Sassi lanciati contro il treno in corsa: succede anche questo nella disastrata Circumvesuviana, la linea tranviaria che collega Napoli con i Comuni della provincia, salita all’onore delle cronache per i numerosi problemi economici che ne decretarono quasi il fallimento. A fare le spese di questo incredibile gesto è una donna, ferita alla testa, che accusa i dipendenti della società. Il fatto si è verificato alla stazione di Sant’Antonio, nei pressi di Torre del Greco. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione Capoluogo, ignoti hanno lanciato il sasso all’interno di un finestrino aperto, colpendo al viso Raffaella Vitiello, 37 anni. La donna, soccorsa da un medico che si trovava a bordo del treno, prima di essere trasferita in ospedale, ha riportato un trauma cranico con una prognosi di dodici giorni. Le forze dell’ordine hanno subito acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza per individuare il colpevole e, secondo le prime ricostruzioni, non sarebbe un episodio isolato.
Raffaella è ovviamente sconvolta per il fatto accaduto, proprio lei che tornava dall’Inghilterra: “Vivo a Manchester da tre anni circa – racconta al “Il Mattino” - Sono laureata in Scienze internazionali e diplomatiche all’ Orientale e ho trovato un’opportunità lavorativa lì, presso una società di alta formazione. E pensare che ero tornata per proporre progetti culturali e di sviluppo alla Regione e al Comune di Castellammare.“ E invece “mentre guardavo dal finestrino il paesaggio, ho sentito un dolore lancinante alla testa e lì per lì ho quasi pensato di avere avuto un problema al cervello. dopo qualche secondo ho iniziato a gridare perché c’era tanto sangue che fuoriusciva dalla parte superiore del lobo destro.” Paura e dolore ma i passeggeri intorno a lei non sembravano essersi accorta di nulla, come racconta lei stessa: “Attorno a me, da parte degli altri, ho avvertito solo indifferenza e inciviltà. Solo una dottoressa è accorsa e mi ha aiutato. Non mi hanno neanche soccorsa dopo, e il treno, invece di fermarsi, ha continuato la sua corsa, tanto che sono dovuta scendere alla stazione di Castellammare dove i miei genitori mi hanno portata all’ospedale.”
La donna ce l’ha anche con gli addetti della Circumvesuviana: “Sono accorse due persone: non so bene se fossero macchinisti o controllori. Fatto sta che il treno si è fermato, quando sono giunti da me. E, mentre piangevo dal dolore, con molta freddezza e senza chiedermi come mi sentissi, mi hanno chiesto i documenti. Io li ho guardati senza rispondere, poi sono riuscita a prendere il documento dalla mia borsa, con la mano insanguinata. Loro lo hanno preso e sono andati via. Poi me lo hanno riportato e il treno è ripartito. La dottoressa ha chiesto loro cosa ne sarebbe stato della pietra, loro hanno risposto che sarebbe stata gettata via. A quel punto la dottoressa ha protestato, ha preso la pietra, l’ha avvolta in un fazzoletto dicendomi di portarla ai carabinieri e di sporgere denuncia contro ignoti. E così ho fatto”.