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Come catturare un fantasma con il pisello di fuori: Sisily 2km (2004)

Da Silente

Come catturare un fantasma con il pisello di fuori: Sisily 2km (2004)2004, Corea del Sud, colore, 109 minuti Regia: Jeong-won Shin Sceneggiatura: In-ho Hwang, Chang-she Lee
Conosciuto anche come To Catch a Virgin Ghost, Sisily 2km è l’esordio di Jeong-won Shin, mestierante di non particolari abilità registiche ma in possesso di una notevole visione comica e grottesca dell’orrore con cui si ritaglierà, negli anni a seguire, un angolino tutto suo nel cinema coreano. Sisily 2km è infatti danneggiato da una mancanza di ritmo e da un disequilibrio che rende impossibile il mantenimento costante della verve ironica, che esplode soltanto in una manciata di scene, scene però assolutamente esilaranti e che da sole valgono l’intera visione. Una certa povertà attoriale ed effettistica completa poi il quadro di un film realizzato in economia da autori con poca o nessuna esperienza nel cinema, ma è interessante vedere come le potenzialità per larga parte inespresse della pellicola riescano tuttavia a lasciarne un buon ricordo.
Non è tanto la trama a funzionare, siamo infatti nel più classico del plot comedy, con un gruppo di gangster che si ritrova vittima delle bizzarrie di una famiglia di pazzoidi che vive in mezzo ai boschi e che cerca in tutti i modi di nascondere il diamante rubato a uno dei criminali. Fermi a questo punto, Sisily 2km dimostra stanchezza e noia nella vaga caratterizzazione dei personaggi e nella carenza di spunti o mete verso cui direzionare il film, ma quando la situazione inizia a farsi concitata (le minacce dei gangster, l’entrata in scena del fantasma) l’opera prima di Jeong-won Shin tuona con un’imponenza comica sinceramente da applausi. La lunghissima sequenza del chiodo nel muro prima e l’ingresso nella scuola infestata e l’assurda tecnica per respingere il fantasma poi sono momenti spassosi divinamente realizzati, capaci di strappare risate di pancia e di trasformare gli anonimi protagonisti in simpatici sfigati per i quali fare il tifo. Il clima resta quindi genuino e irresistibile fino alla fine, la componente grottesca subentra a una certa serietà (la storia del fantasma) nei momenti giusti stemperando con battute e stravaganze ogni qualvolta appare il rischio di un’eccessiva e inconcludente serietà (perfetto per esempio l’epilogo).
Registicamente spento e poco più che televisivo, con alcuni grezzi accenni tipici del j-horror di quegli anni (movimenti veloci di macchina, inquadrature sregolate sul fantasma), incostante nella sceneggiatura e sicuramente troppo lungo, Sisily 2km rimane comunque una divertente horror comedy che, soprattutto nella sua seconda parte dopo un certo rodaggio iniziale, sa colpire con trovate ironiche e alcune notevoli intuizioni (l’inquietantissimo fantasma che sega il ramo sull’albero), facendosi perdonare la leggerezza e la poca dimestichezza con tempi e mezzi cinematografici.
Jeong-won Shin farà tesoro di ogni errore e ingenuità cinque anni dopo con Chaw, ma di questo ne parlo fra qualche giorno. 

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