A dispetto di quanto suggeritoci da una certa memorialistica “liberal”, il giornalismo statunitense e, in certa misura, occidentale, deve a “Playboy” le sue più moderne acquisizioni.
In particolare, fu il magazine fondato nel 1953 dal magnate Hugh Hefner ad inaugurare l’epoca delle interviste ai grandi personaggi (la rivista incontrò, tra gli altri Bob Dylan, Robert De Niro, Malcom X, Gabriel García Márquez, Jean Paul Sartre, Yāsser ʿArafāt, ecc) ed a lanciare un modello di intervista a “tutto campo”, in cui la celebrità veniva e viene seguita per una settimana intera, registrandone e riprendendone ogni parola ed ogni gesto.
“Playboy”, inoltre, contribuì in maniera decisiva alla grande rivoluzione sessuale e dei costumi che avrebbe trasformato il mondo occidentale negli anni ’60 e ’70.