Alla Cina questa cosa che su internet si può discutere liberamente di qualsiasi cosa si voglia non è mai piaciuta troppo. Per questo è stato istituito dal governo un blocco che oscura la maggior parte dei social network e siti di informazione scomodi, tra cui Facebook, Twitter e YouTube. La lista dei portali inaccessibili è lunga e in continuo cambiamento e a causa del Great Firewall of China non è solo difficile utilizzare i mezzi più comuni per comunicare all’esterno, ma anche reperire dati aggiornati sui luoghi da visitare attraverso blog stranieri oppure scambiare file attraverso torrent o cloud. Oltre ai social infatti anche siti come WordPress, Blogspot, IsoHunt, Google Drive e Dropbox non sono utilizzabili e secondo Wikipedia l’elenco contiene in totale oltre 2.600 voci. Esistono però dei metodi per aggirare il sistema.
Tutti i sistemi per accedere ai siti bloccati seguono lo stesso concetto: entrare attraverso un indirizzo IP estero per fare finta che si provenga da un luogo diverso dalla Cina. Per far ciò esistono diverse possibilità, non tutte ugualemente efficaci:
Siti e Applicazioni per Nascondere il Proprio IP
Arrivando in Cina pensavo di essere al sicuro avendo installato Hola Better Internet, un’applicazione per Google Chrome che permette di utilizzare un IP differente dal proprio per navigare in rete. Il programma si installa in un secondo e compare come una piccola icona accanto alla barra degli indirizzi. Basta accedere al sito scelto ed una volta che l’accesso è negato, attivare Hola, indicare qual è il paese in cui l’indirizzo è censurato e collegarsi attraverso un’altro. Peccato che questa applicazione è stata intercettata dal governo cinese e resa oggi inutilizzabile. In rete si trovano decine di siti per nascondere il proprio IP, basta fare una breve ricerca scrivendo “hide my ip” oppure “ip anonymous” e cominciare a provarli tutti partendo dal primo. È necessaria un po’ di pazienza perché questi siti vengono bloccati continuamente e altrettanto rapidamente ne nascono di nuovi. Questi portali permettono di accedere a siti vietati in modo anonimo tramite la loro interfaccia, ma è vero anche che sono estremamente lenti, spesso carichi di pubblicità e pop-up e spesso inutilizzabili per tutto ciò che va oltre leggere la posta in arrivo.
TOR Browser
TOR Browser sembrerebbe l’opzione perfetta. Questo è un browser simile in qualche modo a Firefox utilizzato in tutto il mondo per la navigazione anonima. Basta scaricare il software, lanciarlo, e ci si troverà a collegarsi a internet rimbalzando continuamente da un IP all’altro. Questa è una soluzione più stabile, seppur non veloce, dei siti che nascondono l’IP, ma ha un difetto: non si può scaricare dalla Cina. Il sito del progetto TOR, dal quale si effetua il download del programma, è stato anch’esso oscurato, per questo l’unico modo di utilizzare il browser dalla Cina è scaricandolo prima di arrivare.
VPN
Questo è senza dubbio il metodo migliore, più affidabile e più largamente utilizzato dai cinesi stessi. A differenza degli altri metodi accedere ad internet tramite un VPN ha un costo, ma per chi naviga spesso oppure viaggia per alcune settimane consecutive in Cina questo non inciderà troppo nel budget. VPN sta per Virtual Personal Network e senza stare ad entrare nei dettagli del suo funzionamento è un altro programma che si scarica sul proprio computer e permette di collegarsi ad internet tramite IP esterni. La differenza qui è però grande: con un VPN si naviga ad una velocità quasi normale, la connessione non salta tanto spesso quanto con gli altri metodi e semplicemente si può tutto ciò che si farebbe normalmente senza grossi ostacoli. In circolazione si trovano però una marea di VPN diversi. Quale scegliere? Il costo è quasi sempre piccolo, dai 4 ai 10 dollari al mese, ma questa non è l’unica variabile da comparare. Per giudicarne la stabilità e la facilità di utilizzo, l’idea migliore è partire da quelli che danno un periodo di prova gratuito. Di solito si tratta di 24 ore in cui testare il programma per poi decidere se procedere all’acquisto. Io ho scelto Safer VPN per 7,99 dollari al mese, che oltre al periodo di prova offre un rimborso completo nel caso dopo l’acquisto si presentassero problemi. Fino ad ora ha funzionato sempre bene. Il programma si installa in pochi minuti e una volta attivo basta scegliere da quale paese collegarsi attraverso la lista a disposizione. Nella mia esperienza ho trovato che funziona al meglio collegandomi dagli Stati Uniti, dal Giappone oppure da Israele. Vi sono soltanto due cosa da ricordare: la prima è che il pagamento mensile è automatico, quindi è necessario fermare manualmente il servizio quando si lascia la Cina, oppure il costo continuerà ad essere detratto dalla propria carta di credito. La seconda è che scaricando file illegalmente si infrange la legge del paese da cui ci si collega. Questo riguarda in particolare gli Stati Uniti, in cui i regolamenti a riguardo sono particolarmente pesanti.
Attenzione: il governo cinese è a conoscenza di tutti questi metodi e si dice che alcuni VPN siano addirittura di sua proprietà, messi in vendita come ulteriore fonte di guadagno. Ciò significa che la situazione cambia di continuo e servizi oggi attivi potrebbero scomparire domani. Molti VPN sono già stati bloccati e altri saranno in futuro aggiunti alla lista nera, quindi non è garantito che pur acquistando il programma questo non smetta di funzionare.