"Narrami, o Musa, dell'eroe multiforme, che tanto
vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, molti dolori patì sul mare nell'animo suo, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni."
(Omero, Odissea)
Un anziano cantastorie siede davanti al fuoco e narra le avventure di uomini audaci, voci in lontananza che in un mondo privo della scrittura affidano ogni speranza alla sola forza delle parole: con una scena d'apertura vicina per solennità e atmosfere al proemio di un poema omerico Cloud Atlas mette subito in chiaro di voler essere un'opera pronta a rischiare per appagare la sua ambizione, ma non appena il vortice di personaggi che con rapidità si susseguono sullo schermo inizia a travolgerci e a stordirci il parallelo diviene sempre più azzeccato; abbandonate le pagine del libro di David Mitchell, la lunga Odissea dell'umanità scritta su volti dispersi nel tempo e nello spazio cresce rigogliosa nella potente architettura visiva che i fratelli Wachowski hanno costruito per noi insieme a Tom Tykwer."A half-finished book is, after all, a half finished love affair."
Con 6 inconfondibili storie diverse per ambientazione, genere e stile il rischio che Cloud Atlas fosse un frammentario pastiche a episodi era piuttosto elevato: il solido team di registi è invece riuscito nell'impresa titanica di riunire 6 film in un uno, dividendosi la gestione delle ambientazioni secondo la propria versatilità per regalarci 2 ore e 52 minuti di cinema sorprendente, incantevole, divertente e straziante.
Dal romanzo ottocentesco a quello epistolare, dalla Spy Story anni '70 alla commedia nera, dalla fantascienza distopica con atmosfere alla Blade Runner a un primitivo futuro post apocalittico, Cloud Atlas offre generi letterari e cinematografici a sufficienza per soddisfare anche il palato più esigente, per quanto non tutte le storie abbiamo la forza di stare in piedi da sole con la medesima intensità.
A rendere ogni segmento narrativo unico e indivisibile dagli altri è il meccanismo di incastri, tecnica e pur raffinata orchestrazione dell'autore, che grazie all'ottimo lavoro al montaggio sposta la stratificazione dell'intreccio su un livello deliziosamente metacinematografico(il film ispirato al surreale romanzo autobiografico dell'editore Cavendish, proiettato in gran segreto nella Seoul del 2144, esplicita definitivamente il processo): favorita da una regia omogenea tutta dalla parte della fluidità del racconto la rete universale si intesse fitta intorno a noi, concentrando momenti chiave e topoi ricorrenti, per alternare con regolarità le scale dell'odio e dell'amore fino a imprigionarci lentamente nelle sue maglie."Our lives are not our own. We are bound to others. Past and present. And by each crime; and every kindness we birth our future. "
La scelta di lasciar interpretare la grandissima varietà di ruoli sempre allo stesso gruppo di attori, spesso nascosti sotto maschere tanto ben confezionate da rimettersi del tutto allo spirito d'osservazione dello spettatore, è senza dubbio efficace nell'aiutarci a ricostruire il percorso di una reincarnazione che non conosce barriere temporali, spaziali, razziali o sessuali, perché tutti possano scegliere se difendere il bene o continuare a perpetrare il male e pagare il giusto prezzo alla legge del contrappasso: come il giovane avvocato Adam Edwing(Jim Sturgess), che si ritrova ad attraversare l'oceano per lottare contro la schiavitù e ricongiungersi alla sua amata per poi ripetere un percorso quasi identico nella terrorizzante Seoul del futuro, o il simpatico editore in cattiva fortuna Timothy Cavendish( Jim Broadment), rinchiuso in una casa di riposo da incubo nel 2012 forse per espiare le colpe degli ambigui personaggi incarnati in passato, la giornalista Luisa Rey( Halle Berry), destinata a tornare spesso come figura salvifica e infine tutti i personaggi negativi interpretati da Hugo Weaving ( visibilmente divertito in veste di infermiera nella parentesi Cavendish) e Hugh Grant, incapaci di cambiare nonostante le tante occasioni che la ruota gli ha offerto: il vero simbolo del contrappasso è però il personaggio di Tom Hanks, viscido e grottesco nella maggior parte nelle sue apparizioni e solo alla fine disposto a respingere l'ombra della sua oscurità (un altro mirabile travestimento di Hugo Weaving) e a fare ammenda.
"What is an ocean but a multitude a drops?"
Se la ribelle Somni 451(Bae Doona), vittima di un mondo che ha finito per divorare sé stesso e che non è poi tanto lontano dalla schiavitù delle piantagioni nel XIX secolo è il simbolo di un messaggio di speranza che trascende sé stesso e viaggia al di là della catastrofe, a sembrare più isolato dagli altri e con minori opportunità di riscatto( forse per non aver lottato abbastanza contro un destino avverso) è Robert Frobisher, musicista inquieto nella Edimburgo del 1936: ciononostante, il personaggio interpretato da Ben Whishaw scandisce inconsapevolmente il battito del film e ne diventa l'anima più importante, lasciandoci in eredità una sinfonia come eco delle tante voci dell'umanità insieme al ricordo di un amore disperato che pur costretto a morire una volta non sarà mai dimenticato.
Alcuni troveranno l'operazione ostica e pretenziosa, ma chi si lascerà trasportare dalla corrente per immergersi nell'oceano di Cloud Atlas troverà una delle gocce più preziose dell'inizio di quest'annata cinematografica: gli uomini sono solo nuvole di passaggio su questa Terra, ma la lunga marcia dell'Atlante continuerà finché ci sarà ancora qualcuno disposto a scegliere il cuore e a vivere una vita di passione, per quanto imprevedibile e crudele questa possa dimostrarsi.
Ps:
1)Cloud Atlas è un film che si odia o si ama, ma non siate troppo severi nei vostri giudizi: come ci insegna la storia di Timothy Cavendish, una critica spietata e non adeguatamente motivata potrebbe portare a fastidiose e spiacevoli conseguenze. 2)Avete giocato anche voi a "riconosci sotto il trucco e in ogni ruolo tutti gli attori di Cloud Atlas"? Io ho contato 4 Jim Sturgess, 4 Halle Berry, 4 James D'Arcy, 4 Hugo Weaving, 4 Hugh Grant, 4 Ben Whishaw e ben 5 Tom Hanks. Qualcuno mi è sfuggito, senza dubbio.






