La prima volta che vidi ‘Il pranzo di Babette’ era appena uscito nelle sale cinematografiche, mi colpì la sua essenza, ma lo trovai troppo lento, grigio e cerimonioso.
Oggi l’ho rivisto con occhi diversi e ho assaporato la lentezza con la quale è stato girato. Mi è piaciuto la visione dell’amore eterea e irreale che attraversa a tratti la trama, tipica del periodo storico e letterario nel quale è ambientato il film.
Ho adorato il luogo dove è stato girato (ho una passione per i paesi del nord Europa) e ho capito il messaggio appieno, che forse troppo giovane e frenetica mi era sfuggito. I diecimila franchi di Babette sfumati in una superba cena, degna del Cafè Anglais…ma in fondo proprio Babette era la cuoca del famoso locale parigino.
Ho letto il racconto di Karen Blixen prima di rivedere il film. Mi ha sorpreso l’attinenza quasi completa fra film e racconto, cosa strana nella cinematografia. Mi è piaciuto anche il racconto, mi piace come scrive la Blixen, mi piace la Blixen in assoluto punto.
Menù
Brodo di tartaruga
Blinis Dermidoff (grano saraceno con caviale e panna acida)
Quaglie in crosta con salsa Périgourdine (foie gras e salsa al tartufo)
Insalata mista
Formaggi francsesi
Savarin al rum con frutta candita
Frutta mista
Caffè
Friandises (piccola pasticceria)
… il tutto accompagnato da vini prestigiosi come l’Ammontillado, lo champagne Vevue Clicquot, il Tawny Port.
Non male come idea per una cena letteraria ed evocativa, forse un po’ laboriosa..ma come direbbe Babette …’questa è ARTE signore mie’…)
Se vi interessano le ricette potete andare qua per i dettagli.
I bicchieri di cristallo ,l’argenteria, le porcellane, lo champagne, il cibo ricercato e cucinato alle giuste temperature e con i tempi ottimali….una cena che porterà con sé letizia , soavità, leggerezza a tutti i commensali. Babette non ha più i soldi della vincita ..non ha più niente ha donato tutto in questa cena…ha donato più dei suoi soldi o del suo possibile ritorno a Parigi: ella ha donato la sua arte… ha donato se stessa.
La forza della protagonista risiede nel riuscire ad irrompere nella apatica e abitudinaria Berlevaag Fjord con un tripudio di colori, passioni , sapori e odori nuovi e sconosciuti e a liberare l’animo delle persone represse da anni in stereotipi creati da loro stessi.
In realtà Babette sarà una vera artista anche quando creerà la zuppa di pane e birra per le persone della comunità ..e in questo ha trovato il senso stesso e profondo della sua esistenza. Perché chi possiede l’arte ha “ qualcosa, mesdames, di cui gli altri non sanno nulla.”
Sublime!!!
Anche noi..che creiamo ricette tutti i giorni o che inventiamo colori adeguati per una cena con un motivo ricorrente..ed organizziamo il tutto alla perfezione per inventare una serata di puro piacere per i nostri ospiti ….siamo delle piccole Babette…delle piccole artiste del quotidiano…magari non così importanti…ma lo siamo nel nostro piccolo grande mondo..e tanto ci basta e ci gratifica…perché creare ‘è un’arte di cui gli altri non sanno nulla’…
Alla prossima coccola carissime mie e vi lascio con una mia foto norvegese del sole di mezzanotte….