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(c)lima, l'ambiente e la sua tutela non possono piu' attendere

Creato il 05 dicembre 2014 da Alessandro @AleTrasforini
Importanti e pesanti dovranno essere i contenuti ed i provvedimenti che dovranno assumere gli oltre 4mila delegati, rappresentanti di 196 Paesi a livello mondiale, riunitisi a Lima in occasione della ventesima Conferenza delle Parti.
La tutela e la prevenzione del patrimonio ambientale sono argomenti tanto importanti quanto tremendamente sottovalutati, nel panorama attuale; servono decisioni che non rimandino all'eterna ricerca del compromesso diplomatico, fatto più per prendere (o perdere, dipende dai punti di vista) tempo che per conseguire risultati importanti sul medio-lungo termine.
Tale vertice dovrebbe essere quindi il meno interlocutorio possibile, avendo come obiettivo quello di spianare la strada e/o minimizzare le difficoltà esistenti in vista del vertice 2015 di Parigi. In vista di tale occorrenza, infatti, si dovrebbe sottoscrivere un nuovo accordo internazionale finalizzato ad andare oltre i canoni previsti dal Protocollo di Kyoto. I tempi per un cambiamento/aggiornamento sembrano essere più che maturi, rispetto alla fine degli anni '90: un cambiamento è tanto urgente quanto imprescindibile da perseguire mediante fatti concreti.
I settori su cui si dovrà riflettere per imporre piani strutturali e concertati a livello mondiale dovranno essere (purtroppo) i soliti, a riprova di una tanto eterna quanto mancata risoluzione delle controversie tematiche fondamentali: tagli ai livelli di emissioni atmosferiche, aumento dell'utilizzo di energie rinnovabili e definizione di metodi pratici per migliorare l'efficienza energetica del patrimonio esistente.
Nonostante le molte premesse e le molt(issim)e ragioni per cui sembra opportuno adoperarsi in maniera sostanziale e non certo formale, allo stato attuale sembra lontano un punto di incontro utile a superare le divergenze. Riportando infatti parole attribuite a delegati chiamati a rappresentare il Wwf, è possibile riportare quanto definito nel seguito:
"[...] Le trattative non sembrano aver cambiato passo. [...] I negoziatori non hanno ricevuto un mandato molto diverso da quello degli altri anni e stanno qui a fronteggiarsi secondo canoni visti già molte altre volte. Da una parte abbiamo bisogno ella riduzione delle emissioni a qualunque costo, tra l'altro a un costo più basso del previsto per evitare il cambiamento climatico. La seconda parte del problema riguarda l'equità, [...] le riduzioni vanno fatte in modo equo tenendo conto della situazione dei paesi e va tenuto conto della responsabilità storica e [...] devono partecipare di più i paesi che inquinano di più. Siamo coscienti che i negoziati sono difficili ma d'altronde abbiamo una sola scelta. Questa è una sfida comune, ma secondo me sarebbe importante che i cittadini del mondo sentano che questa è una sfida comunque. [...]" (Fonte: intervista a M.Midulla, ecoblog.it)
Il cambio di passo avrebbe potuto ricalcare, quantomeno negli intenti, le premesse parzialmente intraviste nel recente accordo fra Usa e Cina; tali Stati rappresentano, sia per estensione che per evidenti ragioni socio-economiche, il 42%-45% delle emissioni totali registrate a livello mondiale.
Da questo punto in poi, sono stati declinati i termini dell'accordo sottoscritto:
"[...] Usa e Cina hanno raggiunto un accordo per ridurre le emissioni di gas serra. [...] Lo storico accordo [...] prevede nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio degli Usa e l'impegno della Cina di fermarne l'aumento entro il 2030. L'amministrazione Usa si è impegnata a ridurre le emissioni del 25-28 % entro il 2025, sulla base dei dati fissati nel 2005. [...]" (Fonte: repubblica.it)
I punti deboli permangono anche in questo impegno che, nonostante tutte le formalità del caso, sembra avere più di qualche crepa nel merito: quanto saprà essere formale e non strutturale nel tempo? Riuscirà ad incidere nel tessuto micro-economico enormemente difficile da inseguire per la grande complessità dei Paesi sottoscrittori? Quanto riuscirà ad incidere l'azione del Presidente Obama, avendo lo stesso perso il controllo sostanziale dei provvedimenti attuabili a vantaggio repubblicano? Larga parte di queste domande potrebbe trovare conferma in ulteriori aspetti tanto critici quanto (a rigor di logica) necessari da risolvere:
"[...] i tagli promessi sono alquanto modesti. Gli Usa promettono una sforbiciata del 26-28% (rispetto però ai livelli del 2005) entro il 2025, mentre la Cina ha promesso che raggiungerà il proprio picco di emissioni nel 2030 e che dopo quella data si impegna a far calare i gas serra. [...] pare impossibile che i due paesi si impegnino per attuare tagli più corposi in tempi più stretti. [...]" (Fonte: panorama.it)
Al netto di ostacoli e punti di vista, comunque, il summit di Lima dovrà essere più sostanziale che interlocutorio. Questo in vista, soprattutto, della (si spera) definitiva sottoscrizione in vista dell'accordo di Parigi previsto per l'anno 2015.
