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Cloud, una nuvola della conoscenza sopra Torino

Creato il 24 novembre 2012 da Giorgiofontana
Cloud, una nuvola della conoscenza sopra TorinoIl nostro cervello ha forma di nuvola.
Guardate una dissezione, uno schema, i disegni e gli schizzi, la vulgata iconografia, voi non potete osservarlo il vostro cervello,  ma vi si può garantire che la sua è la forma della nuvola ideale.
Capovolgiamo il tutto e diciamo che il meme fondante per rappresentare la nuvola ideale è il cervello umano.
Nulla a che vedere con la realtà, le belle nuvole gonfie di vapore acqueo, più leggere dell’elemento gassoso in cui sono immerse, con qui classic rigonfiamenti che li fanno sembrare dei batuffoli o dei cuscini, luohi su cui si poggiano angeli e vagabondi sognatori, non esistono o se esistono lo saranno per un tempo unico scomposto poi da altri complessi fattori, come la velocità del vento, la pressione, la temperatura.
Ma avere la testa fra le nuvole, la mente altrove è un figurazione antichissima.
In inglese si dice brain cloud: la condizione quando la mente è altrove e qualcosa viene dimenticato o fatto in modo non corretto per questo motivo.
Allora abbiamo voluto rappresentare il mainstream informatico degli ultimi anni, il Cloud computing, non tanto come l’architettura astratta con la quale hardware e software insieme abbandonano, come palloncini colorati, le sala macchina pieni di server, router, firewall disposti in modo caotico in armadi da cui scendono cavi e fanno fuggire da sempre gli addetti alle pulizie, ma quanto come l’altrove della nostra mente. Abbiamo pensato che il passo necessario per comprendere la necessità o meno dell’adozione di una nuova tecnologia sia quella di capire le sue implicazioni, positive e negative, nella vita di tutti i giorni delle aziende, dei loro clienti, dei macrosistemi e dei singoli individui.
La formazione della conoscenza e della coscienza, dei pensieri e la loro comunicazione verso l’esterno sono processi che ormai si sono esteriorizzati dal nostro organismo e siamo stati pronti o siamo pronti a delegarne parte al digitale e alla realtà virtuale.
L’elaborazione dei dati che abbiamo raccolto e immagazzinato è un’attività che sempre più deputiamo ai sistemi informatici, lasciando a noi le parti terminali, progettazione e consumo di dati, informazioni, contenuti di conoscenza e intrattenimento.
Ora abbiamo anche un nonluogo in più dove poter accedere sempre e ovunque a sapere e svago, spesso senza neppure più un confine netto tra i due domini. Utilizzando per il loro consumo strumenti sempre più sofisticati come i tablet, le piattaforme di gioco interattivo, le smart tv. Con un grande paradosso di poter studiare la meccanica quantistica sulla playstation e con la testa nella nuvola, semantema di una nuova era di consumo delle conoscenze. Il Cloud computing, l’accesso a dati, sapere e conoscenze, l’elaborazione delle stesse e la disponibilità  di calcolo e memorizzazione in qualsisi momento e luogo è la tecnologia che da qualche anno ci permette di estendere alcuni dei poteri della nostra mente nell’Io digitale. Di questo tema ne parleremo con Massimo Griffa, amministratore delegato di Loescher,  il 6 dicembre al Museo della Radio di Torino, e con lui Massimo Rosso e Gianni Bellisario di RAI, Gabriele Elia di Telecom e Anna Masera de La Stampa. Restate sintonizzati.

Semantema


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