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Cloud Nine - La culla della notte (III parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Il grido attirò l’attenzione di tutti, Pratt accorse per primo e si assicurò che fosse tutto a posto, non fece caso alla borraccia rimasta vicino al masso, né si accorse della scritta, più preoccupato per qualcosa di vivo che per l’inanimato – Cosa succede? ‘Lene cosa ti prende? –– Io… –– Non rilevo Mutanti nei paraggi o una traccia psionica K’Thor. –– Controllate che sia stata infettata! – consigliò Roman, tenendosi a distanza.
– Non dite fesserie, non… –Selene si tirò in piedi e gridò – Basta! –Ottenne l’effetto desiderato, anche se non era riuscita a mantenere ferma la voce. Nessuno doveva sapere cosa c’era in quel luogo e se davvero in quello spiazzo in mezzo ai tunnel era iniziato il massacro degli uomini della Xaletra, Selene non voleva saperlo, il solo fatto che T’Taf le volesse mostrare quel luogo e le parole del comandante della sciagura che soccombeva al parassita dei Mutanti, la diceva lunga su cosa avesse intenzione di fare l’incensato.– Andiamo avanti. – ordinò afferrando lo zaino, proseguendo per i tunnel.– Aspetta. – la richiamò Pratt, sospettoso – Che ti è preso? Sai meglio di noi che non possiamo ignorare nulla! –Selene scosse la testa, una parte di se avrebbe voluto farsi stringere e cullare dall’agente di controllo, l’altra voleva andare avanti e chiamare il bluff di T’Taf, in barba al regolamento e alla missione. Ci mise un istante di troppo a comprendere che le sensazioni che sentiva in quel luogo erano le stesse che avevano causato il massacro di trent’anni prima.– Già, non voglio prendere ordini da un Mutante! – incalzò Niemi, puntandole le armi addosso senza troppe cerimonie – Senza offesa, capo. –– Le funzioni vitali dell’Armiere Levkova sono nella norma. –Selene si trattenne a stento dal mandarli tutti al diavolo, fece un lunghissimo sospiro – Non sono infettata, mi sono solamente addormentata. Un solo dannato istante. –Pratt sembrò ancora più sospettoso, mentre le armi di Niemi non accennarono ad abbassarsi, solo Larsson le venne in aiuto – Non posso credere che siate davvero così paranoici! –– Nei tunnel sopravvivono solo i paranoici. – ribadì Niemi.– Lasciatela in pace, siamo tutti molto stanchi e questa dannata caccia all’uomo ci sta esasperando ancora di più. Se Rods dice che è tutto a posto, per me è così! –Selene si permise di ringraziare tacitamente il Colonnello per la sua determinazione a proteggerla, purtroppo per la mascolinità di Larsson si costrinse a rimettere tutti in riga con un ordine secco – Dobbiamo muoverci, non sappiamo cosa vogliano gli incensati e l’ultima cosa che voglio è rimanere qui! Se davvero siamo fortunati il loro intento era di sviarci, non serve che io vi spieghi cos’altro possano aver architettato per noi! –Per un istante nessuno si mosse, ma lo sguardo sollevato di Pratt fece rilassare tutti, compreso Niemi e le sue armi – Hai ragione, ma dobbiamo essere sempre sicuri. –Per tutti gli agenti del CAO ciò che era successo agli uomini della Xaletra era stato un duro colpo: per la prima volta i servizi segreti non erano riusciti a intervenire prima che la situazione precipitasse, ma cosa ancora più sconcertante, erano stati proprio gli agenti dei servizi segreti a causare quella disgrazia. Non c’era stata possibilità di negare le colpe dei singoli, ma la vittoria sui Mutanti aveva messo in secondo piano le morti e le responsabilità. Tutti avevano preferito dimenticare, a partire dalle alte sfere.– Riprendiamo, non serve fermarci più di così, l’ultima cosa che voglio è farci trovare con la guardia abbassata per qualche paranoia senza senso. – li esortò sistemandosi lo zaino sulle spalle.Al bivio presero il tunnel che secondo le rilevazioni di Rods sembrava avvicinarsi alla superficie e per un istante Selene s’immaginò di trovare un’uscita per la superficie. Avrebbe potuto liberarsi di Larsson e usare maniere ancora più invasive per stanare il loro obiettivo, senza contare che avrebbe riposato seriamente, almeno per una sera. Restava il fallimento di aver perso T’Taf e gli altri incensati, ma c’era sempre tempo per braccarli con tutti i mezzi del CAO, una volta risolta la questione Mutanti.Si sentiva rinfrancata e per qualche minuto dimenticò persino di aver trovato quella scritta sul muro della caverna o la borraccia, ma la sua mente tornò a quel ritrovamento: alla prova che qualcuno poteva aver ceduto al parassita dei Mutanti, condannando l’intera spedizione a morte.Non riuscì a metabolizzare quelle idee, Larsson le circondò le spalle con un braccio, come se fossero una dannata coppietta impegnata a passeggiare per strada la domenica pomeriggio – Sei davvero una pessima bugiarda, lo sai? – le sussurrò, fingendo di darle un bacio.– Cosa intendi? –– Eri spaventata a morte, troppo spaventata per un semplice sogno. –– Pensi di conoscermi così bene? – lo incalzò Selene, scostandosi. Non voleva farsi psicanalizzare da un dannato Colonnello dell’esercito, specie dopo ciò che aveva visto e con Pratt che la osservava con più attenzione di prima.– Non conosco come ragionano le spie, ma so come ragionano i soldati e credo che la tua mente mi stia già influenzando più di quanto pensassi. – ammise l’uomo, mantenendo le distanze – Tu hai avuto il sangue freddo di farci esplodere una caverna addosso, tagliando la nostra unica via di fuga. Non puoi essere spaventata da un sogno qualsiasi. –Selene scosse il capo. Poteva continuare a negare, ma non poteva nascondersi al legame psionico che si stava creando tra loro e Larsson avrebbe compreso sempre meglio i suoi stati d’animo, prima ancora di comprendere i suoi sentimenti. Restava solamente da capire se sarebbero rimasti in vita entrambi per un tempo sufficiente a far capire al Colonnello ogni cosa.– Se non vuoi parl… –La voce del Colonnello venne interrotta da un grido di fronte a loro. Qualcosa di troppo simile a un gracchio per assomigliare a un ruggito e troppo raschiante per considerarsi assordante, ma con l’inconfondibile intonazione di una minaccia. Mutanti!La squadra si appostò lungo il tunnel, puntando le armi verso la direzione da cui erano venute le grida, nessuno si mosse – Al diavolo i sensori, da dove sono sbucati? –– Un patto di sangue. – sussurrò Selene, ricordando l’epitaffio sul muro della caverna. Poi riprendendosi gridò decisa – Preparatevi, Rods cerca di capire da dove arrivano. Niemi e Roman voi due in prima linea, cerchiamo di metterli in rotta! Matias tu pensa alle retrovie. –

Cloud Nine - La culla della notte (III parte)

Fare la spia vi sconvolgerà la mente!


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