Magazine Scienze
(via tutto-scienze.org)
Questo simpatico video sulla deriva dei continenti, creato sulle note di "Morning Mood", riassume in 80 secondi 650 milioni di anni di storia della superficie terrestre. Si parte da 400 milioni di anni or sono per arrivare fino a 250 milioni di anni che ancora devono sopraggiungere (uno sguardo a un lontano futuro). Quando uscì nel 2009 fu un successo; uno di quei video che vengono condivisi e riproposti tantissime volte. Nel mio caso mi servirà semplicemente per introdurre una storia che ha inizio nel diciottesimo secolo (anno più anno meno).
A quel tempo, ritenere che il Diluvio Universale fosse la causa dell'attuale aspetto della superficie terrestre era una credenza molto diffusa e accettata anche presso le classi europee più colte; questa idea "creazionista", sotto gli influssi dell'Illuminismo si modificò in un qualcosa che possedeva maggiori basi scientifiche (o pseudoscientifiche): si trattava della cosiddetta "teoria catastrofista", sostenuta da studiosi come Georges Cuvier, biologo e professore di Anatomia Comparata a Parigi, nonché "padre" della Paleontologia [1], da Richard Owen, biologo paleontologo e, accanitissimo rivale (pare per motivi strettamente personali) di Charles Darwin e da Robert FitzRoy, meteorologo ante litteram e capitano del brigantino Beagle, la nave che trasportò Darwin nel mitico viaggio che lo portò a concepire le sue teorie sull'origine della specie Verso la metà dell’800 il Catastrofismo fu via via sostituito dal concetto di Uniformitarianismo, centrato sul principio dell’Attualismo, proposto dallo scozzese James Hutton, uno dei fondatori della geologia moderna [2], definito anche come L'uomo che scoprì il tempo. “Il presente è la chiave del passato”, ovvero le forze geologiche e i processi, graduali o catastrofici, che agiscono oggi sulla Terra sono gli stessi di quelli che hanno agito nel passato (fonte siripro). La nozione che i continenti non sono stati sempre fissi nella posizione odierna non era però nuova; essa era stata già suggerita nel 1596 dal cartografo danese Abraham Ortelius nel suo Thesaurus Geographicus (documento custodito dalla AMS Historica di Bologna e che potete ammirare qui); egli sosteneva che le Americhe erano state separate e allontanate dall’Europa e dall’Africa da terremoti e diluvi. Teoria ripresa nel 1858 dal geografo Antonio Snider-Pellegrini, il quale pubblicò una ricostruzione che mostrava come i continenti americano e africano, una volta uniti, si fossero gradualmente separati e allontanati. Ma una sistemazione organica dei dati a favore della teoria della deriva dei continenti fu effettuata nel 1912 da Alfred Wegener [3]; opera che segnò l'inizio di accesi dibattiti nella comunità scientifica ma che gettò le basi della moderna e accreditata teoria della tettonica a placche, su cui concorda la maggior parte degli studiosi che si occupano di scienze della Terra. Nello scritto "La formazione dei continenti e degli oceani", Wegener sosteneva che 200 milioni di anni fa esistesse un unico grande continente, la Pangèa, circondata dall'oceano Panthàlassa; un enorme super-continente che si sarebbe poi suddiviso in più blocchi. Per sostenere questa sua teoria presentò una serie di indizi o corrispondenze che andrò a elencarvi brevemente: - La combaciabilità tra le coste dei continenti - La corrispondenza della direzione delle catene montuose - La testimonianza dei fossili - Argomenti paleoclimatici ecc. L'opera di Wegener, criticata aspramente da molti scienziati (fra i quali il fisico Harold Jeffreys) poiché non riusciva a spiegare né come si muovessero i continenti né il perché, subì, fino al 1929, una serie di revisioni e correzioni che la portarono ad una versione definitiva (qua l'originale in tedesco) che fu tradotta per la prima volta in lingua italiana nel 1942 [4].
1. Cuvier fu autore del Mémoires sur les espèces d'éléphants vivants et fossiles, il primo saggio di paleontologia dell'epoca e fu il fondatore, in netta contrapposizione con Jean-Baptiste Lamarck, della teoria delle catastrofi naturali, secondo la quale la maggior parte degli organismi viventi nel passato sarebbero stati spazzati via da numerosi cataclismi e il mondo sarebbe stato ripopolato dalle specie sopravvissute. 2. La sua opera più famosa è la "Theory of the Earth" (qui il testo completo). 3. C'è da dire che in realtà Alfred Wegener fu preceduto da Frank Bursley Taylor, geologo americano, autore, nel 1908, di un'opera per certi versi molto simile. La sua teoria fu però completamente ignorata e messa da parte. 4. La traduzione è stata effettuata da Clara Lollini, chimica italiana, autrice di diverse traduzioni dal tedesco.
Fonti e opere citate La teoria della deriva dei continenti di Wegener del Gruppo Mineralogico Paleontologico Euganeo (versione stampabile) La deriva dei continenti, del dipartimento di Geologia e Geodesia dell'Università degli Studi di Palermo. - Mémoires sur les espèces d'éléphants vivants et fossiles - Theory of the Earth - Thesaurus Geographicus - La formazione dei continenti e degli oceani - L'uomo che scoprì il tempo. James Hutton e l'età della terra. Questo articolo partecipa al Carnevale della Fisica n.32 che verrà ospitato da Paolo Pascucci su Questione della Decisione.
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