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Cloud Nine - Missione fallita (III parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Ancora scossa per ciò che aveva fatto al colonnello, Anne tentò un altro approccio verso Larsson – Matias devi rimanere calmo. –
Il Colonnello la fissò, lo sguardo ancora presentava i segni del legame spezzato e benché si fosse pulito, c’era ancora del sangue sul suo viso. L’espressione però era la stessa piena di odio che rivolgeva a Durban, alimentata dal contraccolpo psionico e dai segreti che aleggiavano tra loro – Mi calmerò dopo che avrò fatto a pezzi voi due! –
– Tu non sei così. – gli ricordò Anne. Aveva capito di aver commesso un errore grandissimo: isolarlo in quel modo mentre Durban giocava con la sua mente poteva avere effetti devastanti per l’uomo di cui Anne si era innamorata, al punto da renderlo solo un bruto senza cervello agli ordini del suo stesso carceriere.
Le sarebbe bastato un solo istante, un tocco appena accennato e uno sguardo, gli avrebbe dimostrato che non era solo e che non doveva più sottostare alla tortura di Durban, ma doveva farlo senza far insospettire il loro carceriere, altrimenti sarebbe stato tutto inutile – Ricorda chi sei, Matias! –
– Sono un Colonnello dell’esercito e quando mi libererò vi farò pentire di essere nati! –
– Allora vuoi colpirmi? Avanti, fallo! Dimostrami cosa sai fare e finiamola! – lo incitò Anne, avvicinandosi con le braccia allargate, come per accogliere l’eventuale colpo dell’altro – Sono pronta a dimostrarti di cosa sono capace! –
– Smettetela oppure vi sparerò sulle ginocchia, guardandovi annaspare a terra dal dolore. – intervenne Durban, sfoderando la pistola – Devo tenervi in vita, ma gli ordini non parlano di condizioni particolari! –
Anne lo ignorò facendo l’ultimo passo che la separava da Larsson. Afferrandolo per il collo e usando tutta la sua capacità psionica per imprimergli nella mente ciò che doveva sapere sul settore M12, compresa la sua debolezza nei confronti di Durban.
Lo sguardo di Larsson cambiò dall’ira alla speranza e Anne fu costretta a usare quel mezzo per confessargli ogni cosa. Ho dovuto farti del male, ti avrebbero usato contro di me. Ho dovuto distruggere il legame perché ti amo, Matias. Sei tu che mi hai salvata! Dovrò fartene ancora per impedire loro di capire, perdonami!
Lo sollevò da terra gridandogli contro, mentre gli trasmetteva il ricordo del loro ultimo bacio, la voglia di rivederlo che le aveva dato la forza di uscire dai tunnel e tornare fino a Keeper Hill. Avrebbe fatto di tutto per tenere quei sentimenti al sicuro, ma non poteva permettersi che il settore M12 sfruttasse il Colonnello per controllarla, non dopo quello che avevano passato le sue precedenti incarnazioni.
– Traccia psionica confermata, soggetto riconosciuto. – intervenne una voce sconosciuta, da un punto imprecisato della tenda – Screening in corso, trauma psionico di media intensità trovato. Agente Durban i tuoi dubbi sono confermati, il soggetto AG3 è stato influenzato da un legame psionico. –
Anne si voltò di scatto, lasciando andare Larsson. Si sentì nuda e indifesa, se gli M12 sapevano di poterla colpire attraverso il Colonnello, allora non c’era più nulla da fare per lei. L’unica arma che le rimaneva era la morte. In alternativa avrebbe potuto uccidere Larsson e ristabilire quel lieve vantaggio, ma non avrebbe più saputo cosa farsene della sua vita.
– Grazie, GreyRagdoll. –
– A cosa vi serve la mia traccia psionica? Il vostro dannato trucco mi ha quasi devastato la mente! – gridò Anne, avventandosi su Durban con tutta la forza che aveva.
