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Coaching Case History – 2da Parte

Creato il 24 febbraio 2012 da Copywriter @copywritermilan

Coaching Case History

Jessica Neri e il coaching con Silvia Minguzzi

Continua dalla prima parte.

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Hai sentito che quando facevi progressi questo poteva avere ripercussioni negative?

A me dispiace far soffrire gli altri, è una mia caratteristica e questo mi portava a non prendere delle decisioni perché non volevo creare problemi agli altri. In realtà se non ti riconosci e non ti rispetti, non riesci a far star bene gli altri. Tutto ciò che non viene da una scelta non riesce bene. Succede che prolunghi il doppio una sofferenza che ha esiti negativi anche sugli altri. Si rischia di rovinare anche quello che c’è di buono. Il mio tallone di Achille è proprio questo. Prima del coaching non ero a conoscenza di alcuni aspetti del mio carattere, ma ora le mie debolezze le conosco e le accetto. Mi prendo la responsabilità dei miei comportamenti con una consapevolezza diversa. Silvia ti fa capire che ogni giorno nella nostra vita c’è qualcosa di meraviglioso però ce lo dobbiamo andare a prendere. Così ricominciamo a sperare e pensiamo “ce la posso fare”. A volte ci lamentiamo, facciamo le vittime perché prendere decisioni è dura e non vogliamo creare sofferenza negli altri. Silvia ti mette di fronte al fatto che devi raccontartela di meno. Ha un modo meraviglioso di dirti le cose, c’è comprensione, con uno sguardo si fa capire e impari che col modo giusto puoi dire qualsiasi cosa. Quando si hanno le intenzioni giuste si può dire tutto. Silvia riesce a districare i grovigli che abbiamo nella nostra mente.

Raccontaci qualche particolare dell’esperienza di crescita che hai fatto

Nel gruppo di persone con cui ho frequentato il Primo Anno dell’Accademia dell’Intelligenza Emotiva c’era un’alchimia meravigliosa e una bella atmosfera, si parlava di comunicazione e di emozioni. Certo si trattava di infilare il coltello nella piaga, in quell’occasione ho perso totalmente il mio equilibrio ma è stata la cosa più bella che mi sia successa. Noi abbiamo paura dei cambiamenti ma la vera rinascita avviene dopo aver demolito tutto, le nostre convinzioni e i nostri limiti. C’è stato un dissesto interiore, come avere un tornado dentro e da lì è partita la vera trasformazione. Tiziano Terzani dice che durante l’ultima fase della vita, quando siamo vecchi e guardiamo indietro, ci rendiamo conto di come tutti gli eventi siano collegati. Nel momento in cui li vivi non sai a cosa serviranno le tue esperienze ma poi trovi tutte le risposte proprio quando smetti di cercarle. A volte mi capita di ascoltare  le persone che incontro e che parlano dei loro problemi e sento che stanno parlando di me, ci sono persone che mi aiutano senza sapere che lo stanno facendo, mettendosi in gioco. Ho capito che ci si deve mettere in discussione senza mai accontentarsi e che le cose devono farmi contenta, non devo smettere di osare e devo cercare la mia strada, anche con un pizzico di follia devo ambire alla felicità, trovando il meglio per me.

E’ migliorato quindi il tuo rapporto con l’altro nell’ambiente lavorativo e in famiglia…

Io metto molta passione nelle cose che faccio, prima del coaching ero meno indipendente e meno autonoma, adesso posso fare molte cose anche da sola e sia io che mio marito siamo più liberi. Ci possiamo amare moltissimo e rispettarci anche essendo molto diversi. Oggi ho delle certezze: mio marito è come la rete per un funambolo, mi da dà la stabilità necessaria per potermi aprire al mondo, è un punto di riferimento. C’è stata una crescita e una valorizzazione del rapporto con lui anche dopo gli incontri con Silvia. Sul lavoro ho imparato a darmi in un modo più sano ed equilibrato, prima facevo sempre gli straordinari. Adesso ho cambiato il mio modo di fare e ho capito che posso essere autorevole, senza essere autoritaria e che motivando le mie scelte creo una relazione che porta alla crescita di entrambi. E’ bello sentirsi utili e a volte necessari, ma è ancor più bello quando i ragazzi lasciano la comunità sapendo che stanno bene anche senza di noi. La mia missione è mettere dei semi, anche se non vedo i risultati immediati so che il mio contributo è molto importante. Infine faccio una considerazione: puoi mostrare la fonte al cammello ma non puoi convincerlo a bere, ma sono molto contenta perché io nel frattempo imparo moltissimo da loro. Un collega ha fatto di me una bella descrizione che mi lusinga, ha detto che io rappresento per i ragazzi un ponte fra l’adolescenza e l’età adulta perché io ho ancora delle caratteristiche della giovane età in cui loro si riconoscono pur essendo adulta, matura e responsabile.

