappiamo anche che la Repubblica Islamica invia uomini e armi a Damasco tramite aerei civili che attraversano i cieli iracheni e che uno degli ufficiali Pasdaran coinvolti nella repressione delle dimostrazioni di piazza in Siria, è lo stesso che ha represso le manifestazioni popolari in Iran dopo le elezioni Presidenziali del 2009 (precisamente si tratta del Generale Hossein Hamedani).
Adesso, però, il colmo è stato raggiunto quando, pochi giorni fa, l’Iran ha proposto a Turchia, Egitto e Arabia Saudita di inviare suoi osservatori in Siria per “favorire la fine della violenza nel Paese”. Insomma, per dirla in poche parole: i consiglieri militari iraniani hanno ordinato ad Assad cosa fare, hanno dato soldi e armi al regime per non farlo cadere e ora pretendono di fare da mediatori per porre fine la conflitto. Che dire? Alla vergogna, a volte, proprio non c’è fondo…
L’AIEA condanna ancora l’Iran
L’AIEA – l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica – sarebbe pronta a pubblicare una nuova risoluzione di condanna verso l’Iran. La bozza della risoluzione sarebbe già stato presentata a Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna e Francia ed è entrata in possesso dell’istituto americano ISIS. Il testo, come è possibile vedere, condanna Teheran per i suoi inadempimenti in merito al programma nucleare ed esorta (“urge”), la Repubblica Islamica a dare immediata risposta alle domande dell’Agenzia Internazionale.
Nel frattempo, dopo l’Arabia Saudita, anche gli Emirati Arabi Uniti sono pronti a far partire il loro programma nucleare, questa volta grazie al sostegno del Canada. Ancora una volta, l’ennesimo effetto diretto della proliferazione nucleare generata dal programma atomico dell’Iran…