Coccole (e guru) d'inverno

Creato il 02 febbraio 2015 da Stefania Cunsolo @stefystillwords

Washington, DC


Le giornate si sono già allungate, ma i gradi restano spesso sotto lo zero in questa Washington DC. E non solo qui, potrebbero dirmi tutti quelli che sono sensibili quanto me al freddo.
C'è ancora bisogno di riscaldare il corpo e l'anima per godersi appieno anche questa stagione che sfida e tempra, persino fra le quattro mura di casa. Lo stress è in agguato fra impegni, lavoro, trasformazione: l'inverno è il momento in cui la natura dorme apparentemente, ma in effetti si sta solo preparando a sbocciare. Succede anche a noi: letargia oppure insonnia, iperattività mentale oppure un po' di depressione, e così via, in un dualismo poco salutare. L'inverno ci mette di fronte a quello che pensiamo sia morto e invece sta solo cambiando, ci dà l'opportunità di trovare la luce nel buio, il calore nel gelo, l'evoluzione in ciò che pensiamo essere fermo.
Bando alla poesia, andando più sul pratico, spesso alla fine di una giornata invernale è difficile rilassarsi, nonostante se ne senta tanto il bisogno. Nel mio caso, un pupo di due mesi e mezzo che ama attaccarsi al seno ogni due o tre ore, la mancanza di sonno mi fa camminare come una zombie per casa e rischia di farmi mettere il sale invece dello zucchero nel caffè dell'uomo di casa. Avendo appena ricominciato ad esercitare la mia professione dopo la pausa maternità, ho ancora più bisogno di ritrovare il focus e alternare i momenti in cui si richiedono le mie energie, la mia lucidità e l'impegno, con altrettanti in cui mi possa rilassare profondamente in modo da recuperare e non lasciare che il sistema nervoso galoppi senza redini.
Prendo spunto dalla mia attuale esperienza, come sempre, per condividere qualche ingrediente di viaggio verso la propria serenità e benessere. A partire dal naso.
I pannolini del mio angioletto non puzzano (evviva il latte materno!). Però l'aromaterapia è quasi d'obbligo in questa stagione per rilassarsi e ritrovare un po' di buonumore quando ci sentiamo sopraffatti o scoraggiati. Ho scritto di recente un articolo al riguardo per la rivista allegata al quotidiano La Sicilia, Sicilia in Rosa, che ho condiviso sulla pagina Facebook del blog e potete anche trovare qui o visitando questa pagina del mio sito web.
Specialmente in queste notti d'inverno i pensieri accumulati durante il giorno impediscono un sonno sereno: qualche gioccia di olio essenziale di lavanda sul cuscino (non sulla federa, potrebbe macchiarsi!) oppure nell'acqua in un diffusore possono accompagnarvi con dolcezza fra le braccia di Morfeo. Se già parlasse, potrebbe dirvelo anche mio figlio! E se volete provare una tecnica di yoga, respirate lentamente solo dalla narice sinistra: è rilassante, calmante e rinfresca la mente dai pensieri pesanti. Fatelo con dolcezza, portando il respiro ad essere lungo e calmo. Poi addormentatevi sul fianco destro, se vi piace: continuerete in questo modo a stimolare la respirazione attraverso la narice sinistra.

Vivere negli US è un'esperienza che rifarei, ma di sicuro non posso dire che è facile vivere lontano dagli affetti più cari. Anche se ho la grande fortuna di avere un marito che mi aiuta moltissimo e un lavoro che mi lascia molta libertà, sono sola con il pupo la maggior parte del tempo. Essere madri mette a confronto con le proprie capacità di andare oltre i limiti, sia fisicamente che mentalmente, dando l'opportunità di comprendere cosa significa la parola sacrificio. E, in ultima analisi, cosa vuol dire amare incondizionatamente. Da quando sono mamma, ancora di più inorridisco di fronte a quelle madri che fanno violenza psicologica sui figli, nutrono i loro sensi di colpa, si aspettano qualcosa in cambio per il fatto di averli messi al mondo o, più semplicemente, li abbandonano. Con una freddezza da fare impallidire la neve più di quanto non è già.
Come impedire che il freddo nel cuore ci paralizzi, impedendo la crescita della nostra anima? Come aprirsi a ricevere, senza bloccare il flusso di prosperità che senza rendercene conto spesso congeliamo, finendo per lamentarci senza sapere che siamo noi stessi ad avere il potere di lasciarlo scorrere e concederci di ricevere doni meravigliosi?
Per prima cosa è il caso di essere un po' più tolleranti e comprensivi nei riguardi di se stessi. Chiedere troppo al proprio corpo adesso non fa che abbassare le difese immunitarie e l'umore. Va bene lavorare, impegnarsi, fare del proprio meglio, ma bisogna anche concedersi delle pause: io stessa, come mamma a tempo pieno, devo ricordarmene spesso!
A tal proposito, c'è una meditazione di kundalini yoga che voglio condividere: il mudra parla da solo, descrive un atteggiamento di apertura nel concedersi di ricevere i doni che la vita ci può riservare se solo ce lo permettiamo. Le mani sono unite a coppa di fronte al cuore, in una postura di totale ricezione. Tenetele a una distanza di almeno 15 centimetri dal petto, lasciando che i gomiti si rilassino sui fianchi. Tenete la schiena dritta mentre respirate normalmente e lasciate che le palpebre cadano dolcemente, come se non aveste controllo su di loro. Concentratevi su una luce divina, un'energia luminosa e pura, che scende dal cielo: la ricevete, lasciate che si mischi con il vostro flusso vitale, nel vostro cuore, la sentite reale, tangibile.
Potete fare questa meditazione per tutto il tempo che volete, io l'ho trovata fantastica per conciliare il sonno e, in generale, rilassarmi quando sento un grande dispendio di energie mentali.

Prima di iniziare, recitate il mantra ONG NAMO GURU DEV NAMO per tre volte, come sempre si fa prima di ogni sessione di kundalini yoga. Il mantra significa "invoco l'infinita consapevolezza creativa dentro di me" e connette a se stessi, al proprio maestro interiore: gu-ru significa "dal buio alla luce". Non trovate sia perfetto soprattutto d'inverno?
Quando sentite di voler finire la meditazione, inspirate profondamente, espirate, e recitate il mantra SAT NAM per chiudere: significa "vera identità" e ci riporta ancora una volta a noi stessi, alla nostra autenticità, sigillando la nostra pratica che altro non è che il significato stesso della parola yoga, "unione". Ovvero assenza di quella dualità che ci fa soffrire, verso una neutralità che ci fa comprendere tutte le contraddizioni, comprese quelle invernali, e viverle con serenità guardandole dall'alto.
Rilassarsi, coccolarsi, concedersi di star bene. L'inverno ha una sua ragion d'essere: con pochi, piccoli gesti verso se stessi si può portare tanto calore nel proprio cuore da sciogliere qualunque gelo all'esterno. Come guru, dal buio alla luce, attraversando la stagione rigida con morbidezza, senza stress.

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