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METROMARE
Sembra una maledizione! Da sempre, quando si parla di collegamenti nello Stretto di Messina l’argomento è fonte di polemiche e scontri anche duri. Mettendo da parte il ponte, di cui si parla tanto ma si vede poco, attualmente la realtà dei collegamenti vede tre “filoni” di utenti: i pendolari dello Stretto, che ogni giorno si spostano da una costa all’altra per motivi di lavoro o di studio di solito a piedi, gli attraversatori “occasionali” che attraversano lo Stretto a piedi o con il loro mezzo di trasporto privato, auto o moto, e i mezzi pesanti che giornalmente vanno e vengono dalla Sicilia sulla penisola trasportando merci di tutti i tipi. A risolvere le problematiche relative al trasporto dei pendolari dello Stretto, avrebbe dovuto provvedere il nuovo servizio di collegamento veloce gestito dal “Consorzio Metromare dello Stretto”, joint-venture tra la società privata Ustica Lines (60%) e la pubblica RFI-Bluvia del Gruppo Ferrovie dello Stato (40%), che ad oggi garantisce 14 corse di andata e ritorno tra Messina e Reggio Calabria (28 in tutto), 13 corse di andata e ritorno tra Messina e Villa San Giovanni (26 in tutto), 5 corse di andata ritorno tra Messina e l’Aeroporto dello Stretto (10 in tutto) utilizzando otto unità navali, due di RFI-Bluvia e sei di Ustica Lines. “Avrebbe”, il condizionale è d’obbligo quando si parla di collegamenti sullo stretto, ma mai come in questo caso. Appena avviato il servizio un coro di proteste ha investito le autorità delle città interessate ed i vertici del Consorzio Metromare. In effetti, da una verifica da noi fatta risulta che specialmente sul fronte tariffe la cosa non è chiara, anzi da adito a numerosi interrogativi: le nuove tariffe imposte da Metromare, a parità di utilizzazione rispetto al servizio precedente comportano un notevole aumento di spesa per il pendolare; la sola soppressione della tipologia di biglietto “andata e ritorno” contestuale ad un aumento del biglietto di sola andata, causa un incremento di spesa del 60% sulla tratta Reggio–Messina. In pratica, il pendolare che con il servizio precedente pagava tra Reggio Calabria e Messina 4,50 € andata/ritorno, adesso, con la soppressione della tipologia andata/ritorno si trova a dovere acquistare due biglietti di corsa semplice al prezzo di 3,50 € l’uno, per una spesa di 7 €. 7 €, quindi, a fronte dei 4,50 € precedenti. E sulla tratta Villa San Giovanni–Messina le differenze sono maggiori. Anche per gli abbonamenti aumenti e nuove condizioni che penalizzano l’utenza, per esempio la non validità nei giorni di sabato e domenica, che comporta ulteriori spese per chi ha bisogno di spostarsi anche in quei giorni. Aumenti che appaiono ingiustificati a tutti, meno che logicamente alla dirigenza di Metromare, che difende a spada tratta il proprio operato, devo dire con scarsi risultati. È stranamente coincidente anche il tempestivo contemporaneo adeguamento delle tariffe passeggeri della società Caronte a quelle di Metromare; nel momento in cui Metromare ha reso insoddisfatti i suoi utenti e Caronte in una normale logica avrebbe potuto approfittarne per acquisire clientela, ecco che invece adegua i prezzi rendendosi non competitiva a causa dei tempi di trasporto; se si considera che contestualmente all’acquisizione del mercato di trasporto dei pendolari con Metromare, RFI-Bluvia sta praticamente abbandonando il trasporto dei mezzi pesanti lasciandolo di fatto a Caronte, qualche dubbio è più che giustificato. Considerando la premessa da cui è partito il progetto, le condizioni poste nella gara di aggiudicazione dell’appalto, la notevole cifra stanziata dal Ministero delle infrastrutture (circa 30 milioni di euro in tre anni), gli aumenti apportati hanno, per chi è costretto ad usufruire del servizio, il sapore di una beffa ed a parere di molti anche di una truffa. Il sito web Trasportisullostretto.it ha proposto un sondaggio in merito al gradimento del servizio offerto da Metromare, ed anche in questo caso i risultati non danno ragione al Consorzio: mentre scrivo la percentuale dei “per niente soddisfatti” è del 80% dei votanti. Le proteste dei comitati dei pendolari e delle associazioni dei consumatori sono supportate da interrogazioni parlamentari ed esposti all’Autorità giudiziaria. Il PDCI di Reggio Calabria ha presentato tramite il segretario Ivan Tripodi un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica. E c’è anche chi, come il consigliere regionale calabrese Candeloro Imbalzano della lista Scopelliti Presidente, paventa la possibilità di una class action degli utenti nei confronti del consorzio Metromare. Un fronte bipartisan, quindi, che vista l’attuale situazione politica non fa altro che confermare ulteriormente la fondatezza delle proteste dei pendolari dello stretto.
Pasqualino Placanica per COSTAVIOLAONLINE
(il pezzo è stato chiuso in data 13 agosto 2010)
Aggiornamento:Il sito web trasportisullostretto.it ha terminato il sondaggio in data 6 settembre 2010: la percentuali di utenti insoddisfatti risulta del 85% dei partecipanti, a fronte di un dato completamente opposto diffuso da Metromare tramite il direttore generale del Consorzio Giuseppe Massa che dichiara una percentuale del 90% di clienti soddisfatti del servizio reso. Dati chiaramente incompatibili tra di loro, che però non tarderanno ad essere verificati sul campo, entro la fine di settembre, quando il traffico di pendolari sullo stretto sarà tornato a pieno regime.
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