Inizia così Colpa delle stelle, un intenso, doloroso, fantastico viaggio nella vita di due adolescenti come tanti, diversi a causa di una malattia tremenda e invalidante come il cancro.
Hazel ha 16 anni e un passato segnato dalla malattia che l'ha colpita nell'infanzia e che la porta a dover avere sempre appresso una bombola d'ossigeno per i suoi deboli polmoni. Credeva di morire Hazel, ma 3 anni prima uno speciale farmaco sperimentale ha bloccato il cancro ed è ora in regressione.
Ho amato da subito questa ragazza forte, sarcastica, cinica fino alla tenerezza, estremamente consapevole della situazione e ormai rassegnata ad una vita "diversa".
La sua storia comincia quando la madre, ritenendola depressa, la spinge a frequentare un gruppo di supporto per i ragazzi malati di cancro (consigliato da Jim, uno dei suoi cinque medici) il cui ritrovo è ogni mercoledì sera nel seminterrato di una chiesa episcopale:
"Il mio gruppo di supporto era composto da un cast mobile di personaggi in vari stadi di malessere indotto dal tumore. Perché il cast era mobile? Un effetto collaterale del morire. Il gruppo di supporto, nemmeno a dirlo, era deprimente al massimo."
Ed è proprio ad uno di questi incontri che si presenta Augustus Waters:
Alto, asciutto e muscoloso, faceva sembrare minuscola la sedia di plastica da scuola elementare su cui stava. Capelli color mogano, lisci e corti. Sembrava avere più o meno la mia età, forse un anno di più[...]"
Durante l'incontro Augustus (che ha avuto un cancro in una gamba che gli è stata in parte amputata) esprime la sua paura più grande, " l'oblio ", e alla richiesta di Patrick (colui che tiene gli incontri) di un volontario per rispondere al ragazzo per la prima volta Hazel alza la mano:
"<Verrà un tempo> ho detto <in cui tutti noi saremo morti. Tutti. Verrà un tempo in cui non ci saranno esseri umani rimasti a ricordare che qualcuno sia mai esistito o che la nostra specie abbia mai fatto qualcosa. Non ci sarà rimasto nessuno a ricordare Aristotele o Cleopatra, figuriamoci te. Tutto quello che abbiamo fatto, costruito, scritto, pensato o scoperto sarà dimenticato, e tutto questo> ho fatto un gesto che abbracciava la stanza <non sarà servito a niente. Forse quel momento sta per arrivare o forse è lontano milioni di anni, ma se anche noi sopravvivessimo al collasso del nostro sistema solare non sopravviveremmo per sempre. E' esistito un tempo prima che gli organismi prendessero coscienza, e ce ne sarà uno dopo. E se l'inevitabilità dell'oblio umano ti preoccupa, ti incoraggio a ignorarla. Sa il cielo se non è quello che fanno tutti> [...] C'è stata una pausa di silenzio abbastanza lunga. E poi un sorriso si è diffuso su tutto il viso di Augustus: non il sorriso ammiccante appena accennato del ragazzo che cercava di fare il sexy con me mentre mi fissava, ma il suo vero sorriso, troppo grande per il suo volto <Accidenti> ha detto piano <Certo che sei un bel tipo.>"
Realista al limite del'indifferenza , molto intelligente e fuori dagli schemi, Hazel buca le pagine del libro così come il cuore di Augustus. Il loro rapporto è strano, non sono due adolescenti come gli altri. La loro infanzia è stata stravolta dalla malattia e una cosa hanno ben chiaro: il tempo è prezioso, indefinito, limitato. E' così che iniziano a conoscersi, lei consigliando un libro a lui (Un'imperiale afflizione di Peter Van Houten - non andate a cercarlo, non esiste nella realtà) e Augustus consigliando a lei di vedere il film V per Vendetta. Per Hazel il libro è molto importante:
"I miei due genitori erano i miei due migliori amici. Il mio terzo migliore amico era uno scrittore che non sapeva nemmeno che esistessi."
Inizia così il loro frequentarsi. Un modo di essere schietti e diretti. Innamorato della vita e delle esperienze lui, rassegnata e inacidita lei. Il loro punto d'incontro, diventa presto un punto di partenza. Il più grande sogno di Hazel è quello di incontrare Peter Van Houten (in seguito apprezzato anche da Augustus): uno scrittore che ha pubblicato solo Un'imperiale afflizione e si è ritirato successivamente. Un libro che non ha una vera fine e si chiude con tante domande irrisolte, che la ragazza vorrebbe rivolgergli prima di morire. Augustus decide quindi di utilizzare insieme a lei il suo Desiderio: incontrare Van Houten (che ora abita ad Amsterdam) per rivolgergli tutte le domande che ha sul suo unico libro. La Fondazione del Genio, infatti, si occupa proprio di garantire ai bambini ammalati l'esaudimento di un desiderio, che, nel caso di Hazel, era già stato "speso" a 13 anni quando le avevano dato l'esito (poi ritrattato grazie alla medicina sperimentale) del suo tumore.