L’agente sorrise, colpendola in pieno volto e mandandola a terra con facilità – Con la tua traccia psionica siamo riusciti ad attivare un inibitore psionico: non potrai usare le tue preziose capacità psioniche e io potrò rilassarmi un po’, mentre il Colonnello Larsson avrà finalmente un po’ di pace. –
– Vi odio! – la rabbia non si trasformò in un flusso di pensieri concreto, ma rimase semplice adrenalina, in grado di farle tremare le gambe o poco più, tutta la sua capacità psionica sembrava dissolta. Rimase in ginocchio davanti al suo aguzzino, fissandolo senza potere più nulla.
Una bambola di pezza comparve dal nulla accanto all’agente, aveva l’aspetto di un giocattolo, eppure era alta più di un metro e mezzo, gli occhi erano due bottoni verdi e la bocca solo un filo cucito a simulare un sorriso. Non c’era espressione su quel volto artificiale, ma non serviva nulla di più per renderla pericolosa.
Nella memoria di Anne il temibile virus intelligente GreyRagdoll era una delle tante armi a disposizione del settore M12 per mettere in ginocchio il resto della colonia xatrana, capace di simulare intere vite come se le avesse vissute in prima persona.
Anne ricordò di colpo come la mite e pacifica Gill Rods potesse diventare quella bambola di pezza, ricordava anche un corpo artificiale identico a Gill Rods muoversi grazie a degli innesti intracranici, ma probabilmente c’era più di una bambola in carne e ossa e quella che stava davanti a Durban era solo una piccola porzione di quel mostro informatico.
– Ci siete proprio tutti! Sono così importante per voi? –
– La natura del soggetto AG3 deve essere preservata. Direttiva quindici, il progetto Mindcrawler dev’essere protetto e sorvegliato. Direttiva sedici, la natura del progetto Mindcrawler deve rimanere riservata, ogni tentativo di divulgare gli obiettivi del progetto sarà punibile con la morte. Dir… –
– Abbiamo capito, dolcezza. – la richiamò Durban, voltandosi alla bambola di pezza – Quando Farane sarà qui non ci saranno più problemi relativi alla sicurezza. –
Anne si sentì mancare, come poteva essere stata tanto stupida da tornare in quel luogo sapendo che il settore M12 avrebbe schierato solo agenti in grado di annullare le sue capacità psioniche? Si voltò a guardare Larsson, piegato dal dolore e dal trattamento che gli aveva riservato la stessa Anne, nel folle tentativo di proteggere i sentimenti che provava per lui.
Lo sguardo impaurito del militare la fissava, più preoccupato di tornare il bersaglio delle sue torture che dei folli piani di Durban. Non c’era altro sentimento che il terrore in quegli occhi e Anne sapeva che era riservato esclusivamente a lei e alle sue capacità psioniche. Quindi sei rimasta ciò che eri fin dal principio e neanche un sentimento vero può cambiare il mostro nato nei laboratori del settore M12. Tanto vale accettarlo, tanto vale arrendersi e non combattere più.
– Durban dammi una branda, se dovrò aspettare che decidiate come uccidermi, preferisco dormire un po’ prima dell’esecuzione. – il punto dove le avevano perforato il cranio per praticarle l’innesto di memoria prese a dolerle.
Era consapevole che le avrebbero aperto il cranio per strapparle tutte le informazioni di cui avevano bisogno per la sua prossima incarnazione, ricordava molto bene il dolore e l’agonia prima della morte era il suo ricordo più vivido, ma forse per una come lei una morte così brutta e inutile sarebbe stata meritata.
Lanciò un ultimo sguardo a Larsson mentre aspettava una risposta dall’agente. Il Colonnello distolse lo sguardo, rannicchiandosi nel suo angolo come per sfuggirle. Dell’uomo di cui Selene Levkova si era innamorata non era rimasto che un guscio vuoto e Anne aveva aiutato a rendere quel processo più veloce.

Cloud Nine - Missione fallita (III parte)

Liberate la vostra mente da ogni fardello!


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