L’onicofagia, ossia l’atto di mangiarsi le unghie, è un problema che coinvolge circa il 30% dei bambini; spesso, questa cattiva abitudine si trascina anche nel periodo adolescenziale.
Nella maggioranza dei casi, si tratta di una manifestazione di disagio; infatti, questo gesto può servire al piccolo per reagire davanti a stati di stress o di paura. In alcuni casi, il mangiarsi le unghie diventa un atto così frequente da diventare causa di dolorose ferite. Il problema non è limitato soltanto agli eventuali tagli che il bambino si procura ma anche alla possibilità di contrarre un maggior numero di infezioni, dovute al portarsi continuamente le mani alla bocca.
Per cercare una soluzione, i genitori dovrebbero cercare di aiutare il piccolo ad esprimersi e a spiegare quali siano le cause del suo disagio. Quando si affronta l’argomento, meglio bandire nervosismi e urla che devono lasciare il posto alla calma e alla comprensione.
Il riuscire a creare un rapporto di distensione è un primo passo verso la guarigione che può essere raggiunta anche attraverso il movimento e altre attività ludiche. Lo sport ma anche il frequentare una ludoteca o giocare con altri coetanei, è un ottimo modo per scaricare le tensioni, rinforzare il fisico e acquisire una maggiore consapevolezza di sè stessi. Inoltre, stare a contatto con altri bambini è un modo per socializzare e fare esperienza.
Un metodo molto utilizzato è quello dei prodotti da applicare sull’unghia che hanno un sapore sgradevole; nella scelta, bisogna prestare attenzione ai loro componenti, perchè potrebbero causare problemi ai bambini più piccoli. Questi prodotti, purtroppo, non risolvono l’onicofagia alla base ma, sono ideali per placare il gesto meccanico e permettere alle unghie di ricrescere.
Se nonostante il dialogo e le attività ricreative, il piccolo non riesce a migliorare è possibile chiedere un consiglio al pediatra per capire se sia il caso di rivolgersi ad uno specialista, come uno psicologo.