Quando le persone vedono dall’esterno una forte motivazione e una determinazione verso il cambiamento come quella che hai avuto tu possono mostrarsi diffidenti e credere che sia qualcosa di poco chiaro perché non capiscono di cosa si tratta

Il coaching con Silvia è molto gradevole perché lei ti accoglie e non dà giudizi, ha una totale apertura verso l’altro e il suo sorriso luminoso è come un caldo abbraccio. Silvia possiede una grande luce, io sono credente e vedo in lei una parte di Dio. Posso testimoniare, sulla base della mia esperienza, che l’esaltazione che viene a chi è seguito da lei deriva dalla scoperta che si può stare meglio rispetto a quando si inizia il percorso. Le persone hanno voglia di sentirsi connesse col mondo e di trovare se stesse. Quell’effervescenza e quell’entusiasmo che si prova quando si vive in prima persona questo tipo di esperienza molto forte è giustificata dal fatto che si riesce ad indagare chi si è davvero, magari anche usando l’ironia e la spersonalizzazione o anche immedesimandosi in un supereroe.

Tu sei riuscita a capire chi sei?

Ho sempre pensato di dover trovare un equilibrio perché sono inquieta per natura. Invece ho scoperto che il mio ordine è proprio il caos. Il mio modus vivendi è caratterizzato dalla ricerca e dalla scoperta continua, adesso però trovo anche delle pause sane per ricaricarmi, prima ero una trottola impazzita. Tendevo ad inseguire  spasmodicamente ciò che era nuovo che automaticamente diventava interessante, volevo fare sempre cose diverse ma mi sono resa conto che era un fare per non pensare. Adesso invece ho trovato un senso nuovo a questo mio modo di essere, mi piace imparare cose nuove, ma riesco a farlo nel modo giusto. Ho imparato a non rincorrere continu-amente gli eventi e a non rimandare le cose importanti.

Hai un sogno nel cassetto?

Da qualche tempo ho iniziato a dipingere con gli acrilici. Ho sempre pensato di non saper disegnare, infatti io dipingo, non disegno! Lo faccio usando il pennello direttamente sulla tela, sono soggetti accennati, non definiti. Ho seguito un corso con un pittore affermato a Cesena e devo dire che sono soddisfatta delle mie produzioni. Penso che se ti dai una possibilità il destino ti viene incontro. Sono sempre stata affascinata da chi sapeva dipingere, adesso mentre dipingo entro in una parte di me e provo una sensazione di totale libertà. Mi interessano i corsi di Arte terapia in cui ci si basa su forme artistiche per lavorare su se stessi, mi piacerebbe un giorno poter fare counselling per gli altri.  Un altro progetto è quello di vivere all’estero per un certo periodo.

In che modo puoi affermare che il coaching ha portato i risultati che ti aspettavi?

Gli stimoli mi arrivano in modo forte, ho meno barriere, sono autosufficiente e me la so cavare:  quando io sono felice riesco a trasmettere la mia felicità agli altri. Ho la sensazione di aver trovato il mio posto nel mondo. E’ bello essere come le tartarughe marine: quando nascono e si schiudono le uova hanno l’istinto di andare verso il mare. Anche noi dobbiamo ascoltare il nostro istinto naturale che ci dice qual è il nostro posto nel mondo. A causa delle molte sovrastrutture che abbiamo,  spesso non ascoltiamo la voce interna che ci guida. Il coaching mi ha aiutata ad ascoltare il richiamo che abbiamo dentro. E’ un po’come cercare gli occhiali e trovarseli in testa! La consapevolezza mi aiuta a vivere in modo autentico.

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