Magazine Diario personale

Clikka che ti passa

Da Giupy
Diverse circostanze - quali l'inizio delle lezioni, il fatto che piove ogni pomeriggio quando io sto per uscire di casa- mi hanno tirata fuori a forza dalla Buffalo Pool e ho ricominciato la mia vita di leggere/pensare/studiare/fare la dottoranda semiseria. Pero' lungi da me il lamentarmi, perche' abbiamo gia' avuto un week end lungo per il Labor Day (perche' farlo il primo di maggio come tutti gli altri Paesi sarebbe stato troppo socialista, immagino) e ho potuto festeggiare il mio compleanno. Cosi' per i miei- ehm, diciamo- ventun anni (o forse qualcuno di piu') ho avuto non una ma bensi' due torte, di cui una rispecchia perfettamente la frase "A moment on your lips, forever on your hips".
In tutto cio', questo semestre faccio da teaching assistant ad un professore, ed essendo io volenterosa di imparare mi sono messa anche a seguire dei workshops che sostanzialmente ti insegnano come diventare una brava professoressa, in vista di quel futuro piu' o meno prossimo in cui saro' capobranco di una classe tutta mia.
Questo mi ha fatto imparare delle cose del tutto inaspettate.
Per esempio: io posso chiedere ai miei studenti di non masticare la gomma in classe, ma non posso chiedergli di non portare in classe la loro pistola.
Clikka che ti passaPerche' si sa, qualcuno potrebbe puntarmi una gomma contro...
Oltretutto, io nella mia ingenuita' ho sempre pensato che per essere un bravo insegnante bastasse conoscere bene la materia. Mi ricordo quand'ero all'universita' in Italia che i professori entravano, si presentavano, e iniziavano a spiegare, senza power point o sessioni interattive con gli studenti, e soprattutto strafregandosene di chi fossi io e di che facessi nel tempo libero. Io, che ho scoperto essere un essere umani riprovevole, ero abbastanza convinta di poter fare lo stesso, e ignorare i miei studenti e le loro necessita'. Invece grazie a questi workshops ho scoperto che bisogna INTERESSARSI agli studenti, imparare i loro nomi, scrivergli delle mail quando non vengono a lezione, rispiegargli le cose se non capiscono. Trattarli insomma come dei perfetti esseri umani a cui vogliamo anche un po' bene. 
Uno dei motivi fondamentali per cui questo succede e' che noi non vogliamo assolutamente che gli studenti si trovino male e abbandonino l'universita', o che falliscano nei test finali. E anche qui la Giupy Cuoredipietra si e' chiesta "ma perche' a me dovrebbe fregare qualcosa?". Sono dei diciottenni, quindi ormai adulti, se hanno voglia di studiare e di capire che si applichino, altrimenti per quanto mi riguarda possono pure andare a fare i baristi in uno dei mille caffe' organici e locali che crescono come funghi a Boulder, o a vendere marijuana in uno dei dispenser ora legali. Ma, ovviamente, nelle mie riflessioni da persona orribile non ho considerato il punto fundamentale: mentre io come studente in Italia ero totalmente inutile e il fatto che mi laureassi o meno fosse indifferente ai piu', qui gli studenti pagano rette di 30 000 dollari. E poi ditemi che i soldi non cambiano tutto..
Clikka che ti passaChe poi magari uno si sbatte per i propri studenti e loro nel tempo libero sono cosi'
Dopo aver scoperto di essere quindi una potenzialmente terribile insegnante, ho deciso di metterci tutta la mia buona volonta' cercando di arrivare in classe ben pettinata vestita sorridente e preparata a rispondere a tutte le domande degli studenti. Come primissima cosa ho fatto cadere TUTTI i syllabi del semestre che dovevo distribuire suscitando un sacco di sguardi di pieta' degli studenti - della serie "ma chi e' sta sfigata?".
Poi, e' arrivato il primo studente a farmi una domanda: "Che versione del clicker devo comprare?". Al che la preparatissima Giupy lo guarda con occhi vuoti e riesce solo a balbettare "Clicker?". Vuoto e balle di fieno che rotolano nella mia mente. Cosi'- a mie spese- ho scoperto una nuova cosa sull'universita' americana: gli studenti usano i clickers.Il clickers e' una cosa che si presenta sotto queste sembianze:
Clikka che ti passa
Il clicker e' in realta' una cosa fantastica ed utilissima. Per prima cosa, grazie al clicker tu sai quanti studenti partecipano alla tua lezione e dal momento che la frequenza e' obbligatoria questo ti salva dal dover raccogliere DUECENTO firme su un pezzo di carta che sicuramente perderai. Ma la vera potenzialita' del clicker e' che puoi fare dei sondaggi stile aiuto-del-pubblico di "Chi vuol essere milionario". Infatti ci sono quattro pulsanti e questo permette agli studenti di dare delle risposte a delle domande collettive tipo "Hai visto l'ultimo Star Wars? Quanto ti e' piaciuto?". Ora, mi rendo conto che il clicker dovrebbe essere usato a scopo pedagogico, ma temo che se mai mi trovero' a gestire una classe obblighero' tutti a comprare il clickers e passero' il tempo a fare domande sceme tipo "Ti piace di piu' Johnny Depp o Ryan Gosling?". E tutti mi odieranno perche' il clicker costa QUARANTA dollari, cioe' piu' del manuale per l'esame finale. D'altronde, pero', stiamo parlando di gente che paga trentamila dollari l'anno e per questo motivo pretende che io mi interessi a loro.
In tutto questo, mentre imparo sempre piu' cose e sono sempre piu' convinta che dopo il dottorato dovrei pensare seriamente ad un corso di pasticceria per diventare una cioccolataia, continuo ad immaginare me stessa in veste di insegnante piu' o meno cosi':
Perche' "How I met your mother" ha un finale orrendo ma per il resto mi ha fatto morire dal ridere per svariate stagioni.. 

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