In questi giorni spopolano in rete tre simpatici video del collettivo Zero dove con la giusta ironia si mette in risalto un problema comune a creativi, informatici e freelance in genere: l’italico vizio di non pagare la professionalità del lavoro, sminuendolo come fosse un divertimento per chi lo esegue, o una banalità.
Chi fa parte di queste categorie, specie se giovane, lo sa bene, e se lo sarà sentito ripetere mille volte, tu che te ne intendi mi puoi riparare il computer, trovare un programma, disegnarmi un logo, farmi delle foto, il sito, tanto ci metti due minuti…
Il problema è che non sono mai due minuti, ma per fare un lavoro consono c’è necessità di tempo, sia operativo, sia di ricerca, perchè spesso ci si deve documentare, trovare in rete la soluzione, ma chi ci ha commissionato il lavoro ci pensa tuttologhi alla stregua dei fantomatici hacker dei film, a cui un po si deve questa situazione, dove il cervellone nerd di turno in due secondi riesce a fare cose che nella vita reali o sono irrealizzabili o che richiedono tempi parecchio lunghi di quelli cinematografici.
E se per caso ti rifiuti (come fa chi ormai ci è passato abbastanza da capire che questa è la strada migliore) finiscono pure per offendersi, con il classico “lo faccio fare da mio nipote”, lo stesso che secondo il committente riesce a fare il lavoro al prezzo di una pizza, peccato pero’ che hanno chiesto a te e non al nipote (che ovviamente, se esiste, non è minimamente capace di fare un lavoro consono), e purtroppo si sa già che al tuo rifiuto il committente , se non riuscirà a trovare un’altro pollo, probabilmente si rivolgerà per disperazione a un altro professionista (ma sopratutto non a te, anche per non perderci la faccia, e per potersi ritentare la stessa carta in futuro!) magari meno bravo che pagherà a prezzo pieno, ma a quel punto perchè rompere le balle con tutta questa pantomima e non riconoscere da subito la professionalità?
Beh anche qui la risposta sotto sotto la sappiamo, il professionista ha un costo e spesso solo perchè legati da una qualche conoscenza o peggio parentela, volutamente questa professionalità la si vuole ignorare per evitare di cacciare il grano.
A volte si finisce per accettare (grave errore!!), sapendo in anticipo della fregatura, magari perchè ci si sente in colpa, sperando solo che chi è passato dal nipote che fa cagate, poi possa poi tornare a prezzo pieno, ma chi è scafato sa che è solo una pia illusione, senza poi contare che generalmente chi vuol pagare poco generalmente è anche quello più rompicoglioni e che probabilmente contesterà il lavoro, adducendo scuse per non pagare pure quel poco…
Ad ogni modo il consiglio è (al diavolo l’orgoglio!) finchè si può, sempre fingere di non sapere manco accendere un computer, si risparmieranno notti insonni e incazzature…
Brian Boitano (redattore)