Il papa Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni, confermando le voci che circolavano da tempo. Ratzinger ha annunciato le sue dimissioni lunedì in un discorso pronunciato in latino in occasione di un concistoro in Vaticano, come ha confermato il portavoce della Santa Sede. “Il papa ha annunciato che rinuncerà al suo ministero alle ore 20, il 28 febbraio. Inizierà da allora il periodo di sede vacante” a precisato padre Federico Lombardi, in un annuncio quasi senza precedenti nella storia della Chiesa cattolica.
Un papa sobrio e discreto, come lo definisce il giornale francese Le Monde sul proprio sito, tanto che “non ha mai amato le grandi liturgie popolari che piacevano tanto al suo predecessore”. Nell’entourage di Giovanni Paolo II, infatti, Joseph Ratzinger era uno dei pochi a osare qualche obiezioni sulle adunate oceaniche alla maniera di Woodstock in cui Karol Wojtyla sapeva, da vera superstar del cattolicesimo, elettrizzare masse di fedeli. Non per nulla i commentatori parlavano di uno stile da rockstar, che sapeva sintonizzarsi e guidare una grande massa di seguaci. Le Giornati mondiali della Gioventù sono difficilmente dimenticabili per questa caratteristica di Giovanni Paolo II.
Benedetto XVI, il “minimalista”, come qualcuno l’ha definito. In quattro mesi, Bendetto XVI, all’età di 78 anni, s’è soprattutto applicato ad apprendere il mestiere. L’anziano prefetto della Congregazione della fede aveva paragonato la sua elezione a una decapitazione da ghigliottina. Ma a poco a poco aveva abbandonato quell’aria compunta e seriosa che mostrava così spesso. In seguito aveva imparato ad abbracciare i bambini al suo passaggio e ad avvicinare i fedeli.
Andava in vacanza in Val d’Aosta come il suo predecessore, “l’atleta di Dio”, ma non faceva passeggiate col bastone, bensì portava con sè valige di libri e il suo pianoforte.
In San Pietro Ratzinger ha ristabilito una liturgia più solenne con canti gregoriani. Anche nella Giornata mondiale della Gioventù Ratzinger cercava di mettere al centro il messaggio evangelico, l’eucarestia, piuttosto che la presenza del sovrano pontefice.
Benedetto XVI si è caratterizzato per la battaglia culturale contro il “relativismo” e il ritorno al crocifisso nelle scuole e ad alcune norme che confermavano una tradizione che dopo il Concilio Vaticano II e gli ultimi anni sembravano poter essere modificate.
Ratzinger è stato tradizionalista, rigoroso, ma ha proseguito come Giovanni Paolo II sulla via del dialogo interreligioso. Non voleva diventare il globe-trotter del pontificato, ma rilanciare un’immagine più tradizionale. Una delle priorità di Ratzinger era recarsi in Israele, incontrare in il patriarca ortodosso Bartolomeo primo, incontrare nei prossimi giorni alcuni responsabili musulmani durante un viaggio in Germania.