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Com’era bello prima, parola di legaiolo

Creato il 23 marzo 2011 da Speradisole

COM’ERA BELLO PRIMA, PAROLA DI LEGAIOLOSulla “Padania” il quotidiano della Lega Nord, del 22 marzo si legge il seguente titolo: “Libia, la Lega detta le condizioni”.

E si è visto. Frattini è corso in Francia, ha cominciato a litigare con i francesi, perché non rispettano le condizioni volute dall’Onu, bombardano Tripoli mentre le Nazioni Unite avevano detto un’altra cosa.

Prima era tutto un fervore, diamo le basi, mandiamo gli aerei, dopo il colloquio con Bossi, siamo incerti se dare le basi , se inviare aerei,  se bombardare,  ma soprattutto nessuno deve comandare separato, ci deve essere la Nato che prende le redini in mano.

E qui il tutto si fermerà perché nella Nato c’è anche la Germania e sappiamo che questo stato non condivide del tutto la risoluzione 1973 dell’Onu.

Questo ripensamento del governo è dovuto al fatto che Bossi ha dettato le sue condizioni ed ha minacciato di far cadere la maggioranza.

Non si tratta di pacifismo leghista, cosa lontanissima dalla testa di Bossi e soci, ma solo di difendere quel trattato che consentiva a Gheddafi di trattenere nel deserto i profughi.

Per far paura ancora di più alla gente, la lega sostiene che nei paesi insorti contro i dittatori (Egitto e Tunisia), si instaureranno regimi islamici, alla talebana,  alla iraniana, o alla Bin Laden, che,  sicuramente, minacceranno l’Italia, in quanto cristiana.

L’esempio che i leghisti portano, a difesa di questo loro ragionamento, è che in Kosovo, adesso, i cristiani vengono massacrati. Questo lo dice il legaiolo Salvini, anche se non abbiamo riscontri attraverso altri media.

Si scopre il desiderio leghista che, in quei paesi dove le persone si sono ribellate contro i loro dittatori, tornino gli stessi dittatori, affinchè noi italiani e cristiani possiamo stare tranquilli. 

La realtà è cambiata,  in quei paesi, la rivoluzione è in atto e dovremmo augurarci che chi sale al potere abbia idee democratiche e sia in grado di trattare con noi, un’intesa che consenta a quella gente di restare al proprio paese.

Ma questo non viene detto perchè i legaioli sono convinti che con quella gente, anche se democratica, non si possa trattare,  a prescindere, perchè sono islamici, e sono convinti che le intese si possano fare solo con i dittatori assassini, come Gheddafi, che non hanno scrupoli ad ammazzare i profughi.

In sostanza: com’era bello prima, quando Maroni poteva dire abbiamo chiuso il centro di accoglienza di Lampedusa, abbiamo fermato il problema migratorio.

Ora questi bastarti di islamici, che reclamano una libertà a casa loro, ci hanno rimesso al centro di un problema che credavamo risolto. Ma il mondo cammina, non si ferma, come vorrebbero i legaioli ed i flussi migratori non li mai fermati nessuno.

E così, ancora una volta, la politica estera italiana diventa la politica del cucù. .

Conclusione: che cosa dobbiamo fare in Libia, non lo abbiamo capito, che ruolo abbiamo in questo contesto neppure, ma abbiamo capito che a Lampedusa si sta giocando con il fuoco e che con la Libia la linea chiara italiana non c’è.



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