
Quindi è vietato qualsiasi tipo di discriminazione nell’organizzazione politica, economica e sociale del paese, però nella nostra realtà maschile purtroppo abbiamo un PALESE riscontro anticostituzionale (oltre all’immagine offensiva della donna che si propone quotidianamente). Secondo questo santo articolo, se uno dei due coniugi è nero e l’altro bianco, non si può decidere di tramandare al loro figlio il cognome del bianco (razza), sarebbe razzista e quindi anticostituzionale. Se uno dei due coniugi parla l’inglese e l’altro l’italiano, non possiamo obbligarli a dare al figlio il cognome di quello che parla l’italiano (lingua), è discriminatorio e quindi anticostituzionale. Stessa cosa per le opinioni politiche (se uno dei due è di destra e l'altro di sinistra non ha importanza nella trasmissione), le condizioni sociali (ricco, povero, figlio di, che lavoro fa, ecc non sono cose che incidono giuridicamente) e la religione (cristiano o buddhista, stessa cosa). E questo viene seguito alla lettera, …ma per la distinzione di sesso? No. E’ obbligatorio che il figlio abbia il cognome del padre, ed è certamente anticostituzionale. Noi donne siamo escluse da questa decisione perché siamo donne, ed è discriminatorio, inaccettabile. Ovviamente non c’è una legge specifica che lo impone (perché non passerebbe, è contro la Costituzione!), ma ci sono diverse normative e sentenze che lo impongono.Un esempio è l’articolo 262 del Codice Civile: Cognome del Figlio Il figlio naturale assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. Se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori il figlio naturale assume il cognome del padre.Se la filiazione nei confronti del padre è stata accertata o riconosciuta successivamente al riconoscimento da parte della madre, il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo o sostituendolo a quello della madre.Nel caso di minore età del figlio, il giudice decide circa l’assunzione del cognome del padre.Io quindi essendo donna nonché madre di mio figlio, non posso trasmettergli il mio cognome, perché sono donna. E’ questo il concetto, il significato di quell’articolo. E’ inutile che si passa sempre tutto in sordina e al giorno d’oggi è assai primitivo, vergognoso, discriminatorio nei nostri confronti.Questa consuetudine è nata millenni fa quando la donna era considerata alla pari dei bambini e degli incapaci di intendere e di volere. Non aveva capacità giuridica. Conseguentemente non aveva capacità di decisione, non poteva esercitare professioni, non poteva fare testamento o ereditare e ovviamente non poteva trasmettere il proprio cognome ai figli. Noi quindi siamo ancora legati a tradizioni antiche la cui origine è ben chiara a tutte/i e io per questo motivo mi rifiuto di accettare l’astensione del Parlamento nel formulare una legge specifica a riguardo che porti la donna e l’uomo ad una vera uguaglianza in materia di diritto di famiglia.Vorrei una legge che cambiasse questa consuetudine, che tenga anche conto del fatto che i due coniugi potrebbero essere discordi (= democrazia!) e che in caso di contenzioso venga assegnato secondo precise condizioni.Entrando quindi nel sito che vi ho citato prima COGNOMEMATERNO.IT potete anche voi contribuire a cambiare queste vergogna inviando una denuncia alla Commissione delle Comunità Europee per accusare la Repubblica Italiana di inadempienza delle prescrizioni del diritto comunitario. Questo è il link per accedere alla sezione del sito per inviare la mail.http://www.cognomematerno.it/Home/Splash/tabid/90/Default.aspx
Insieme possiamo capire, conoscere e cambiare le cose.