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Come ci attendono al Lansdowne Road

Creato il 22 febbraio 2012 da Rightrugby
Come ci attendono al Lansdowne Road Che lo chiamino Aviva Stadium o ancora alla vecchia maniera, il Lansdowne Road è la sostanza che non cambia: è la casa dell'Irlanda ed è miglia e miglia e miglia lontano da Dunedin, dove la nazionale di Declan Kidney ha affrontato e steso una Italia abulica e rassegnata l'ultima volta, per il passaggio ai quarti di finale dei Mondiali neozelandesi. Le due nazionali stavolta partono pari, zero punti sul tabellone anche se all'Irlanda manca una gara, e il manager ha scelto il XV da mandare in campo sabato pomeriggio, lo stesso che avrebbe dovuto affrontare la Francia due settimane fa, prima di essere fermato dal ghiaccio. 
"Ci saranno un sacco di corpi doloranti dopo la partita", ha dichiarato il capitano irlandese Paul O'Connell e la battuta fa una certa impressione considerato che allo Stade de France si era presentato in maniche corte mentre veniva dato l'annuncio che il match contro i transalpini sarebbe stato rinviato. Scontro fisico perché fisici sono gli Azzurri: "La partita contro gli italiani è probabilmente la sfida più fisica di tutto il torneo", ha riassunto. Mischia eccellente, maul eccellente, lotta nei raggruppamenti: la seconda linea del Munster ha già in mente il piano, notando qualche cambiamento nell'approccio della formazione di Jacques Brunel, tipo la volontà di tenere più palla rispetto ai precedenti e di attaccare sul lato chiuso.
"Sono sembrati un ottimo team nelle ultime due partite", ha concluso O'Connell. La stessa opinione che ha coach Kidney che ha voluto ricordare come contro l'Inghilterra l'Italia abbia comunque avuto la possibilità di accorciare e passare in vantaggio nuovamente nella ripresa: i calci di punizione non sono andati a buon fine, ma l'attimo di panico è stato superato.
"Se aggiustassero i particolari", ha ribadito Kidney. Piccole cose che fanno la differenza ai piani alti, dove spesso i margini di distacco sono davvero stretti. Il rischio più concreto è quello di trovarsi di fronte ad un gruppo deluso dalla sconfitta contro gli inglesi e quindi determinato a riscattarsi e poi c'è la volontà degli italiani di vendicare Dunedin. 
Kidney ha chiesto di pensare ad una partita alla volta e di non sottovalutare i prossimi avversari, ormai famigliari visto che la maggior parte disputa il Pro12 e che il loro stato di forma è notevolmente migliorata negli ultimi due anni. "Saranno 80 minuti di partita". Ah, a proposito di ottanta minuti: l'unico piccolo dubbio su Jonathan Sexton è risolto, sarà titolare ma Ronan O'Gara è lì in panchina pronto a subentrare: quello che nel baseball si direbbe un closing pitcher, ne sappiamo qualcosa.
Sul fronte italiano, numerose sono le amarezze evocate da questa gara - l'esito dello scorso anno, la più recente Dunedin - mitigate dalla consapevolezza di esser nel mezzo di un percorso di crescita riconosciuto da tutti avversari inclusi, ma che sinora non ha ancora prodotto granché di diverso da prima, solo onorevoli sconfitte; le opportunità intanto passano e Lansdowne Road non appare certo il posto più adatto per scrollarsi di dosso lo zero nel tabellino. Tant'è, c'è il vantaggio dell'aver poco o nulla da perdere e con gran parte della critica focalizzata nell'arduo e trascurabile veder commettere meno errori, meno pressione potrebbe aiutare.
Piuttosto, la  fisicità dello scontro è chiara agli Azzurri;  è quel che tutti dicono quando gli tocca l'Italia ma la sfumatura di dettaglio valida per questa gara la sintetizza molto bene Luke McLean: "L'Irlanda è probabilmente la miglior squadra del Mondo nel breakdown. Fanno di tutto per rallentare la palla (in possesso avverso, ndr)" e aggiunge con una ingenua ma veritiera perfidia: "lo sanno far molto bene, perché non vengono mai penalizzati dagli arbitri".
Di contro, il mantenimento della disciplina sarà cruciale per i nostri: è un'arma su cui gli attacchi irlandesi puntano, sia che muovano quella meravigliosa terza linea o che partano col potente reparto arretrato.
Brunel dovrà fare a meno del carismatico uomo-squadra Martin Castrogiovanni;;ci viene concessa una eresia? La cosa potrebbe paradossalmente avere un risvolto positivo: non solo lo spazio concesso a Cittadini, pilone che si fa valere sempre più non solo in fase statica, ma soprattutto toglie dai riflettori arbitrali un pilone troppo discusso, quasi sempre per invidia ma tant'è, speriamo ciò permetta finalmente alla mischia ordinata Azzurra di giocarsi la sua parte di gara.
Nonostante i progetti di gioco più espansivo, la mischia difatti rimane un punto fondamentale per gli Azzurri. Non solo per i punti che tale fase potrebbe garantire con le punizioni che guadagna, ma per i palloni di qualità da fornire al reparto arretrato che il coach vuole più regolarmente coinvolto. Dato che le fasi dinamiche saranno disturbate dalla sopra detta capacità irlandese di rallentare, il gioco di qualità italiano dipenderà molto dalle fonti classiche, mischia e rimessa laterale, tornata affidabile dopo anni; a proposito, anche qui sarà una bella sfida aerea, contro due O' più Ferris e Donncha Ryan che parte dalla panca.  

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