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Colpo in testa a 25 anni: la faida di camorra che uccide la gioventù napoletana

Creato il 10 dicembre 2015 da Vesuviolive

cadavere morto lenzuoloIl controllo del traffico della droga. Questo il movente della faida tra il clan di Miano e quello della Sanità che ha visto morire, ucciso, Vincenzo Di Napoli, 25 anni, nei pressi di piazza Tafuri (via Miano).

Il ragazzo, con precedenti per spaccio, era stato recentemente controllato dalle forze dell’ordine (come riporta Il Mattino) per la vicinanza a persone legate al clan “dei capitoni“, la famiglia di Miano governata dal boss Lo Russo.

Gli inquirenti stanno effettuando indagini che collegano vari episodi malavitosi, i quali si innestano nelle dinamiche della faida che contrappone Lo Russo ai Sequino – Savarese del rione Sanità. Una faida iniziata, a quanto pare, lo scorso 18 novembre, con l’uccisione di Vincenzo Allocco, nel quartiere di Secondigliano.

Il conflitto criminale nasce dalla gestione del traffico di droga che dovrebbe rifornire le piazze del centro di Napoli, tramite Via Vergini e Capodimonte, le due vie principali di accesso ai punti nevralgici dello spaccio. Tale presupposto ha dato inizio ad uccisioni e ferimenti che hanno visto, negli ultimi tempi, colpiti personaggi vicini ad entrambi i clan, fino a ieri, con l’uccisione del giovane Di Napoli.

Era a bordo di uno scooter quando i sicari, con un altro scooter l’hanno avvicinato. Dalla narrazione dei fatti, pare che Vincenzo abbia quasi immediatamente percepito le brutali intenzioni, cercando di fuggire, schivando i primi colpi dell’arma da fuoco. Ma è durato poco. Dopo circa 50 metri, è stato colpito alla testa e non indossava il casco. Ha perso il controllo del mezzo, accasciandosi al suolo.

I commenti a riguardo possono essere diversi e trasversalmente condivisibili, siccome alcune direzioni nella vita conducono a fini discutibili, tuttavia un ragazzo di giovane età è morto per un’illecita guerra tra clan. Per il potere e la coercizione di uomini che l’età dello smarrimento e dell’incoscienza l’hanno passata, scegliendo, con consapevole slealtà, la faida umana e le sue vite spezzate.

Sull’agguato indaga il Pm anticamorra Enrica Parascandolo, la quale ha già richiesto, in precedenza e ottenuto il carcere duro (il regime 41 bis) per alcuni esponenti appartenenti al clan dei capitoni.

Intanto proseguono i controlli a tappeto nel Rione Sanità, nel quale già ieri sera le forze dell’ordine hanno fermato e controllato vari sospetti e presunti componenti dei clan di zona. I controlli, tuttavia, hanno riguardato tutta l’area che va dal Rione a Via Miano.


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