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#coglioneNo

Creato il 17 gennaio 2014 da Propostalavoro @propostalavoro

#coglioneNoMentre qualcuno, nel bene o nel male, progetta di rivoluzionare (ancora?) il mondo del lavoro, mentre i sindacati vedono nero che più nero non si può (la CISL pronostica un 2014 a rischio per oltre 200 mila lavoratori), mentre il potere d'acquisto delle famiglie italiane crolla (-9,4% tra il 2011 e il 2012, -4,9% nel solo 2013. dati Inps), per fortuna, c'è chi ha ancora la forza e il coraggio di combattere la crisi col sorriso sulle labbra..

Stiamo parlando della campagna #coglioneNo, promossa dal Collettivo Zero, un gruppo di giovani filmakers che, con un po' di caustica e sana ironia, provano a farci riflettere sul precariato dei lavoratori creativi, che troppo spesso si trovano di fronte a proposte di lavoro gratuite. Quanti giornalisti alle prime armi, giovani pubblicitari o programmatori neolaureati si sono sentiti dire, più di una volta, "la tua paga, per questo lavoro, è la visibilità" oppure "questa grande azienda ti sta dando un'opportunità eccezionale, dovresti pagarci tu, altrochè"?

"#coglioneNo è la reazione di una generazione di creativi alle mail non lette, a quelle lette e non risposte e a quelle risposte da stronzi. È la reazione alla svalutazione di queste professionalità anche per colpa di chi accetta di fornire servizi creativi in cambio di visibilità o per inseguire uno status symbol. È la reazione a offerte di lavoro gratis perché ci dobbiamo fare il portfolio, perché tanto siamo giovani, perché tanto non è un lavoro, è un divertimento. Questo gennaio ZERO vuole unire le voci dei tanti che se lo sentono dire ogni volta. Vogliamo ricordare a tutti che siamo giovani, siamo freelance, siamo creativi ma siamo lavoratori, mica coglioni" si legge sul sito di Collettivo Zero.

E non si può certo dar loro torto: se un idraulico si sentisse dire "non ti pago in denaro, ma in visibilità", cosa risponderebbe? E un giardiniere? E se non è giusto fare una cosa del genere a queste figure professionali, perchè allora diventa possibile con programmatori, grafici pubblicitari o blogger? Eppure succede: fin troppo spesso, per quanto inesperti possano essere, non vengono riconosciute le professionalità di molti giovani creativi. Fin troppo spesso, molti di loro si trovano costretti a dire di sì, perchè, il più delle volte, non c'è un'alternativa e, se non altro, serve a fare curriculum.

Ci dicono di non essere schizzinosi (o choosy, per dirla alla Fornero) e non lo siamo, anzi, abbiamo uno dei più alti fenomeni di overeducation – cioè chi fa un lavoro meno qualificato del suo titolo di studio – d'Europa (il 25,3% fino al 2012, dati Banca d'Italia), ma c'è una bella differenza tra l'essere costretti ad accettare un lavoro precario e mal pagato e un lavoro sempre precario, ma per niente pagato. Forse, è arrivato davvero il momento di cominciare a essere schizzinosi.

Il mondo del lavoro è basato sullo scambio: io metto le mie capacità al servizio del datore di lavoro che, in cambio, mi riconosce un compenso, che non può essere assolutamente la visibilità; con quella non si pagano l'affitto nè le spese, figuriamoci se è possibile costruirci una carriera. Ognuno di noi – chi più, chi meno – ha messo impegno, sacrificio e ingegno per fare crescere quelle capacità, non bisogna sminuirle. Creativo sì, #coglioneNo.

Danilo


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