Da qui, si può dire, inizia davvero il romanzo che parla di un viaggio (quello verso Amsterdam) che cambierà tutto nella vita dei due ragazzi che, insieme, scopriranno cosa vuol dire la felicità, cos'è per davvero " un momento perfetto " ma pagheranno un prezzo molto alto per tutto ciò, un prezzo che nessuno dovrebbe essere tenuto a pagare.
Il libro finisce in maniera tragica, è noto (non svelerò niente, promesso), ma la forza e l'amore che Hazel e Augustus dimostrano è talmente spiazzante da confondere. Non c'è falso buonismo, parole dette per compiacere o consolare. La realtà è dura e l'onestà estrema è forse l'unica forma di compassione possibile:
"Vorrei tanto bastarti, ma non ci riesco. Ciò che c'è intorno a te non potrà mai bastarti. Eppure è tutto quello che puoi avere. Puoi avere me, la tua famiglia e questo mondo. E' questa la tua vita. Mi dispiace se fa schifo. Ma non sarai il primo uomo ad andare su Marte, e non sarai una star dell'NBA, e non andrai a caccia di nazisti."
L'amore in questo romanzo è molto atipico, siamo abituati alle farfalle nello stomaco, alle fantasie su un futuro insieme, al primo appuntamento da batticuore, ai "ti amo" inespressi al lume di candela. E se i nostri protagonisti sapessero che il loro tempo sta terminando? Che un futuro insieme semplicemente non esiste? Che non possono nemmeno averlo quel primo appuntamento senza portarsi dietro un'imbarazzante bombola d'ossigeno o una gamba di legno?
E' incredibile come questo libro riesca a riempirti e contemporaneamente a svuotarti. E' di una tristezza infinita e di una bellezza straziante. Segui la vita difficile e complicata di questi due ragazzi e capisci con loro quanto è importante ogni singolo istante, capisci che non hai tutto il tempo di questo mondo, che quello che hai è qui e ora.
E' un libro difficile "Colpa delle stelle", una storia che è stata ispirata a John Green da un esperienza di 5 mesi come Cappellano di un Ospedale infantile. Arrivi ad odiare la scorrevolezza di questo romanzo che ti porta a non staccarti da quelle pagine dolorose e bellissime che piano piano disvelano i personaggi principali, cinica, rassegnata e fondamentalmente arrabbiata lei, aperto alla vita, divertente e tenero lui e ti portano a interrogarti sulla vita, sulla morte, sulle ingiustizie, su concetti come lealtà, amicizia, amore, onore, dignità.
Una volta chiusa l'ultima pagina, con le lacrime agli occhi, ti senti davvero interdetto. Senti che ti manca qualcosa e contemporaneamente che hai tutto ciò che ti serve, che, grazie a Dio, per il momento stai bene e che devi iniziare a vivere davvero.
Se il cancro che ti hanno diagnosticato a dodici anni, a sedici sembra in regressione è un miracolo. Ciò che la giovane Hazel ha imparato a proprie spese, però, è che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto ai coetanei, con una vita in frantumi i cui pezzi non si incastrano più.
Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure, che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione per stare insieme è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
Spero che la mia recensione sia comprensibile. Ho faticato parecchio a tirare fuori le parole giuste per esprimere quello che ho provato e pensato leggendo questo libro, quello che mi è rimasto dentro terminata l'ultima riga. Insieme alla conoscenza di Hazel e Augustus ho stranamente scoperto qualcosa in più anche su di me, e questo è stato bello e doloroso allo stesso tempo. Consiglio la lettura a tutti, invitandovi però ad "azzeccare" il momento migliore per affrontare questo libro.
Sembra uno Young Adult come tanti, con protagonisti ragazzi, ma credetemi: non fatevi ingannare da questo, è molto di più, e ancora una volta l'innocenza della fanciullezza è disarmante per chi è adulto e troppo spesso si dimentica cosa vuole dire. Sarebbe stato lo stesso se i protagonisti fossero stati adulti? No, no di certo. Il libro è allora rivolto ai ragazzi? Sì e no. Può essere apprezzato da tutti ma un adulto può leggere molte cose tra le righe, tante che i ragazzi ancora (fortuna loro) non possono capire.
L'AUTOREJohn Green è nato nel 1977. È cresciuto in Florida e in Alabama, dove ha frequentato una scuola non molto diversa da Culver Creek, e oggi vive a Indianapolis. Cercando Alaska è stato il suo primo romanzo e negli Stati Uniti ha vinto numerosi premi come miglior libro per Young Adults. Nel 2013 diventerà un fi lm della Paramount Pictures scritto e diretto da Josh Schwartz, il creatore di The O.C. Rizzoli ha pubblicato anche Teorema Catherine e Città di carta.
Cercando in rete, ho trovato il book trailer originale e uno fan-made. A me piace moltissimo il secondo (credit: Michelle DeLeo) perché credo (nonostante qualche piccola imperfezione) abbia centrato in pieno lo spirito del romanzo, sia arrivato al nocciolo della questione. A voi, come sempre, l'ardua sentenza!