Ci sono il raffreddore, il mal di gola, l’otite, l’influenza, e per quanto mi riguarda esiste anche un altro grande male di stagione che torna puntuale ogni dodici mesi: il mal di Capodanno.
Stando alle testimonianze sparse per la rete, il mal di Capodanno colpisce in modo indifferente donne e uomini, e fonti attendibili dichiarano che diviene più intenso in prossimità di grossi cambiamenti come, dico a caso, il cambio di lavoro e i 30 anni.
I sintomi del male di fine anno cominciano a manifestarsi poco prima del Natale o subito dopo Santo Stefano, dipende dalle persone che ti circondano, dall’ambiente in cui vivi ma soprattutto da come hai trascorso i primi mesi dell’anno passato.
Sì, perché dall’andamento di gennaio fino ad aprile si può intuire come saranno i mesi successivi: come le fondamenta che devono dare stabilità alla casa, se i primi quattro mesi sono stati traballanti è una bella impresa ritrovare l’equilibrio per affrontare i restanti otto.
I segnali tangibili del mal di Capodanno sono malinconia, un velo di tristezza, un pizzico di ansia e le palpitazioni tipiche delle aspettative per l’anno nuovo e finora deluse; se la malinconia si tinge di desolazione ci sarà posto anche per le lacrime. In questo quadro tragico per fortuna esiste la leva giusta per risollevarsi: il ricordo dei sorrisi, dei traguardi raggiunti, della bevute tra amici, di un incontro inaspettato, di un regalo inatteso, di tutte le volte in cui arrabbiarsi, sfogarsi e stringere i denti è stato salutare e liberatorio.
Come curare il mal di Capodanno? Con un concentrato di ottimismo, un pieno di buonumore e una scorta di buona volontà: la sfortuna potrebbe anche non esistere, e le decisioni importanti della vita possiamo prenderle solo noi per noi stessi.
Fatta la diagnosi e riconosciuti i sintomi, non resta che attuare la terapia e fare in modo che da gennaio a dicembre 2013 tutta scorra nel più pacato dei modi.
Sereno 2013 a tutti… Alla faccia dei Maya.