Oltre agli aspetti afferenti alla tutela ambientale in fatto di emissioni e riduzione di sprechi, sembra essenziale e dirimente strutturare anche importanti provvedimenti sul fronte economico-finanziario. Implicito è, in questo caso, il riferimento ai contenuti previsti internamente al cosiddetto "Fondo Verde":
"[...] Esiste [...] un Fondo Verde per il clima dell'Onu che punta a raccogliere 10 miliardi di dollari entro la fine del 2014, ma per adesso è fermo a 9,4. Una cifra che i rappresentanti dei paesi poveri giudicano risibile, chiedendo lo stanziamento di almeno 15 miliardi. Come si vede siamo in ogni caso [...] lontanissimi da quei 100 miliardi l'anno il cui stanziamento era stato promesso alla fine della Conferenza sul clima di Copenaghen del 2009 entro il 2020. I soldi servono a sviluppare un'economia verde nei paesi poveri [...] con il doppio obiettivo di far uscire milioni di persone dalla povertà e promuovere uno sviluppo a basso tasso di carbonio. Più benessere con meno emissioni, insomma. [...]" (Fonte: panorama.it)
Il dualismo dovrebbe riguardare, nei fatti, le necessità contemporanee di definire percorsi votati a tutelare i Paesi poveri e far pagare ai Paesi emergenti una parte più o meno consistente dei loro vantaggi cumulati in tema di sviluppo economico ed abbattimento dei livelli di tutela ambientale per favorire la stessa crescita economica. L'opinione di Legambiente muove infatti nella direzione di valutare tutele e sicurezze proprio per un argomento come questo, tremendamente complicato da bilanciare e dirimere nella sostanza dei fatti:
"[...] A Lima vedremo se i Governi hanno recepito [...] il messaggio chiaro e forte che viene dai cittadini e dal mondo scientifico e se finalmente passeranno dalle parole all'azione. Sembrano esserci le condizioni affinché superino le incomprensioni del passato e  definiscano una prima bozza del nuovo accordo, in modo da avere tutto il prossimo anno per concordare nei dettagli il testo finale da sottoscrivere a Parigi. [...]
Al centro dell’agenda della Cop20 di Lima vi è la messa a punto del testo negoziale per il nuovo accordo globale sul clima da sottoscrivere il prossimo dicembre 2015 a Parigi. Il nuovo accordo globale sul clima sarà poi operativo solo a partire dal 2020 secondo quanto già concordato nel 2011 a Durban. [...] come evidenzia il recente 'Emission Gap Report' [...] gli impegni di riduzione delle emissioni al 2020 assunti finora sono insufficienti [...] a garantire il rispetto a costi accettabili della soglia critica dei 2°C.  Bisogna adottare subito [...] un piano d’azione per colmare il divario fondato sullo sviluppo delle rinnovabili e l’efficienza energetica, altrimenti più tarderemo a ridurre le emissioni, più alti saranno i costi che dovremo sopportare in futuro. [...]"
(Fonte: greenreport.it)
Al netto di questi e di moltissimi altri possibili dati e punti di vista, pertanto, emerge come imperativa e prevalente la necessità di trarre provvedimenti pesanti per invertire la rotta di quella che sembra una pericolante e pericolosa china. Provvedimenti tanto pesanti quanto concreti, dunque.
Clima e prevenzione ambientale non possono più aspettare, in alcun modo. Senza affidarsi a dualismi e/o polifonie diplomatiche dalla dubbia efficacia.
(C)LIMA, L'AMBIENTE E LA SUA TUTELA NON POSSONO PIU' ATTENDERE
Per saperne di più:
"Clima, il vertice Onu di Lima in 7 punti", M.Buonadonna, panorama.it
(http://www.panorama.it/scienza/green/clima-onu-vertice/#gallery-0=slide-8)
"Clima, alla COP20 negoziati rigidi", M.Perotta, ecoblog.it
(http://www.ecoblog.it/post/140276/clima-alla-cop20-negoziati-rigidi-intervista-hangout-da-lima-a-mariagrazia-midulla-responsabile-wwf)
"Cambiamenti climatici, accordo tra Cina e Usa per azione globale", ecoblog.it
(http://www.ecoblog.it/post/139344/cambiamenti-climatici-accordo-tra-cina-e-usa-per-azione-globale-i-commenti-di-greenpeace-kyoto-club-e-legambiente)
"Ue,avanti tutta a Lima per accordo vincolante su CO2", ansa.it
(http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2014/11/30/ueavanti-tutta-a-lima-per-accordo-vincolante-su-co2-_bc1ee641-dd89-4eb5-a887-41970963d27e.html)
"Clima, Legambiente: 'Lima occasione per colmare gap fiducia tra paesi industrializzati e non'", greenreport.it
(http://www.greenreport.it/news/clima/clima-legambiente-lima-occasione-per-colmare-gap-fiducia-paesi-industrializzati-non/#prettyPhoto)
"Clima: al via i negoziati ONU a Lima, presenti oltre 190 Paesi", meteoweb.eu
(http://www.meteoweb.eu/2014/12/clima-via-i-negoziati-onu-lima-presenti-190-paesi/358583/)
"Gas serra, Usa e Cina s'impegnano a ridurre le emissioni 'entro il 2030'", repubblica.it
(http://www.repubblica.it/ambiente/2014/11/12/news/gas_serra_usa_e_cina_s_impegnano_a_ridurre_le_emissioni_entro_il_2030-100336891/)

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