Ma la costruzione della tratta ferroviaria veloce in Val di Susa per la nuova linea transeuropea dall’Ukraina alla Spagna riguarda soltanto i Susini e le loro giuste preoccupazioni? Può essere ed è certamente facile essere a favore di grandi lavori quando si vive a cento o a mille chilometri di distanza 42349163e se ne avranno – chissà quando – i benefici senza averne pagato i costi umani. Ma quale galleria o ponte o aereoporto o porto sarebbero mai stati costruiti se il lavoro fosse dipeso dalla preoccupazioni per gli sconvolgimenti portati agli abitanti locali dai cantieri? Non è una domanda accademica o polemica. Suggerisco ai nostalgici delle vergini vallate di farsi una Milano-Rimini tutta sulla via Emilia, come facevamo noi da bambini sulla 1100 paterna, o di percorrere la Consolare Aurelia fra La Spezia e Ventimiglia, scavata dai Romani (che dei locali se ne strafottevano per esigenze militari) e rimasta praticamente la stessa, asfaltata. E poi di fermarsi uno per uno nei comuni della Liguria a dire “grazie” agli abitanti dei paesi sulla Riviera di Levante e di Ponente che si sono sciroppati cantieri mostruosi per risparmiarci le ore fermi sotto le gallerie a doppio senso di marcia a succhiare gli scappamenti dei Tir fermi. Già, ma oggi si fa tutto in Rete, vero? La Rete non puzza, non mente, non inquina, è gratis (!?!?) vero? E la Rete come è stata fatta, costruita, alimentata, pagata e allacciata, con fili di seta, tele di ragno e battiti di ali di farfalle? Come è dolce, come è bello, agitarsi contro quella invadente modernità che poi si adopera per agitarsi contro la invadente modernità.VITTORIO ZUCCONI





