A Hong Kong va di scena la protesta degli studenti che chiedono libere elezioni al governo attuale.
Le proteste di piazza avvengono in un momento dove il chiedersi cosa voglia dire partecipazione e’ tema attuale.
Partecipazione di piazza nelle rivolte arabe,di wall street,degli indignados e di #occupy.
Sarebbe opportuno,per una migliore precisione,differenziarle e dare atto,a quelle arabe,di essere state le uniche che hanno cambiato qualcosa.
Egitto,Tunisia,Siria,Libia,hanno raccolto i risultati con le dimissioni e,nel caso di Gheddafi,la morte del rais al potere.
In america con Occupy Wall Strett,si e’ protestato per la finanza disuguale,atta e colpevole di arrecare danni,in nome del profitto personale delle grandi aziende capitaliste,alla gente comune.
Oggi Hong Kong,con la rivoluzione degli”ombrelli”,ci ricorda di muoverci,di essere parte attiva a una forma globale di ingiustizia.
Se sono in questo caso i governi a essere chiamati in causa con la loro finta democrazia e le loro regole unidirezionali,dobbiamo prendere spunto dai giovani cinesi per il loro senso di rabbia,orgoglio e motivazione sociale coesa.
Se la Russia continua a dire che anche questa manifestazione e’ figlia di infiltrazioni americane,dovremmo invece domandarci perche’ con i nostri problemi interni,non ne attecchisce una da noi.
Perche’ i tanto” umiliati e offesi italiani” nella patria del terzo semestre in negativo del pil e del numero di disoccupati giovanili in aumento(1 su 2),non agiscono?
La causa,secondo me,potrebbe essere legata al ceto medio.
Se si intende per esso chi vive ancora in grazia di Dio usufruendo degli aiuti economici dei genitori,allora fara’ solo campagna sui social e a parole.
Chi ha una certa sicurezza economica di riserva,contando su mamma e papa’,perche’ mai dovrebbe rischiare la “piazza”?
Perche’ mai dovrebbe scendere in strada, difendendo magari un piccolo lavoro che ha la riserva economica nella famiglia di origine anche negli aiuti mensili?
Chi scende da noi in piazza invece?
Il disoccupato senza aiuti alle spalle,il precario,il cassaintegrato con famiglia a carico e stipendio al 50%…..
La fascia media,chiamiamola “con guscio protettivo esterno”,non rischia.
Per il momento monitora,denuncia e approda in rete con proposte alternative e spiccioli di speranza.
Alla chiamata alle “manifestazioni”,e’ titubante,annaspa in un certo disfattismo interiore che lo logora nel suo animo ma non lo smuove.
Come quando stai in poltrona,sicuro di vedere la partita con il tuo decoder e non corri dietro all’amico che ha l’abbonamento a Sky magari.
Quindi la differenza e’ anche,da un estremo all’altro del mondo,il concetto di classe media.
In america si va via da casa subito,cercando l’indipendenza economica e sociale.
Idem in asia,dove la ricerca del lavoro e’ piu’ veloce vista la varieta’ del sistema che offre tipologie in nero in diversi campi.
Quindi penso che il sistema sia governato da noi da una bilancia,bilancia dove attualmente la generazione dei nostri genitori,non fa,e questo e’ un paradosso,decollare la nostra vera primavera araba.