Rieccoci qui, con la seconda parte della seguitissima mini-guida su “come diventare Maestro di arti marziali in 10 passi“!
Dopo i primi 5 punti toccati nel post della scorsa settimana (se te lo fossi perso ti consiglio di leggere ora la Prima Parte), ecco gli altri 5 aspetti, che personalmente reputo fondamentali:
#6 – Aggiornarsi costantemente
Aggiornarsi significa tenersi al corrente per quanto riguarda la propria preparazione, significa quindi frequentare corsi, studiare, crescere culturalmente e tecnicamente. Nello specifico ciò che intendo io comprende:
- frequentare seminari: praticare con i propri allievi giovani e anziani è meraviglioso ma alla lunga riduttivo. Un Maestro che non partecipa a seminari e stage è semplicemente un Maestro che invecchierà in fretta… e non solo come età!
- frequentare il web: ormai è il futuro e offre tante possibilità di crescita per chi sa coglierle. Sfruttare le risorse online è utile sia dal punto di vista della metodologia tecnica (in primis grazie ai video) sia sotto l’aspetto del marketing, inteso come farsi conoscere (che senso avrebbe essere un bravo Maestro ma nessuno sa che esisti?)
- frequentare Maestri: perché hanno diversi punti di vista, esperienze, metodi. Non parlo solo di chi insegna la stessa arte marziale in altri dojo, intendo che andrebbero frequentati anche Maestri di altre discipline, magari partecipando o assistendo alle loro lezioni, tornando principianti oppure da semplici osservatori.
#7 – La formazione del Maestro
La prima volta che ho insegnato mi sentivo impreparato, buttato nella mischia a sorpresa per gestire un gruppo di karateka nella fase comunemente (ed erroneamente) detta “riscaldamento”. Ero consapevole di aver fatto mille volte quegli esercizi, ma spiegarli, dare i comandi, motivare e correggere gli allievi è tutt’altra cosa. Così ho iniziato a studiare.
Qualsiasi esercizio, sia esso di preparazione atletica (neuro-muscolari, cardio-vascolari) sia di pura tecnica s’impara con l’esercizio ma occorre uno studio approfondito della materia per poterlo insegnare come si deve. Occorre piano piano “formare” la propria figura di Maestro per essere sempre più preparato, sicuro di sé, per dare il meglio di sé mediante l’arte trasmessa sotto forma di tecniche, consigli, esercizi. Non ci si deve mai accontentare, non ci si ferma mai, si cerca sempre di migliorare e la formazione continua è un passo chiave per potere diventare un vero Maestro.
#8 – Organizzare il proprio tempo
Il tempo a disposizione è sempre limitato per chi ama insegnare come hobby, quindi in genere ha un altro lavoro e probabilmente anche una famiglia a cui pensare. Se fare il Maestro fosse la mia principale occupazione, cercherei comunque di conciliare i tempi e le energie da dedicare ai miei cari, a forme di svago e alla cura della casa. Non è affatto semplice, infatti ho detto nel precedente articolo che diventare Maestro è lungo e difficile.
L’insegnamento va pianificato come si deve. Il Maestro solitamente crea un piano di lavoro ogni stagione di pratica, con degli orari e giorni settimanali ben precisi, accanto a una calendarizzazione indicativa degli eventi da gestire in prima persona. Organizzarsi, come in qualsiasi altro lavoro, è fondamentale per dare il giusto equilibrio alla propria attività, ottimizzando sempre il proprio tempo e conciliandolo con quello degli altri.
#9 – Mostrarsi persone e non divinità
Diventare Maestro, a mio avviso, non va inteso con l’aver raggiunto la maestria. Essere estremamente abili in campo marziale, così come in qualsiasi arte (musica, teatro, ecc.) non fa di noi dei Maestri. Tale identità va intesa come persona in grado di insegnare qualcosa nel miglior modo possibile, significa saper comunicare, trasmettere l’arte tanto amata, studiata e sudata. Il Maestro non è una divinità, sono ormai finiti i tempi del piedistallo sul quale il caposcuola comandava tutti i suoi fedeli adepti.
Ora il Maestro si mette di fronte a ogni singolo allievo e lo guarda negli occhi, lo sprona, lo ascolta, lo aiuta. L’arte marziale non deve separare due individui della stessa specie, li deve unire. Ogni ruolo va conservato, Maestro e allievo non sono la stessa cosa però talvolta il primo prende il posto del secondo per insegnargli, magari attraverso una bella caduta o un colpo ben assestato che il Maestro riceve con estrema gioia e soddisfazione. Nessuno è divino però tutti possono mostrare la parte divina che hanno dentro di sé, comportandosi semplicemente come persone.
#10 – Essere sempre S.P.A.
Il vero Maestro a lungo andare non deve smettere di una S.P.A. Tranquillo, non sto alludendo né a un centro benessere né a una società per azioni, mi riferisco a tre semplici azioni quotidiane: Sperimentare, Praticare, Aiutare.
Essere uno sperimentatore significa uscire dal proprio “comfort”, provando a percepire e provare concretamente ciò che la realtà ci offre ogni giorno. Significa fare anche qualcos’altro non per forza legato alle arti marziali, magari quel qualcosa un giorno collegherà due sinapsi e ci darà un’illuminazione degna di essere condivisa coi nostri allievi. Degna perché a volte certe idee sono così strampalate che non le rivelo neppure a mia moglie!
Praticare è inutile ripetertelo ma lo farò: è fondamentale! Di vitale importanza per il buon Maestro, è fondersi con gli allievi e praticare con loro: durante gli stage, le lezioni, ovunque e con chiunque.
Il Maestro aiuta: mette in pratica ciò che sa nella vita di ogni giorno. Non è un duro, è sensibile, spesso si emoziona, si commuove, si diverte. Il Maestro comunica senza timore ciò che ha dentro e il buon allievo sceglie di aprirsi perché trova una porta aperta nel comunicare con lui. Solo così può veramente aiutarlo, non solo nell’arte marziale.
Conclusione
Ti è piaciuta questa mini-guida? C’è qualcosa che vorresti aggiungere o magari chiedere? C’è per caso un punto su cui non sei d’accordo in qualità di Maestro o aspirante tale?
Per ringraziarti di aver letto (e magari commentato) ho preparato un piccolo regalo per te: puoi scaricare l’intera mini-guida in PDF qui sotto.
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Stefano Bresciani
Presidente e Dir.Tecnico a Bushidokai ShinGiTai A.S.D. Nato e residente a Leno (BS) studio e pratico arti marziali dal 1994. Ho iniziato col Karate ma dopo aver insegnato per alcuni anni e ottenuto la cintura nera 3° dan ho dovuto abbandonare a causa di problemi fisici e non solo... Ho intrapreso la pratica dell'Aikido nel 2003 per stare meglio con il corpo e dopo aver superato l'esame di 2° dan ho avviato l'insegnamento nella Bushidokai ShinGiTai, associazione che ho fondato nel 2009 in qualità di Presidente. Dopo aver ricevuto il 1° livello Reiki nel 2005 ho iniziato a praticare Tai Chi, Iaido (ora cintura nera) e meditazione (Zen è la mia preferita), applicando con successo l'energia vitale in qualsiasi attività lavorativa (geometra è il mio impiego principale) e relazionale (sono felicemente sposato e padre di due splendide bimbe). Ho scritto il libro "105 modi per conoscere l'Oriente" e una trilogia di ebook sul benessere con la Bruno editore.Ultimi post di Stefano Bresciani (vedi tutti)
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