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Come «cinguettio degli uccelli»

Creato il 18 ottobre 2012 da Vietnamreport @FrancescoGiappi

Quando il gesuita francese Alexandre de Rhodes, nella prima metá del Seicento, giunse in Cocincina, rimase sorpreso dall’incomprensibilitá dell’idioma vietnamita – che all’epoca si scriveva in caratteri cinesi e altri ideogrammi – e lo paragonó al «cinguettio degli uccelli». Ma non si perse d’animo: in 6 mesi imparó questa lingua, tonale e dall’andamento sillabico, e poi si dedicó alla trascrizione in caratteri latini delle parole locali. Nacque cosí il quoc ngu – l’alfabeto fonetico in  caratteri latini usato in Vietnam – del cui successo ci parla il testo di Piergiorgio Pescali che piú sotto riportiamo.

Come «cinguettio degli uccelli»

Un nón lá (cappello di foglie): il cappello di paglia a cono, simbolo del Vietnam e di “Vietnam report”

 

Qui basta dire che l’innovazione contribuí a sottrarre il Paese all’influenza cinese, aprendo peró le porte al colonialismo. «Nel 1620 le lotte intestine e di potere decretarono la divisione del Dai Viet: la parte settentrionale fu governata dai Le, quella meridionale dai Nguyen. Fu in questo periodo che arrivò Alexandre de Rhodes (1591-1660), gesuita, che rimase in Vietnam solo 10 anni. In questo breve lasso di tempo rivoluzionò la scrittura vietnamita introducendo l’alfabeto Quoc Ngu, caratteri latini che, per riprendere la fonetica tonale della lingua vietnamita, hanno appositi segni. Con l’introduzione del Quoc Ngu la letteratura vietnamita trovò una propria vitalità e si sganciò da quella cinese.

Inoltre l’alfabeto sviluppò una nuovo senso di nazionalismo». (Continua).

(Francesco Giappichini)


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