I servizi segreti russi hanno svelato il nome del capo della sezione di Mosca della Cia, in quella che è una rara infrazione di protocollo dell’intelligence. La mossa viene interpretata da Washington come una provocazione, dal momento che arriva a pochi giorni dall’intercettazione e dall’espulsione di una spia della Cia a Mosca. Fare il nome del capo dei servizi segreti degli Stati Uniti in Russia aumenta la percezione che il Cremlino stia giocando una partita politica, solo poche settimane dopo che la Russia e l’America, dopo gli attentati di Boston, hanno presentato un fronte comune contro la guerra al terrorismo islamico.
Parlando dell’arresto e dell’espulsione di Ryan Fogle – catturato mentre cercava di reclutare un funzionario russo dell’antiterrorismo – un portavoce dell’Fsb (ex Kgb) ha detto che nell’ottobre 2011, la Russia ha ufficialmente avvertito il capo della sezione Cia di Mosca che «nel caso di continue e provocatorie azioni di reclutamento nei confronti dei dipendenti dei servizi speciali russi, l’Fsb avrebbe intrapreso azioni simmetriche con i funzionari Cia».
Nelle dichiarazioni all’agenzia «Interfax», l’agenzia di stampa di stato, l’Fsb ha fatto il nome del capo della sezione Cia, Stephen Hall; un diplomatico con lo stesso nome compare come consigliere dell’Ambasciata degli Stati Uniti nell’autunno-inverno 2012-2013 nell’elenco dei diplomatici stranieri, dei media e degli uffici commerciali a Mosca. L’ambasciata Usa a Mosca ha rifiutato di confermare l’identità del capo della sezione.
«È normale che i russi sappiano chi è il rappresentate della Cia a Mosca, proprio come gli americani sanno chi rappresenta l’intelligence russa a Washington – dice un ex generale del Kgb -. Questi sono i canali ufficiali di comunicazione. Quello che non è affatto normale, nei fatti una violazione dell’etichetta dei servizi, è rendere pubblici i nomi di queste persone. Sembra un affronto a Washington e mostra la tensione tra le due comunità di intelligence».
L’ultimo scontro tra Russia e America è iniziato a dicembre, quando Mosca espulse – senza grande enfasi pubblica – un altro agente della Cia, che avrebbe lavorato sotto copertura come terzo segretario all’Ambasciata degli Stati Uniti. Il portavoce dell’Fsb disse che l’uomo era «persona non gradita» l’11 gennaio. Quattro giorni dopo venne cacciato dal Paese. Poi, come in una scena che avrebbe potuto essere tratta da un brutto film di spionaggio, questa settimana Fogle è stato arrestato dallo stesso agente che stava presumibilmente cercando di reclutare, un uomo considerato un profondo conoscitore del Caucaso, la regione natale dei fratelli Tsarnayev – i presunti esecutori dell’attentato alla maratona di Boston.
Comicamente, quando è stato arrestato Fogle indossava una parrucca bionda e occhiali come travestimento e portava con sé quello che sembrava più un kit giocattolo da spia che attrezzatura da super agente della Cia: una parrucca di riserva, una mappa di Mosca, un temperino e una torcia elettrica. Il presunto agente della Cia portava anche 100.000 euro come primo pagamento al russo che cercava di reclutare e una lettera in cui si prometteva un milione di euro per ulteriori informazioni.
L’arsenale da spia per nulla sofisticato e il comportamento maldestro al momento dell’arresto hanno provocato derisione e sorpresa. Mascherando a stento un considerevole beffardo compiacimento, un consigliere del presidente Putin ha detto che il Cremlino è stato «sorpreso» dal tentativo «estremamente rozzo e goffo» di Fogle di reclutare l’ufficiale russo. Sul tavolo ci sono chiaramente giochi politici più grandi, sebbene Fogle e il suo kit da spia siano stati ostentati diffusamente sulla tv statale russa. È stato largamente trattato dai media anche il modo in cui, a un imbarazzatissimo Fogle, è stata fatta la ramanzina dagli agenti dell’Fsb su come certi comportamenti non siano accettabili tra «Paesi amici, soprattutto sulla scia della cooperazione della Russia con l’America dopo gli attentati di Boston».
Di norma, gli agenti stranieri catturati vengono espulsi senza far rumore. «Nel caso di Fogle la Cia ha superato la “linea rossa” e siamo stati costretti ad agire, rispettando le procedure ufficiali», ha detto il portavoce dell’Fsb, che ha smascherato il capo della sezione della Cia. Anche i suoi commenti sono stati ampiamente diffusi dai media russi. «Fondamentalmente l’Fsb si è stancato delle spie americane e ha pubblicamente – a scopo dimostrativo – schiaffeggiato uno di loro», ha scritto il tabloid «Komsomolskaya Pravda». «Come uno scarafaggio che credeva di essere il padrone delle briciole in cucina».
Oleg Kalugin, ex generale del Kgb che ha disertato in America, ha detto che la Russia avrebbe fabbricato ad arte lo scandalo per aumentare la generale paura degli americani percepita nel Paese, e nello stesso tempo facendo aumentare la pressione sugli Stati Uniti nell’ambito della contrapposizione tra Mosca e Washington sulla Siria.
Una cosa sembra chiara: due decenni dopo la fine della Guerra Fredda i giochi di spionaggio e gli intrighi politici tra i due ex avversari sembrano essere ancora molto di moda. Così come le parrucche a buon prezzo.
*Corrispondente da Mosca per il Sunday Times di Londra
Traduzione di Monica Perosino
Fonte: LaStampa.it