“Il sintomo è sempre sincero!”
Alessandro Formenti, medico specialista in Scienze dell‘Alimentazione ed esperto di Fitoterapia (ha insegnato in diverse Università italiane) non ha mezzi termini. Nel corso di una nostra intervista telefonica avvenuta la scorsa settimana per dare seguito, nei prossimi mesi, alla realizzazione del secondo libro sulla prevenzione tout court da parte dell’Associazione nazionale (ANPPN) di Torino, il medico autore di numerose pubblicazioni scientifiche e conosciuto in Italia per la sua partecipazione a trasmissioni radiofoniche di rilievo, è andato dritto al punto.
“Tutti i sintomi, qualunque essi siano, sono sinceri!” Metterli a tacere con farmaci è una soluzione troppo facile a breve termine, ma altamente dannosa nel lungo termine.
Per farla semplice, è un po’ come mettere una coperta su una miccia inesplosa nella speranza che, non vedendola, questa sparisca.
E’ a questa telefonata che, lunedì scorso, ho pensato quando, aprendo Internet, ho trovato la notizia: “Il colesterolo, nemico immaginario”.
L’articolo, apparso su Italia oggi, riportava le conclusioni dell’ottantenne pneumologo francese, presidente dell’Istituto pediatrico Necker di Parigi, Philippe Even che in un suo libro intitolato “La verità sul colesterolo” punta il dito contro le aziende farmaceutiche e le accusa di aver inventato di sana pianta il concetto di colesterolo cattivo avviando così un giro d’affari annuo sui farmaci pari a 24 miliardi di dollari (19,2 miliardi di euro).
Quale dunque la verità?
Il colesterolo è un nemico immaginario? Un equivoco? O, per dirla senza peli sulla lingua, un grande imbroglio?
Oppure è un sintomo? Un campanellino d’allarme che ci invita a fermare tutto e a cambiare direzione perché c’è “qualcosa che non va”?
In uno dei suoi libri “Alimentazione e fitoterapia” Alessandro Formenti è abbastanza chiaro su questo punto. Ogni sintomo, qualunque esso sia, è modo di far sapere che nel nostro organismo si è creato un disequilibrio. Coprendo i sintomi con farmaci appositi, di fatto facciamo orecchie da mercante ad una prima avvisaglia aprendo le porte ad una malattia magari più seria e con conseguenze più gravi che, volentieri, vorremmo evitare.
Colesterolo compreso!
A sostegno di questa tesi Formenti nel suo libro riporta diversi argomenti e ricerche compiute. E insieme a lui lo stesso T. Colin Campbell, nel The China Study, arriva alle stesse conclusioni: un alto livello di colesterolo endogeno (quello buono per intendersi, fabbricato dal nostro fegato perché essenziale al nostro organismo) potrà anche non essere sinonimo di malattie cardiache, ma di alto fattore a rischio sì!
Per dirla con le parole usate nell’articolo relativo al pneumologo francese, a bloccare le arterie e quindi a creare una situazione patologicamente pericolosa per infarto e ischemia non è il colesterolo tout court, bensì accumuli più o meno gravi di placca di ateroma.
Senza scendere nei particolari tecnici, ciò che conta è il messaggio univoco lanciato da tre medici di rilievo a partire da tre punti diversi del mondo (Usa, Francia, Italia): il livello di colesterolo endogeno nel sangue non è la causa ma un indicatore allarmante di un disequilibrio nel nostro corpo!
Se al livello elevato di colesterolo si aggiunge una condizione di ipertensione, obesità e scarsità di attività fisica la bomba è pronta.
Che scoppi o meno dipende da noi!
Come fare dunque ad allontanare da noi la maggior parte dei fattori di rischio?
Studi compiuti in Irlanda e in Galles, così come in Cina dimostrano che una dieta ricca di fibre, frutta e verdura (ovvero una dieta vegetariana) previene la malattia cardiaca e abbassa i fattori di rischio soprattutto per l’effetto ipotensivo annesso. A questo si aggiunge l’azione delle vitamine E e C contenute nei vegetali che diminuiscono la tendenza a ossidarsi delle LDL rendendo meno probabile la formazione di placche di colesterolo sulla parete interna delle arterie.
Informarsi è fondamentale. Scegliere, ancora di più.