“Cloe, invece” di Micah Player, Gallucci

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

Io sono primogenita. E dato che i miei genitori si sono decisi per una seconda nascita quando io avevo già raggiunto i sei anni, per un lungo periodo, sola con i miei giochi, il desiderio di una sorellina è stato vivo e sentito in me.
Così tanto che quando finalmente Silvia è arrivata, ai suoi primi dispetti nei miei confronti, mia madre ribatteva ai miei sacrosanti lamenti facendomi notare quanto, da figlia unica, l’avessi desiderata.
Ricordo ancora, a distanza di più di trent’anni, la mia puntuale e risentita risposta: “Sì, ma io mica la volevo…così!”

Ecco, ho sorriso nel leggere il nuovo albo edito da Gallucci, “Cloe invece” – scritto e disegnato da Micah Player – perché, oltre alla tenerezza e alla simpatia che subito suscita, mi ha portato alla memoria questo episodio, semi dimenticato ma significativo, della mia infanzia.

Eh già! I fratelli – come i figli – non si scelgono, nonostante alberghi spesso nei primogeniti un ideale che ci si aspetterebbe, fatto da caratteristiche che si vorrebbero ritrovare e difetti con i quali proprio non si avrebbe voglia di fare i conti.
Tutt’altro che i bambini piccini che improvvisamente arrivano a turbare la quiete della casa, ad assorbire le attenzioni dei genitori, rumorosi, poco pazienti, maneschi sovente, spesso per nulla delicati con i giochi altrui e propensi più a distruggere che a collaborare.

Chi vorrebbe, potendo scegliere, una sorellina così?
Di certo non la desiderava la piccola, calma e composta, protagonista di questo coloratissimo e scoppiettante albo. La quale, per dirla tutta, sperava in una esattamente come lei.
Cloe, invece…esattamente l’opposto! Mangia i pastelli che servono per colorare, strappa le pagine degli adorati libri, fa crollare le torri di costruzioni, è ingorda, disordinata, pretende sempre i giocattoli della sorella maggiore….C’è poco da stupirsi che questa poi le lanci sguardi torvi di disappunto, con le sopracciglia abbassate e la fronte aggrottata.

Ma già il lettore – grande o piccino che sia – invece di provare disappunto di fronte alle marachelle di Cloe, si sorprende ad abbozzare un sorriso, avverte una punta – e anche qualcosina in più – di benevolenza.
Perché la piccina in tuta a righe o pois – così diversa dalla composta camicetta con fiocco della primogenita -,ciuffetto sbarazzino ed enormi occhi verdi è sicuramente monella ma è altresì – inutile negarlo – adorabile.
Un concentrato di vivacità, curiosità e brio, simpatica come tutti i birbanti, intraprendente e, infondo, tenerissima.

Come non volerle bene? Impresa ardua anche per la sorella maggiore che, dopo averla sgridata perché esasperata, si pente un pochino e si prodiga per lei nel suonare musiche allegre per farla ballare.
Nelle azioni corali che seguono – corsa a cavalluccio per la casa, preparativi per la nanna – e nella dolcissima chiusa, la tranquillizzante rivelazione: Cloe va benissimo così com’è e qualche inconveniente infondo si può sopportare.

Un albo che rivela, con sincerità ed allegria, le luci e le piccole ombre del rapporto tra fratelli.
Senza chiamare in causa genitori o adulti di riferimento, si concentra su quello che è la relazione tra pari e sulle soluzioni – tutte bambine e tutte efficaci – affinché questa non solo funzioni, ma sia anche amorevole e complice.

Volersi bene nonostante le differenza, abbandonare l’idealizzazione per saper vedere la bellezza della realtà, sapersi venire incontro dando e ricevendo affetto, comprendere che un fratello o una sorella rappresentano quasi sempre una risorsa – di gioco, di confronto, d’amore -…sono tutti temi profondi portati alla luce con semplicità e con un linguaggio – sia iconico che testuale – vicino alla sensibilità infantile.

Originali ed impressive – e sicuramente efficaci per la piacevolezza e la buona resa dell’albo – le tenere e curiosi illustrazioni.
Basta voltare la copertina al technicolor – dalla quale spuntano irriverenti gli occhioni e il ciuffo di Cloe – per gettarsi in un mondo vivace e variopinto, esuberante come la sua piccola protagonista.
Tinte sgargianti che risultano allo stesso tempo armoniche e contrastanti, figure bambine che amplificano l’effetto simpatia con la predominanza e l’espressione degli occhi, un buon senso del movimento nel rendere le imprese di Cloe e una nota tenera di sottofondo che permea tutto l’albo e porta il lettore ad affrancarsene con l’animo addolcito.

(età consigliata: dai 3 anni)

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